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Hidemaro Fujibayashi parla della mappa di The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Da qualche giorno è uscita Nintendo Switch, nuova console ibrida di casa Nintendo che ha venduto tantissimo nei primi giorni; insieme ad essa è uscito anche The Legend of Zelda: Breath of the Wild. In una recente intervista il director della compagnia nipponica, Hidemaro Fujibayashi, ha rivelato che alla base della mappa di gioco dell’ultimo capitolo di Zelda c’è la città di Kyoto.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Il director Hidemaro Fujibayashi ai microfoni di The Verge ha parlato della genesi della mappa di gioco:

Quando ho iniziato a progettare il gioco avevo Link su un campo vuoto e provavo a girare a vuoto cercando di calcolare le distanze e capire dove ci sarebbero dovuti essere dei punti di riferimento” ha detto Fujibayashi “quello che mi ha aiutato in questa situazione è stata la mia città natale: Kyoto. Ho sovrapposto una mappa della città e l’ho sovrapposta al mondo di gioco cercando di immaginare di spostarmi tra le varie località di Kyoto pensando ‘ci vuole questa quantità di tempo per arrivare dal punto A al punto B, come lo traduco nel gioco?’ Ed è così che è nata la mappa di gioco di Breath of the Wild“.

Fujibayashi ha poi proseguito:

Quando dialogavamo nel team dicendo per esempio che la distanza tra questa torre e quella è proprio come la distanza tra questi due punti di Kyoto ci siamo resi conto che era tutto più agevole e veloce. Sia che si tratti di camminare o di viaggiare in sella alla mia moto o sulla mia auto ho fatto queste cose nella vita reale quindi so quantificare il tempo che ci vuole.

Inoltre anche l’art director del titolo, Satoru Takizawa, ha parlato di come Kyoto sia stata perfetta per il nuovo The Legend of Zelda: Breath of the Wild:

Una cosa che ha reso veramente facile il tutto è che Kyoto ha tantissimi luoghi turistici. Hai tutti questi famosi templi e santuari. Se io devo andare tra un punto A famoso e un punto B famoso so quantificare molto bene quanto tempo ci si impiega e ciò ha reso molto facile immaginare come si poteva tradurre nella mappa di gioco.

Simone ''Simexp'' Cuccu
Sin da quando era piccolo, Simexp si è sempre appassionato ai videogames. Iniziò nel lontano 1999 con un GameBoy Color e un PC giocando sopratutto a Pokemon e giochi targati NBA.

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