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Cosa decreta il successo o il fallimento di una console? [Terza parte]

Siamo giunti alla terza parte del nostro viaggio alla scoperta delle console che più abbiamo amato: dal loro lancio, ai loro pregi e difetti, al loro impatto sul mercato. Se nella prima parte ci eravamo dedicati alla “nascita” della grafica 3D, nella seconda parte all’ottimizzazione dello sviluppo grafico e a qualche chicca che univa le console portatili a quelle casalinghe, in questa terza parte ci dedicheremo alle console che più hanno rivoluzionato il mondo del gaming.

console_wars

Per la prima volta abbiamo delle vere e proprie infrastrutture online, con aggiornamenti firmware, nuove funzioni, gioco online, lo sfruttamento dell’alta definizione, feature specifiche per ogni console: passiamo dal Wii, con i suoi controlli di movimento, alla Playstation 3, potenza pura e ottimo reparto multimediale, all’Xbox 360 che sfrutta l’enorme esperienza Microsoft per offrire al videogiocatore il massimo intrattenimento online possibile. Chi l’avrà spuntata questa volta?

Il 2005, l’anno della svolta

La prima a muoversi e a dar inizio, quindi, alla settima generazione di console è proprio colei che per ultima era entrata in questo mondo: la Microsoft. La sua Xbox aveva avuto un discreto successo, di poco maggiore a quello ottenuto da Nintendo con il GameCube ma nettamente inferiore al successo di Sony e della sua Playstation 2. L’anticipare tutti con l’uscita sul mercato di una nuova, incredibile console, appariva a Microsoft come la mossa migliore per cercare di fare grandi numeri fin dall’inizio. Il 22 novembre del 2005 esce ufficialmente l’Xbox 360.

Xbox 360

L’uscita di questa console apre davvero una nuova era videoludica: non solo le prestazioni grafiche erano eccezionali, ma l’esperienza Microsoft aveva portato allo sfruttamento della piattaforma Xbox Live, per far sì che ogni videogiocatore avesse un account che permettesse il gioco online, poter sbloccare gli obiettivi, di poter scaricare giochi arcade, demo, trailer, spettacoli televisivi, musica e film. Insomma, una vera e propria stazione multimediale. Moltissima attenzione era stata posta da Microsoft anche nel design, infatti la prima Xbox era stata molto criticata, soprattutto in Giappone, in cui la fissazione per l’eleganza e per il peso delle console è uno degli aspetti più importanti; con la nuova Xbox 360 erano stati fatti passi da gigante, ma forse per i giapponesi non era ancora abbastanza: se nei primi giorni del lancio la console Microsoft fece il tutto esaurito praticamente in tutto il mondo, in Giappone l’accoglienza fu piuttosto tiepida. Ma le innovazioni non si fermavano di certo qui: il supporto all’alta definizione e il nuovo controller wireless di serie (da molti considerato il controller più comodo ed ergonomico mai creato) erano delle novità mai viste in ambito videoludico (il Wawebird di Nintendo per il GameCube uscì solo successivamente e non era in dotazione con la console), che aprivano, soprattutto la prima tra le due novità citate, a mondi visivi davvero spettacolari. E questa nuova potenza grafica ha permesso la realizzazione di veri capolavori, di giochi amati dai consumatori sia per il nome che portavano (come Halo 3, terzo episodio dell’ormai saga iconica Microsoft e titolo più venduto in assoluto sulla console con 12 milioni di unità) ma anche nuovi titoli, tra cui Gears of War, BioShock e Mass Effect. Inoltre, tramite l’emulazione, era possibile giocare (se compatibili) i giochi della vecchia Xbox, per questo il parco titoli poteva vantare di un gran bel numero di giochi con cui divertirsi. Per dovere di cronaca, bisogna riportare anche i difetti della console, soprattutto di un aspetto di cui tutti, anche chi non ha mai posseduto la console, ha sentito almeno una volta parlare: il red ring of the Death (e qui dovrebbe iniziare una musica apocalittica). Per chi davvero in questi anni avesse vissuto in un mondo tutto suo, spiegherò brevemente di cosa si tratta: essendo questa console un vero e proprio pc dedicato però ovviamente alle sole funzioni multimediali e videoludiche, era disponibile un utile sistema di luci che, in base alla colorazione o alla disposizione della loro accensione, facevano capire quale fosse il problema della console nel caso di malfunzionamenti. Ebbene, nel momento in cui le tre luci si accendevano contemporaneamente, mostrando orgogliose il loro colore rosso, praticamente la console era da mandare in assistenza; è ben chiaro come quelle luci rosse siano state l’incubo di molti possessori di Xbox 360, visto che da quanto è possibile apprendere sulle esperienze personali raccontate dagli utenti online, questo red ring of the death non era poi così raro da incontrare, soprattutto con i primi modelli della console.

Red-Ring-of-Death

                                                                              E’ lì che vi osserva, nemmeno fosse l’occhio di Sauron

L’Xbox 360 ha potuto vantare di molti accessori aggiuntivi, tra cui telecomandi, microfoni, mouse e tastiere; cose di “poco” conto, ma non si può sorvolare sul Kinect, inizialmente conosciuto come Project Natal. Uscito sul mercato nel 2010, il Kinect era (parlando in termini spiccioli) una telecamera da piazzare vicino al televisore, che registrava tutti i movimenti del videogiocatore e che permetteva, quindi, di interagire con i titoli compatibili senza l’utilizzo dei classici controller. La tecnologia alla base di tutto è molto più complessa di quello che si potesse pensare: il Kinect, infatti, non era una semplice telecamera come ad esempio l’Eye Cam di Sony, ma un vero scanner che registrava i suoni (con un microfono) e i movimenti 3D nello spazio. Tutto ciò è avvenuto dopo il grande successo ottenuto dal Wii e dai suoi sensori di movimento, ma Kinect non è mai stato qualcosa per la quale valesse la pena comprare la console; i pochi e mediocri titoli che sfruttavano la periferica erano per di più uno specchietto per le allodole; nonostante questo il Kinect ha avuto un ottimo successo commerciale, seppur poi, come detto precedentemente, non sia stato mai sfruttato con titoli di punta. L’Xbox 360 ha avuto una vita lunghissima, proprio perché è stata la prima console di settima generazione ad essere uscita sul mercato: solo nel 2013, infatti, è stata sostituita dall’Xbox One, nonostante le vendite non si siano di certo fermate: a marzo 2014 sono circa 81,12 milioni le Xbox 360 vendute nel mondo.

A distanza di un anno Sony risponde con la sua nuova, eccezionale console: l’11 novembre 2006 esce sul mercato la Playstation 3, discendente delle incontrastate prima Playstation e Playstation 2. Forte del successo planetario ottenuto dalle due precedenti console, anche questa volta Sony punta ad un semplice “3” per rinominare la sua console, d’altronde il marchio PS era diventato sinonimo di videogioco.

ps3

In ritardo di un anno, Sony si trovava a dover “inseguire” la console rivale di Microsoft, che nel frattempo aveva ben ingranato e aveva dato inizio alla vera next gen. Potenzialmente migliore in ambito hardware, la PS3 poteva contare su numerose esclusive e saghe storiche, punto di forza della console Sony: tra i migliori e più famosi giochi troviamo i due Uncharted, Kingdom Hearts 1.5 Remix, i vari God of War, Gran Turismo 6, i due capitoli di inFamous, Killzone e ultimo, ma non per importanza, il magnifico e pluripremiato The Last of Us (probabilmente il migliore gioco di tutta la settima generazione), per non parlare dell’intera softeca PS2. Infatti la PS3, almeno nella sua prima versione (la cosiddetta versione “fat”, in seguito uscirà una versione “slim” e “ultraslim”) assicurava la retrocompatibilità con quasi tutti i vecchi titoli per Playstation 2, console sulla quale uscirono un’infinità di ottimi giochi. La console inizialmente non sfondò sul mercato, complice una line up iniziale non all’altezza, ma alla fine la PS3 vendette circa 78,92 milioni di console, numeri di pochissimo superiori a quelli Microsoft quindi, ma nettamente inferiori a quelli che farà Nintendo con il suo Wii, come vedremo in seguito. Così come la rivale Microsoft, anche la PS3 era un vero e proprio centro multimediale: riproduzione di musica, connessione a internet, ma soprattutto l’introduzione di un nuovo formato disco, l’ormai famoso Blu-ray disk. Ma non tutto è positivo: se infatti il pad della Playstation, chiamato Dualshock, è sempre stato abbastanza apprezzato dai consumatori, lo stesso non poteva dirsi di questo nuovo Dualshock 3: la forma dei pulsanti Le R fu cambiata a favore di veri e propri grilletti e la posizione degli analogici ancora una volta veniva considerata non propriamente ergonomica. Inoltre una serie di sfortunati aggiornamenti ha portato molte console a bloccarsi o a non essere più in grado di collegarsi a internet, con conseguenti problemi nel ricevere gli aggiornamenti successivi che risolvessero questi problemi. Parlando di Playstation 3, non si può escludere il PS Move, contromossa di Sony al Kinect di Microsoft ma soprattutto al Wiimote del Wii; anche la Playstation 3 quindi poteva ora vantare di un pad che rivelasse i movimenti 3D nello spazio, in modo che il personaggio protagonista del videogioco riproducesse gli stessi movimenti fatti dal videogiocatore. Ma il successo non fu di certo quello sperato: così come successo con Kinect, soltanto una minima parte delle software house prese in considerazione lo sviluppo di giochi che supportassero questa nuova periferica, e nella maggior parte dei casi erano giochi non propriamente di tripla A. Nonostante quindi il “pesante” nome che si portava dietro, la Playstation 3 non riuscì ad eguagliare il successo delle due console precedenti, nonostante i numeri delle console vendute fossero davvero enormi.

Ma all’appello ne manca una, ovvero colei che doveva rifarsi davvero in questa nuova generazione di console, Nintendo. Regina incontrastata nelle console portatili e da sempre anche nelle console casalinghe, già con l’entrata di Sony con la Playstation aveva visto il suo Nintendo 64 battuto; ma è con la sfida GameCube-Playstation 2 che la Nintendo ne uscì davvero con le ossa rotte. Conosciuto inizialmente con il nome in codice di Revolution (mai nome fu più appropriato), il 19 novembre 2006 fa il suo debutto sul mercato il Wii, console che ha cambiato in modo enorme il normale approccio ai videogiochi.

Wii

Come è già possibile vedere dall’immagine, quel che risalta all’occhio è subito il controller della console: non un normale controller con analogici (anche se un analogico era ovviamente disponibile collegando il Nunchuck al telecomando principale) e mille pulsanti da premere, ma un telecomando con un numero minimo indispensabile di pulsanti ma con l’innovativa funzione di rilevare i movimenti nello spazio. Inoltre puntando il telecomando verso il televisore, appariva un puntatore che dava quasi l’impressione di utilizzare un mouse. Insomma, innovazione allo stato puro, ma tutta questa ventata di novità era accompagnata da un reparto hardware non all’altezza delle concorrenti (al momento solo Xbox 360, in futuro anche di Playstation 3): infatti il Wii altro non era che un “GameCube potenziato“; il livello grafico che la console Nintendo poteva raggiungere non era minimamente paragonabile a quello raggiungibile dalle controparti Sony e Microsoft. Ma vogliamo anticipare una cosa, la cosa che poi sarà oggetto di discussione delle righe a seguire: il Wii ha avuto un successo mondiale colossale, vendendo 101,17 milioni di console nel mondo, numeri molto al di sopra di quelli registrati da Xbox 360 e PS3. Già con questo, quindi, possiamo dire che Nintendo ha vinto la console war della settima generazione di console; tutto perfetto per Nintendo, un po’ meno per i videogiocatori più “vissuti” (i cosiddetti hardcore gamer). I sensori di movimento e la successiva uscita di altri accessori utilizzabili in modi alternativi (la Wii Balance Board su tutte) ha fatto sì che il Wii diventasse la console perfetta per le famiglie: uscirono decine e decine di party game, decine di giochi indirizzati ad un pubblico solamente femminile, decine di giochi ispirati ai cartoni animati; insomma la base installata era così ampia che chiunque, dai bambini alle bambine, dai giovani agli anziani alle famiglie, tutti avevano una console Nintendo Wii. Questo ha sì fatto da una parte la gioia delle software house, che sviluppavano giochi di mediocre qualità che vendevano comunque tantissimo (almeno inizialmente), ma ha anche indotto il boicottaggio da parte delle stesse software house che non sviluppavano giochi di “serie A”, impiegando i loro sforzi solamente sulle console Sony e Microsoft. Inoltre l’enorme base installata di console non si rifletteva sulle vendite dei giochi: essendo tantissime le famiglie che avevano comprato un Wii, a quest’ultime bastava giocare sempre a quei 2-3 giochi acquistati, suscitando il malcontento delle software house che non vedevano il loro lavoro ripagato e che quindi negli ultimi anni di vita della console l’hanno praticamente abbandonata. Ciò ha portato a molto malcontento da parte dei possessori di Wii che utilizzavano la console per tutt’altra tipologia di giochi rispetto a quelli sopra citati: infatti oltre ai titoli first party e qualche ottimo third party, la softeca del Wii non ha potuto godere di molti capolavori. Ma parliamoci chiaro, la nomenclatura che gli è stata associata, come “console per le famiglie” è un luogo comune, visto che chi ha vissuto davvero la console (come il sottoscritto) può testimoniare l’esistenza di moltissimi titoli di qualità: basti citare i due Super Mario Galaxy, i due Zelda, Mario Kart, Donkey Kong, Metroid Prime Trilogy, Super Smash Bros. e per non citare sempre le solite IP first party, anche delle ottime novità più mature, come i due No More Heroes, Mad World, Sin & Punishment, Red Steel, Disaster: Day of Crisis, The Last Story e l’eccellente Xenoblade. Una menzione a parte per Wii Sports, titolo più venduto della console, in bundle con la console stessa e che permetteva di giocare a vari sport con un “realismo arcade”, visto che grazie ai controlli sensoriali era possibile giocare compiendo i movimenti che si farebbero nella realtà. Il Wii ha apportato una vera rivoluzione nel mondo videoludico: se prima i videogiochi erano un mercato “chiuso” e ristretto ai soli appassionati, ora chiunque giocava con i videogiochi, portando molti benefici (vedi soldi) alle software house, ma anche molti giochi mediocri sul mercato, per l’ira dei vecchi videogiocatori. Nonostante questo, i sensori di movimento o comunque il giocare in modo alternativo era stato così un successo che Microsoft e Sony non potevano restare a guardare: rispettivamente con il Kinect e con il PS Move si tentò di allargare la base installata anche per Xbox 360 e Playstation 3 attirando i “casual” gamer, simbolo appunto che il mercato videoludico era cambiato. In bene o in male? Questo purtroppo non è facile da stabilire; è giusto che chiunque possa giocare ai videogiochi e che possa trovare sul mercato il proprio genere preferito, è anche un dato di fatto che successivamente a questa rivoluzione le software house hanno avuto sempre un occhio di riguardo all’ampissima base di videogiocatori che si era installata: con le dovute eccezioni (fortunatamente), la maggior parte dei videogiochi ormai puntava tutto sulla grafica (che attira molto i “non esperti”) e poco sul gameplay (l’essenza di un videogoco) e la difficoltà generale puntava al ribasso per essere accessibile a chiunque. Le rivoluzioni portano sempre a grandi cambiamenti: la Nintendo con il suo Wii, nel bene e nel male, è riuscita a farlo, modificando il concetto “classico” di videogioco.

E così si conclude anche questo viaggio nella settima generazione di console, che vede vincitrice come i vecchi tempi Nintendo, che tramite un rivoluzionario modo di giocare è riuscita a portare i videogiochi in ogni famiglia del mondo. Ormai chiunque giocava con i videogiochi, quest’ultimi non erano più qualcosa di nicchia, Nintendo aveva colto nel segno, pur modificando in questo modo il mercato videoludico, che da questo momento guarderà sempre anche ad un pubblico diverso rispetto a quello solito che aveva sempre amato i videogiochi.

Damiano "Xenom" Pauciullo
Videogiocatore da quando aveva 3 anni grazie ad un bel GameBoy rosso fiammante, si chiede ancora come facesse a quell'età a completare i giochi. Predilige i platform (soprattutto se come protagonista hanno un idraulico baffuto) e i giochi d'avventura (ma solo se il personaggio ha una tunica verde); diciamo che quel 23 settembre del 1889 avevano previsto la sua nascita, fondando quindi la Nintendo.

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