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Anteprima Kingdom Come Deliverance – Gamescom 2016

Avete mai sognato di poter vivere alcuni dei passaggi più importanti del basso Medio Evo? quando il centro dell’Europa si trovava tra l’odierna Repubblica Ceca e l’Ungheria, assistere in prima persona alla storia che si compie e comunque forgiare il proprio destino? Con Kingdom Come Deliverance, ambizioso gioco di Warhorse, ciò diventa una concreta possibilità! Il gioco narra le vicende di Henry, un boemo figlio di un fabbro in cerca di fortuna.

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Il gioco ci è stato presentato privatamente in una lunga dimostrazione gameplay, anticipata però da una breve presentazione delle ultime novità all’interno del gioco introdotte nell’ultima build, come ad esempio l’introduzione di una nuova arma, l’alabarda, che permette di disrcionare con facilità i nemici a cavallo. Nella sessione di gameplay che abbiamo avuto modo di vedere, è stata da subito lampante la cura nei dettagli: Kingdom Come è assolutamente fedele alla Storia con la S maiuscola, quella che abbiamo studiato sui libri di scuola, per cui c’è una chiara fazione a noi avversa con cui in qualche modo interagire, cercando in ogni modo di poter dare una mano alla propria causa. Ma non solo questo! Il titolo è naturalmente basato sul combattimento all’arma bianca, ma è altamente sconsigliato affrontare da soli anche solo un manipolo formato da più di due soldati.

Questo perché non avrete il completo controllo dell’ambiente circostante in quanto il gioco ha un’inquadratura in prima persona, per cui non si vedono nemici al di fuori del proprio campo visivo, inoltre la stamina limita la possibilità di moviment, sia per quanto riguarda gli attacchi, che per dei movimenti evasivi. Andrà inoltre ad inficiare i danni subiti, poichè avendo un livello basso di resistenza, basterà un colpo ben assestato per togliervi il 90% delle vostre energie. Sarà quindi importantissimo sfruttare abilità come la propria furtività, il travestimento, persino la possibilità di parlare lingue straniere, per poter andare avanti nell’avventura. Eppure il combattimento dovrà per forza di cose tornare in rilievo una volta che si daranno inizio agli assedi, potendo contare sulle forze alleate.

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Ci è stato assicurato che la riuscita delle nostre azioni dipenderà non solo da come ci comportiamo, o come siamo equipaggiati in quel determinato momento, ma anche dalla percezione che gli altri hanno di voi. Ad esempio, in un momento di gioco il nostro, dopo aver indossato l’armatura di un soldato Ungherese, cerca di intrufolarsi nell’accampamento nemico e entrando in contatto con delle guardie, viene fermato. A questo punto avevamo quattro scelte diverse: combattere, che come vi abbiamo già detto è sconsigliato in generale, rispondere in Ceco e quindi potenzialmente far saltare la copertura, ignorare semplicemente l’NPC oppure provare a parlare la lingua.

Per quest’ultima opzione torna utile il proprio punteggio alla voce Speech (perdonate il gioco di parole, ndr) che determina appunto la nostra abilità nell’apprendere e parlare linguaggi diversi dal nostro. Ma una spia accanto alla scelta evidenziata ci suggeriva anche che diversi agenti concorrevano per ottenere un buon risultato: il nostro travestimento, come anche il quoziente intellettivo non proprio elevatissimo del nostro interlocutore. Una volta entrati, il dimostratore ha portato scompiglio nel campo avvelenando il rancio, ma le conseguenze non sono state direttamente visibili,ha quindi fatto passare del tempo per poi concederci la visione di come il veleno prende piano piano il sopravvento dell’ignara vittima.

Interessante pure la gestione dell’equipaggio, che va da pesante a leggero ma che deve essere indossato “correttamente”: ciò vuol dire che non è pratico indossare un elmo senza la cotta di maglia sotto, poiché un’arma contundente, come ad esempio il morning star, può facilmente abbatterci con un solo colpo in testa, non avendo niente sotto all’elmo per poter attutire il colpo. Tutta questa attenzione ai dettagli ci ha veramente lasciati con la voglia di provare il titolo, che non uscirà prima di Gennaio 2017.

Gianluca "Gianz" Bianchini
Gioco da ormai 15 e passa anni ai videogames, il più dei quali sono stati titoli di Nintendo. Ma ho anche giocato spesso alle saghe divenute classiche anche nella scorsa generazione appartenenti ad altre piattaforme. Ma Zelda rimane Zelda, una fetta del mio cuore c'ha la triforza disegnata sopra.

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