VideogiochiRecensione

Persona 5 Recensione

Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero: diceva così Oscar Wilde, noto poeta e scrittore irlandese. E le maschere sono il giusto simbolo per un gioco come Persona 5, JRPG a turni che tutto può essere definito fuorché tradizionale. Uscito a metà settembre in Giappone, solo ad aprile del 2017 è riuscito ad arrivare nel nostro paese, complice una mole di testo da tradurre davvero gigante e uno stile di gioco poco di moda in Europa. Persona 5 è un gioco complesso, in molti termini e in tutte le sue sfaccettature, al punto che si rende difficile da raccontare, al punto che, per far bene chiarezza nei vari termini, cercherò di illuminarvi su tutti i molteplici aspetti del gioco, spiegandovi di volta in volta il tema.

Take Your Heart

In Persona 5 vestiremo i panni di un gruppo di liceali che, più per necessità che per voglia, scopriranno che esiste un Metaverse, un universo parallelo costruito dai desideri degli esseri umani. Questo mondo parallelo prende potere e forma dai desideri, spesso contorti, di persone che non riescono a resistere alle voglie terrene, arrivando a produrre, a immagine e somiglianza del subconscio dell’individuo, veri e propri Palazzi: ognuno di questi palazzi contiene un tesoro, fulcro e forma del desiderio della persona di turno, e solo rubandola sarà possibile far cambiare idea (alcune volte in bene, altre in male) al soggetto. Ci penseranno quindi i Phantom Thieves of Hearts, gruppo di ladri che, grazie al risveglio del proprio Persona (che gli garantirà dei poteri di attacco per poter sopravvivere ed avanzare), tenteranno di sistemare la società (che si rinchiude, alla fine, al piccolo mondo fatto di scuola, quartiere e case dei protagonisti) e riportare l’ordine.

Se vi sembra complessa la trama, sappiate che questa è la parte più comprensibile: il gioco infatti getta fin da subito dei dogmi che, in modo coerente, regolano un mondo davvero complesso ma sfaccettato, capace di assorbire il giocatore in un continuo flusso di eventi, spesso sovrapposti e casuali. Caratterialmente i protagonisti, che si aggiungeranno con l’avanzare del gioco, saranno molto diversi e particolari, e questa diversità si potrà notare anche nelle meccaniche di gioco e nelle abilità di ognuno. Prima di parlare del gameplay, però, è necessario suddividere il gioco in due grandi aree: la prima, più particolare e importante, è la vita sociale del nostro personaggio primario, che potremo chiamare come meglio vogliamo; la seconda, più canonica, è la parte di dungeon crawling, dove i nostri eroi dovranno combattere nemici, esplorare aree e fare tutto ciò che si fa in un gioco di ruolo degno di questo nome.

Life Simulator

Nella vita di tutti i giorni, le priorità saranno esclusivamente quelle di un qualunque liceale: seguire le lezioni, passare il tempo, fare compere, pulire casa. La vita del protagonista non sarà delle più facili ed utilizzeremo il tempo a disposizione (che scorrerà diviso per giorni e, ogni giorno a sua volta, diviso per momenti) per leggere, studiare, vedere un film, correre e tanto altro ancora. Questi piccoli test aiuteranno fin da subito nel gioco, permettendo di potenziare alcune skill sociali, capaci però di dare degli effetti anche nel Metaverse e, inoltre, di sbloccare determinate scelte che l’eroe potrà fare.

Salvo delle azioni che concluderanno la giornata, voi potrete visitare i vari quartieri e, in soldoni, simulare la vita di un liceale, fatta di uscite con amici, di chiacchierate e legami che si creano, di acquisti compulsivi e dvd noleggiati, di libri presi in biblioteca o di partite di pallavolo. Fondamentale, vista la cadenza dei giorni, le azioni spesso avranno scadenze e vere e proprie schedule, richiedendo al giocatore un’attenzione aggiuntiva. Ma tutto questo non rimane utile solo nella vita reale: nel Metaverse, ogni oggetto avrà funzioni aggiuntive dovute al modo in cui viene visto dai nemici (una pistola giocattolo può sparare davvero), e gli oggetti comprati all’esterno, specialmente le medicine, potranno essere utilizzati all’interno.

Your Turn

Entrati nel Metaverse, la musica cambia: sebbene i legami creati nel gioco permetteranno di sbloccare abilità aggiuntive, il vero potere verrà dato dai Persona, queste entità spirituali (ispirate alle varie mitologie), che garantiranno al protagonista e i suoi amici dei poteri. Per questo motivo gli attacchi sono divisi in due grandi tipologie, fisico e magico: i fisici sono composti da colpi standard, colpi di arma da fuoco (con un caricatore che si scaricherà in base all’utilizzo) e skill attack, che per essere effettuati richiederanno un pagamento di punti vitali; i magici sono i restanti, possono essere a favore dei giocatori o contro i nemici, e consumeranno SP.

Senza ulteriori spoiler, tutti i comprimari avranno un solo Persona, con delle abilità specifiche (dovute proprio dal carattere del personaggio): il protagonista, invece, potrà scegliere quale Persona utilizzare. Questo apre infinite possibilità, grazie al fatto che, visitando una sfarzosa e strana prigione, potrete fondere due Persona per crearne uno diverso, variando così sia il vostro stile, che il numero di Persona scoperti.

Questa meccanica, inoltre, si fonde perfettamente con il combattimento: ogni nemico avrà una propria debolezza e colpendolo con quella verrà messo KO per qualche round. Mettendo tutti i nemici KO, partirà una piccola scena che vi permetterà di scegliere tra alcune alternative: farsi dare un oggetto, farsi dare dei soldi, fare un attacco finale oppure chiedere aiuto al mostro. Nei primi due casi, riceverete un oggetto o dei soldi, per poi vedere svanire il nemico. Le cose però si fanno più interessanti nel terzo e quarto: con l’attacco finale, una scena basata solo sui colori nero e rosso, con una conclusione dedicata al personaggio che ha fatto l’attacco, distruggerà (probabilmente) il nemico; nella quarta, un complesso botta e risposta partirà. Solo rispondendo esattamente potrete allora chiedere aiuto a quel mostro che diventerà una maschera del protagonista, e quindi un suo Persona. Alcune volte non servirà fare tutto ciò: in base al carattere del nemico (ebbene sì, anche questo dovete mettere in conto), alcuni di essi potrebbero arrendersi di propria volontà.

Tutto questo però potrebbe ritorcersi contro di voi: se un nemico porterà vicino ai 0 PS uno dei vostri alleati, potrebbe anche prenderlo in ostaggio e chiedervi qualcosa in cambio. Le vostre abilità di negoziazione saranno necessarie, arrivando a farvi perdere tutto prima di vederlo morto, oppure a farvi sacrificare qualche PS per riaverlo indietro.

L’esplorazione dei palazzi e la vita sociale avanzeranno di pari passo, e questo sarà inoltre evidenziato dalla necessità di esplorare i luoghi prima di compiere la missione: avrete infatti delle deadline, scadenze per portare a termine il furto, entro il quale dovrete aver trovato la via per raggiungere il tesoro, il tutto senza stancare troppo i vostri compagni. E’ per questo che spesso, dopo aver esplorato alcuni piani, dovrete uscire dal Metaverse e riposarvi, facendo quindi avanzare la vostra vita.

Stylish!

Se c’è una cosa che salta all’occhio fin da subito, all’interno del gioco, è lo stile con cui è strutturato: nulla, partendo dal menù e passando per le cutscene, ha qualcosa di ordinario, e riesce a stupire di volta in volta. Vi basterà pensare che, nella schermata di accumulo esperienza, il gioco in realtà vi mostrerà una scena di vittoria dove i personaggi agiranno sempre in modo diverso, con un nastro rosso che vi evidenzierà i punteggi ottenuti. I due mondi inoltre si differenzieranno da delle colorazioni basilari: il mondo reale sembrerà, per l’appunto, realistico e colorato il giusto; il Metaverse invece sarà sfumato da tinte accese, tendenti al rosso e al fucsia.

Menzione speciale va data anche alla musica, molto strana per un titolo orientale, e incentrata su un Jazz davvero particolare: si adatta perfettamente al tema ladresco del gioco, creando delle dinamiche molto attive nei combattimenti, e dando una sensazione di trovarsi dentro ad una puntata di Lupin III nelle fasi esplorative.

Persona 5Find your Persona

Persona 5 è un gioco particolare, e potrebbe non piacere a tutti: è un gioco ricco, complesso e dettagliato. Alcune volte anche troppo, ma mai in modo stucchevole. Il gioco vi mostrerà sempre nuove feature, capaci di farvi rimanere di volta in volta a bocca aperta: le battaglie, specialmente quelle importanti, avranno feature extra di volta in volta, e vi permetteranno di scegliere sia l’andamento che il modo in cui le affronterete. La libertà è tanta e alcune volte sarete davvero indecisi su come procedere, ma proprio questa, tra tutte le meccaniche, è quella che rende Persona 5 uno dei migliori giochi usciti nell’ultimo periodo.

Pieno di caratteristiche adulte esteticamente, il gioco non tratta temi scontati ma anzi molto pesanti: bullismo, maltrattamenti sessuali, suicidio sono solo alcune tematiche che il gioco prende di petto e che utilizza come motore di tutta la trama. Purtroppo la tipologia di gioco potrebbe rendere l’approccio difficile, soprattutto a chi non mastica di JRPG: eppure vi basterà soltanto giocarci qualche ora per capire come un mondo così vivo, così pieno di realtà, può avvolgervi e lanciarvi all’interno della vostra PlayStation 4, eliminandovi la concezione del tempo e rendendovi schiavi di un gioco che, complessivamente, non fa altro che confermare come questo 2017 sia un anno stupendo per essere videogiocatori.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbe interessarti anche