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Nex Machina Recensione

Sembra che il mondo sia proprio tornato agli anni ’90: al cinema abbiamo i Transformers, sulle console portatili imperversa Pokémon e in uscita a breve c’è il Nokia 3310 in veste di companion phone. In questo scenario, ecco che sul PlayStation Network e su Steam compare Nex Machina, ultimo titolo che sfrutta il gameplay twin-stick, ovvero controllato quasi interamente con i due stick analogici che trovate sul vostro pad. L’ultima fatica di Housemarque, in collaborazione con l’artista Eugene Jarvis, già papà di titoli come Defender e Stargate per citarne alcuni, si impone sul mercato come un titolo arcade psichedelico: un vero viaggio nella luce al limite dello stroboscopio.Nex Machina

Umanità Perduta

In Nex Machina, interpreteremo un giovane soldato cresciuto in un mondo ostile controllato dalle macchine che hanno sapientemente portato il genere umano al limite del baratro estinzionale. Il nostro protagonista, armato di fucile laser dovrà farsi strada attraverso orde di macchine assassine, che tenteranno in ogni modo di arrestare la sua personale crociata per salvare gli umani prigionieri e ridare la libertà alla sua razza. La storia non ha nulla di eccezionale, del resto non è certamente a questo che si ispiravano i game designer che hanno lavorato al gioco: il gioco punta tutto su un gameplay tanto semplice quanto accattivante.

Nel Cuore dell’Uomo

Grazie ad un sistema che, come dicevamo poco sopra, vi permetterà di controllare con lo stick sinistro il vostro eroe e con il destro la direzione e la quantità di colpi che il vostro fucile sparerà, il gameplay ci consente di sfruttare al meglio i tasti dorsali del joypad. Legati ai tasti posteriori infatti ci sono i colpi secondari, ottenibili come potenziamenti dalle casse che troveremo nel livello che stiamo affrontando, e lo scatto, che ci permetterà di sfuggire repentinamente dalle situazioni più pericolose. Nei sei livelli che compongono il gioco, avremo la possibilitò di potenziare la tipologia del nostro attacco secondario: dalla nostra abbiamo granate che esplodono a comando, il classico lancia missili, lento in azione ma devastante sul campo di battaglia, campi di forza invalicabili e perfino una spada laser a corto raggio, devastante, ma molto pericolosa perché ci costringe ad un estrema vicinanza con i nostri nemici. Potremo inoltre potenziare anche lo scatto, che oltre a rendervi immuni ai danni per qualche secondo, potrà essere eseguito più volte oppure ci permetterà di farci esplodere all’impatto con i nemici; non scordiamoci poi del fucile, che guadagna raggio d’azione e danno. Sei boss ben caratterizzati vi separano dalla vittoria finale, che otterrete abbastanza facilmente a difficoltà basse, ma che sarà ben più complessa da raggiungere, se deciderete di affrontare Nex Machina in modalità difficile: il numero dei gettoni virtuali continua, diminuirà drasticamente a queste difficoltà, rendendo il gioco un vero inferno di proiettili dove ogni colpo conta.

Conclusioni di una Luce Pericolosa

Pensando al gioco, la prima cosa che vi verrà in mente dopo averlo spolpato è la Luce, con la “L” maiuscola: si perché il lavoro di Housemarque è davvero un tripudio psichedelico di flash, colori accesi e mistici laser lucenti. Ad alcuni, tutti questi effetti luminosi potrebbero dar fastidio, ma vi assicuriamo che sono gran parte dello charme del gioco. Ad amalgamare la natura frenetica di questo titolo, troviamo una colonna sonora techno di tutto rispetto, che vi consigliamo di ascoltare in cuffia per rendere l’esperienza ancora più immersiva. Bene, vi starete certamente chiedendo: “Questo gioco non ha note negative dunque?”, ebbene ci sono, ma non sono così gravi da minare la bontà dell’esperienza proposta; infatti se vogliamo proprio essere pignoli, come nota di demerito potremmo inserire che la modalità co-operativa è disponibile solo offline, in locale. Il titolo offre una buona rigiocabilità, forte di molti collezionabili e segreti, dedicati a chi cerca una sfida nella sfida.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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