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Call of Duty WWII Recensione

Ci troviamo all’interno di un’ottica temporale dove tantissimi giochi hanno rivoluzionato il loro modo di essere: Assassin’s Creed, Zelda, God of War e tanti altri. Questi sono alcuni esempi per iniziare in modo più chiaro questa recensione, Call of Duty WWII rappresenta, probabilmente, un nuovo punto di svolta per la serie. Il coraggioso passo indietro (in senso storico) del brand, l’abbandonare quel contesto futuristico che, nonostante le tantissime critiche, avrebbe lasciato molto più spazio all’inventiva e all’immaginazione. Ecco dunque che, proprio quando ormai la saga sembrava non riuscire più a risalire la china, Sledgehammer Games propone l’ennesimo gioco di guerra ambientato nella seconda guerra mondiale. Solito cliché verrebbe da pensare, in fin dei conti quale appassionato di sparatutto non si è già trovato ad affrontare lo sbarco in Normandia nel tanto amato Medal of Honor? Dubbi, paure ed incertezze, erano tutti leciti nodi da sciogliere nei cuori degli appassionati. Il problema, anche se in realtà si tratta di tutt’altro, è la software house che sconvolge tutto quello che abbiamo visto nella serie, proponendo un prodotto che sa di classico ma, allo stesso tempo, è più fresco che mai con l’introduzione di meccaniche e situazioni che mostrano la voglia di tornare a stupire i giocatori, non solo grazie al sempre efficiente e completo comparto online, ma anche con una storia principale coinvolgente e di spessore.

Vincere a qualsiasi costo

Partiamo con il narrarvi la campagna di Call of Duty WWII: questa volta ci troviamo davanti a una storia ben più sfaccettata del solito, poiché non si limita solo al racconto della seconda guerra mondiale, ma ci fa anche vivere gli orrori del nazismo come mai prima d’ora, con uno sguardo molto più personale e profondo che tocca in modo particolare l’utente. La trama di Call of Duty WWII tratta infatti temi come l’amicizia, la speranza e il coraggio, oltre a farvi capire con maggior impatto la parte più oscura di una delle pagine più cupe della storia dell’umanità. C’è da dire però che Sledgehammer gioca di anticipo, proponendo si una storia ben scritta, ma contemporaneamente molto sicura e su binari già percorsi più volte.

Partirete dallo storico sbarco in Normandia fino ad arrivare al cuore delle Germania, ripercorrendo alcune delle missioni più catastrofiche della guerra, un esempio su tutte l’operazione cobra. Call of Duty WWII è un titolo dal forte senso di appartenenza, dove il patriottismo e la libertà saranno i capisaldi dell’intera esperienza. Ma il titolo non è solo questo, i ritmi ben serrati e adrenalinici vi accompagneranno, il feeling con le armi è rimasto praticamente invariato proponendo, dunque, come detto in precedenza, un prodotto classico ma al contempo fresco.

Carica il fucile

Il punto cardine dell’esperienza di Call of Duty WWII, ma se vogliamo anche della saga in generale, è senza ombra di dubbio il gameplay. Finalmente i vostri compagni serviranno davvero a qualcosa, poiché in questo capitolo saranno davvero essenziali per evitare la vostra prematura dipartita. A seconda di chi vi accompagnerà nella missione, potrete richiedere quando ne avrete necessità kit medici, munizioni, granate e via dicendo. Questa meccanica funziona molto bene, rendendovi davvero partecipi all’interno della squadra. Questa volta c’è da dire che le meccaniche base di gioco vengono sfruttate in maniera molto diversa dai predecessori, proponendo continui cambi di ritmo e fasi stealth ben congeniate che rendono unico, almeno per certi versi, questo capitolo della serie.

Tutto il gameplay viene contornato dalla spettacolarità di certe sequenze, passando in un attimo dalle normali sparatorie in spazi aperti, a scontrarvi nei cieli contro stormi di aerei tedeschi. Nonostante il livello di sfida sia piuttosto arduo, soprattutto a modalità più elevate, c’è da dire che l’intelligenza artificiale ancora non è brillantissima come ci aspettavamo. Ovviamente avrete comunque la sensazione di trovarvi nel bel mezzo della battaglia: in alcuni momenti specifici, giusto per dare un pizzico di variazione in più all’esperienza, vi scoprirete a compiere delle Gesta Eroiche, ovvero salvare un compagno dalla morte imminente. Una variante di questa meccanica sarà anche nei confronti dei tedeschi per i quali, una volta che si saranno arresi, toccherà a voi decidere se risparmiarli o ucciderli.

call of duty WWIIUn multiplayer per ghermirli

Per ovvi motivi il passaggio alla Seconda Guerra Mondiale riporta anche il multiplayer letteralmente con i piedi per terra: basta spostamenti rapidi, basta super salti e via dicendo. Il ritmo frenetico e la rapidità storica della saga però resterà invariato, nonostante la maggiore sobrietà delle bocche da fuoco disponibili nel gioco. Anche grazie a tutto questo la casa di sviluppo è stata libera di poter creare mappe più profonde ed espansive, oltre che molto diverse tra loro dal punto di vista estetico.  Il feedback delle armi e la cadenza di fuoco sembrano molto differenti rispetto alla campagna principale, garantendo quindi ritmi sempre alti, precisi e veloci.  Spostando il gameplay in orizzontale invece che in verticale la scelta dell’arma dipenderà, non solo dal vostro stile di gioco, ma anche dalla modalità di sfida.

Utilizzare un fucile da cecchino in una mappa stretta può essere deleterio, proprio per questo sarà molto importante la creazione del vostro avatar, scegliendo con molta cura la divisione di appartenenza, equipaggiamento e tanto altro. Le appena citate divisioni sarebbero una sorta di carriera, dato che definirà l’arma utilizzata per ottenere bonus speciali, ottenendo così punti esperienza aggiuntivi per avanzare velocemente di livello. Ovviamente nel comparto online non può mancare la personalizzazione del vostro alter ego, che non servirà solamente per differenziarvi sul campo di battaglia, ma anche per essere unici all’interno del Quartier Generale. Quest’ultimo è semplicemente un HUB sociale stile Torre di Destiny.

call of duty WWIINonostante non sia propriamente importante, potrete comunque svolgere delle attività come recuperare missioni, comprare fucili dall’armaiolo e tanto altro per divertirvi. Benché non abbia un vero e proprio peso specifico nell’economia del comparto multiplayer, il QG resta un’introduzione parecchio interessante all’interno della serie. Ultima, ma non per importanza, è l’inserimento della modalità guerra: qui vi dividerete in due squadre con l’obiettivo di conquistare o difendere una determinata zona, scortare un carro armato o conquistare le spiagge della Normandia. Ci sarà anche la possibilità di costruire postazioni difensive o semplicemente ostacoli per le avanzate nemiche.

Senza ombra di dubbio questa è l’introduzione più grande nella serie, poiché ingrandisce la formula base degli sparatutto multiplayer e soprattutto della saga. Sledgehammer ha avuto il coraggio di osare e di proporre un sostanziale cambio di rotta della produzione, dando agli appassionati più modi in cui fruire dell’esperienza. Per molti utenti il ritorno al passato sarebbe dovuto essere un limite al comparto online, invece la software house è riuscita a tramutarlo in un punto a favore oltre che a una rivoluzione che farà piacere a tutti gli appassionati i quali, oltre al pacchetto classico, troveranno delle introduzioni davvero interessanti.

Call of Duty WWII: ZombieNazi-Zombie

Adesso andiamo a parlare dell’ultima modalità presente all’interno di Call of Duty WWII, ovvero quella zombie. Anche in questo caso la software house ha rivoluzionato l’intera esperienza, concentrandosi sul creare un’atmosfera horror e dare più varietà di gioco all’utente. Le meccaniche ovviamente sono quelle classiche, tranne sul fatto che dovrete dire addio per sempre alle barricate, con decine e decine di zombie che vi accerchieranno e vi inseguiranno per tutta la mappa. Ovviamente i veterani sapranno già dove mettere le mani mentre, per quanto riguarda i neofiti, almeno all’inizio saranno dolori. In ogni caso i nuovi giocatori potranno seguire un sistema di indizi per far avanzare la storia e capire con largo anticipo la mossa successiva.

Nonostante la formula di gioco sia piuttosto lineare, il divertimento non manca. L’introduzione dei già citati indizi, opzionali tra le tante cose, fa capire la voglia di Sledgehammer di puntare forte su questa modalità e la voglia di non lasciarla solo di contorno. Probabilmente ci troviamo davanti alla modalità zombie più completa della serie, sia dal punto di vista della tensione che da quello delle azioni da compiere durante la partita.

Tecnicismi di guerra

Per quanto riguarda la grafica la casa di sviluppo si sta impegnando sempre di più nel rendere quasi labile la differenza tra le sequenze cinematiche ed il gameplay nudo e crudo, così da rendere ancora più veritiera e d’impatto l’esperienza in generale. Nonostante il motore di gioco non sia stato rivoluzionato, i continui perfezionamenti stanno dando pian piano i veri frutti. Neanche a dirlo su PlayStation 4 Pro, console con la quale abbiamo usufruito del titolo, l’effetto visivo è davvero efficace, confermando quando siano spettacolari alcune sequenze di battaglia.

Tutto questo viene contornato dalle musiche, sempre ben azzeccate e anch’esse eccellenti, perfette per far immedesimare l’utente in una vera e propria guerra. Come di consueto la serie tiene a fare un lavoro ottimale anche dal punto di vista tecnico, infatti durante la nostra esperienza non abbiamo rivelato nessun tipo di calo di frame rate, dando quindi fluidità a tutte le sequenze senza mai perdere di ritmo.

In conclusione Call of Duty WWII è la nuova luce del brand, un nuovo punto di partenza con cui confrontarsi per i futuri lavori della saga. Difficilmente si poteva fare un lavoro superiore sulla serie, sia dal punto di vista delle introduzioni che dalle innovazioni. Tutte le migliorie apportate al titolo sono sicuramente una nuova base per il futuro, ma queste dovranno venire costantemente aggiornate e non limitate. L’introduzione di un nuovo HUB generale fa ben sperare per la continuità di aggiornamento all’interno del gioco, così da riuscire a dare agli utenti un costante quantitativo di contenuti sempre diversi. Speriamo che questo sia ufficialmente il punto di svolta per Call of Duty.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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