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Dragon Quest Heroes II recensione

La saga di Dragon Quest è senza ombra di dubbio una delle più longeve della storia dei videogiochi. Sebbene oggi non parleremo del gioco di ruolo, è doveroso partire con una piccola premessa: il prodotto, essendo un franchise ormai consolidato, sta cominciando ad espandere la sua fan base tramite la sperimentazione di generi diversi oltre al GDR. Il più recente che mi viene in mente è Dragon Quest Builders, opera fortemente ispirata a Minecraft, ma che a livello narrativo mantiene la classica storia della serie, dove un figlio della luce deve fermare l’oscurità che avanza. Il primo Dragon Quest Heroes si è dimostrato un titolo non eccellente, ma sicuramente con ottime potenzialità, dunque Square Enix, con Dragon Quest Heroes II, non ha fatto altro che prendere quanto di buono visto precedentemente e ampliarlo. Nonostante il genere musou qui in Italia non sia particolarmente apprezzato, c’è da dire che questo lavoro si avvicina maggiormente ai gusti di noi occidentali.

La saga continua…

Nel gioco vestirete i panni dei cugini Lasaar e Theresa, tra i migliori guerrieri di tutte le terre. Durante un allenamento, che fungerà perlopiù da tutorial, la vostra cittadina sarà posta sotto attacco da Kisar, principe del regno di Kala. Questo avvenimento mette in guardia i due ragazzi anche perché, secondo un’antica profezia, se la pace tra le varie popolazioni dovesse finire si risveglierà un antico ed oscuro mostro che raderà al suolo l’intero continente. Durante il vostro cammino incontrerete diversi compagni di viaggio ma, proprio come succedeva nel primo Dragon Quest Heroes, troverete eroi provenienti da altre dimensioni in cerca di spiegazioni e pronti ad offrirvi le loro armi (tra questi segnaliamo l’eterno casanova Angelo e la maga Jessica). I personaggi di altri capitoli, almeno inizialmente, saranno ostili, ma dopo una bella battaglia si ammorbidiranno tanto da unirsi al vostro gruppo. Per quanto riguarda la trama generale non aspettatevi una storia di spicco: il racconto è abbastanza lineare e, in alcuni casi, l’eccessivo protrarsi di alcuni dialoghi interromperà bruscamente i ritmi dell’intera esperienza, poiché spesso gli scambi di parole sono inutili e noiosi. Per quanto sia apprezzabile il fatto che la software house abbia pensato di inserire nuovi protagonisti all’interno di Dragon Quest Heroes II, questi vengono spesso messi in ombra dal carisma di alcuni elementi leggendari noti a chi conosce la serie.

Dragon Quest Heroes II non stravolge le meccaniche ben riuscite dello scorso capitolo; il sistema di combattimento è rimasto pressoché invariato e, purtroppo, restano tali anche le mosse e dinamiche della produzione precedente. In perfetto stile musou, sarete incentivati ad attaccare a testa bassa ma, a differenza del suo predecessore, questa volta sarà richiesta un minimo di strategia. Oltre a combinare combo e abilità speciali, la schivata sarà fondamentale per evitare di subire ingenti danni dai mostri più forti, purtroppo però, la parata resta ancora una meccanica non necessaria per avere la meglio nelle battaglie. Come di consueto ogni personaggio avrà a disposizione la propria classe ma, questa volta, avrete la possibilità di personalizzarla a vostro piacimento; ricordate però che in questo modo il vostro eroe che tornerà a livello 1. Nonostante dia un tocco di varietà alla produzione, il sistema di crescita non viene approfondito a dovere, lasciando così la costante sensazione di essere ancorati ai soliti attacchi senza una vera e propria diversificazione. Una nuova introduzione per lo skill tree è il livello maestria dell’arma: acquisendo potenziamenti attivi e passivi potrete diventare dei veri professionisti delle varie lame, aumentando così il vostro attacco e la vostra difesa.

Massicci e arrabiati…

Una cosa da segnalare senza ombra di dubbio è la buona qualità dell’intelligenza artificiale: confrontata al primo capitolo, dove i nemici erano il più delle volte dei sacchi da box, in Dragon Quest Heroes II, soprattutto a difficoltà più elevate, avrete bisogno di limare le vostre abilità e assimilare il più velocemente possibile il combat system. I mostri sono più agguerriti e determinati e sono inoltre maggiormente diversificati in base alla zona in cui vi troverete. In questo nuovo capitolo, oltre a farvi largo tra orde di avversari, dovrete anche fuggire da dungeon labirintici, difendere una determinata struttura, nascondervi dai mostri in pieno stile stealth, risolvere enigmi ambientali e tanto altro. Unire diversi generi alla formula di gioco credo sia il pregio più grande dell’intera produzione, poiché non solo tenta di rinnovare la classica formula dei musou, ma rende il titolo diverso da tutti gli altri.

La vera introduzione di Dragon Quest Heroes II è senza ombra di dubbio il macro open world. Il primo capitolo era composto unicamente da dungeon che avevano come unico scopo farvi uccidere ondate di mostri neanche troppo differenti tra loro, questa volta invece potrete esplorare appieno i vari regni e spostarvi velocemente con l’ausilio del teletrasporto, utilizzabile in qualsiasi momento tranne durante i combattimenti e nei luoghi chiusi. Le varie location, che si dividono tra le classiche pianure fino ad arrivare agli aridi deserti, vi daranno l’occasione di sconfiggere nemici terribili (perlopiù miniboss e ricercati) che vi forniranno oggetti unici e maggiori punti esperienza. La difficoltà del gioco è costantemente calibrata verso l’alto e alcune boss fight vi richiederanno davvero molto impegno. Anche la curvatura di apprendimento è ben calcolata: infatti con il progredire dell’avventura diventerete dei veri maestri di tutte le arti. Esplorando le varie aree di gioco, saltuariamente incapperete in qualche abitante da salvare il quale, per ricompensarvi, vi darà monete d’oro e punti abilità. Rimangono ovviamente anche le tipiche missioni secondarie che vanno da incarichi come la raccolta di materiali, all’abbattimento di un nemico specifico. Ed è proprio grazie a tutte queste migliorie e innovazioni che Square Enix è riuscita a differenziare questo titolo dai vari capostipiti del genere di appartenenza.

Le ultime parole le spendiamo per quanto riguarda il livello tecnico della produzione: nonostante la grafica non sia eccelsa, Dragon Quest Heroes II si difende in maniera egregia, nonostante alcune location come castelli o grandi palazzi avrebbero potuto essere addobbati in maniera più sfarzosa, rendendoli così meno vuoti. Il comparto sonoro, invece, rende omaggio alle musiche classiche della saga che, come di consueto, riescono ad aumentare l’epicità di alcune scene chiave. Square Enix è riuscita a dare al grande pubblico un’esperienza fluida e senza intoppi, infatti nella nostra avventura non abbiamo notato vistosi cali di frame rate. In poche parole il titolo è la somma degli elementi di spicco del primo capitolo, con in aggiunta una serie di migliorie che evolvono la produzione. L’introduzione del multiplayer all’interno dei dungeon ci sembra una buona intuizione, anche se l’obbligo di inserire il codice amico vi precluderà di sfruttarla nella maggior parte delle occasioni. Grazie a quanto fatto, la ridondanza e la noia che i musou si portano dietro viene in parte limata, segno di un grande lavoro di ricerca per dare a questo nuovo capitolo della saga un’anima propria.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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