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Micro Machines World Series Recensione

Agli italiani piacciono due cose: i motori e il calcio. Forse per questo ad ogni titolo automobilistico, di moto o ad ogni anno che FIFA e PES fanno le loro uscite, il mondo videoludico italiano impazzisce. Eppure, come abbiamo visto recentemente, la voglia di tornare nel passato, in quei momenti in cui giocare era un passatempo divertente tra amici nella stessa stanza, è tanta. Uno dei giochi che costellava le giornate dei ragazzi, prevedendo un gameplay molto arcade, tante risate e altrettante amicizie finite era Micro Machines. Le macchinine regalate ad ogni bambino comparivano su schermo, creando quelle sfide che nel corso degli anni sarebbero diventate storiche. Codemasters ha deciso di riesumare il brand, puntando sul bisogno di ricreare quelle atmosfere; ma alcune volte, ciò che è nel passato dovrebbe forse rimanerci.

Back to the Future

Sebbene il gioco offra delle modalità basilari, il multiplayer in locale è davvero striminzito, lasciando solo la Schermaglia come possibilità: le vere modalità, le gare al fulmicotone, quelle sfrecciate su scrivanie e parquet rimangono solo nella modalità online. Questa è, senza ombra di dubbio, la più grande falla nel sistema che Codemasters ha ricreato con Micro Machines World Series. La possibilità di scannarsi tra amici in più modi avrebbe di certo fatto felici i fan storici della serie, cosa che invece l’online offre in modo più limitato (assenza di contatto diretto). Le due modalità che online sono giocabili sono la classica Gara e la Battaglia, una sorta di Deathmatch tutti contro tutti.

A migliorare la situazione ci pensano le licenze: grazie ad Hasbro, detentore di questo e altri brand, molti loghi familiari compariranno nel gioco, permettendovi di guidare il mezzo di G.I.Joe o usare armi marchiate Nerf. I mezzi a disposizione saranno vari, cambiando in base a pesantezza, resistenza, velocità e accelerazione; molto probabilmente nuovi mezzi, armi, piste e modalità potrebbero arrivare nel futuro, ma tutto sarà deciso dal successo che il gioco avrà sul mercato, creando così la necessità o meno di continuare a supportare il gioco.

Scendendo nel dettaglio, le battaglie tra automobiline avranno varie modalità, classiche nel genere ma comunque divertenti, come il Re della Collina, Cattura la Bandiera e Lancia la Bomba.

Race On!

Abbiamo sottolineato più volte come il gioco punti a fare il suo, senza scucirsi troppo e senza tentare di prendere strade poco battute: in effetti, l’anima del titoli rimane senza ombra di dubbio la stessa dello storico gioco, ma un po’ per i tempi cambiati, un po’ per la leggerezza con cui certe scelte di game design sono state prese, il senso di malinconia non sempre sarà positivo. Tecnicamente impeccabile, il gioco non vanta una grafica galattica ma fa del suo meglio, con un sonoro divertente e ricercato.

Ad aumentare l’impatto grafico saranno presenti le personalizzazioni dei mezzi, capaci di cambiare colore, skin, e tanti altri dettagli. Naturalmente per sbloccarli dovrete giocare, salire di rank nell’online e sbloccare i tanto ormai abusati forzieri.

Insomma, il responso è un Sì, ma… Questo perché alcune cose del passato dovrebbero rimanere nel passato, ma va data stima alle persone che tentano di portarlo nel futuro: ma non basta un po’ di olio di gomito, ne la volontà, ne tanto meno basterebbe un TARDIS. Le cose vanno contestualizzate, ricreate, o meglio riposizionate. Prendiamo Crash Bandicoot: il lavoro che ha subito è stato certosino, ma pur sempre basato su una remastered. Micro Machines World Series invece è un sequel a tutti gli effetti e, sebbene nella nostra testa ci stiamo domandando se davvero ce n’era bisogno, la voglia di prendere il pad e sfrecciare con una minuscola volante della polizia è tanta. Le quattro ruot(in)e ci sono, la pazzia delle Micro Machines pure, il feeling un po’ meno, ma ce lo facciamo bastare. Si torna in pista, chi arriva ultimo paga da bere!

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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