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Pokémon GO, il fenomeno mondiale

Alla veneranda età ormai di 24 anni, tornare a parlare dei Pokémon con un entusiasmo pari a quando ne avevo 8 o 9 è un qualcosa di indescrivibile, forse magico, e credo che molti della mia/nostra generazione potranno capire sopratTutto emotivamente di cosa sto parlando. The Pokémon Company e Niantic, piccolo team di sviluppo nato e cresciuto sotto l’ala di papà Google, dopo il clamoroso annuncio fatto nel 2015, nel corso degli ultimi giorni hanno finalmente rilasciato in tutto il globo l’atteso Pokémon GO. L’App, disponibile gratuitamente per i dispositivi iOS ed Android, ha generato un vero e proprio fenomeno culturale e sopratutto social; grazie anche all’ormai onnipresente Facebook, Instagram o il più recente SnapChat ci troviamo di fronte ad una vera e propria seconda Era per i Pokémon che, a distanza di 20 anni esatti, sono tornati prepotentemente in voga.

Pokémon GOC’è poco da dire sul titolo, avremo a disposizione determinati e celebri strumenti di gioco come Poké Ball, Mega Ball, pozioni e tanto altro e dovremo, attraverso lunghe scarpinate ed estenuanti ricerche, andare in giro in qualsiasi luogo alla ricerca di tutti e 151 i Pokémon delle celebre Prima Generazione; protagonista nel lontano 1996 in Pokémon Blu, Rosso e successivamente Giallo. Il titolo necessita costantemente di una connessione internet e di una batteria supplementare da collegare al vostro smartphone poiché, almeno per il momento, la vera e propria pecca è il costante consumo di energia della propria batteria dettata dall’esosa richiesta da parte dell’App di Niantic, tra segnale gps e la già citata connessione dati.

In ogni caso le mie prime impressioni su Pokémon GO, posso parlarne come un vero Allenatore. In concomitanza con il download del titolo, sono partito per un lungo viaggio per tutta l’Italia che, tra pioggia e tanto caldo dato il periodo estivo, mi ha portato ad accumulare già delle notevoli esperienze sia culturali che soprattutto sociali inerenti alla caccia ai Pokémon. La bellezza di tale App a mio avviso è il riscoprisi bambini con consapevolezza, però, di aver ora qualche Kg in più, barba e meno spensieratezza. Ed è proprio questa la vera forza di Pokémon GO, riuscire a cumulare queste due frontiere della nostra vita (prima da infante ed ora da adulto) e convogliarla tutta in una costante ricerca assieme ai vostri amici del cuore, fidanzato/fidanzata o sopratutto sconosciuti, magari anche stranieri dove in un lampo qualsiasi blocco culturale o linguistico viene meno.

pokemon-go-nick_statt-2016-2.0.0Pokémon GO è riuscito a far alzare la testa ed a non essere più schiavi di un PC o di una notifica sul social network di turno, è riuscito a far tornare nuovamente la gente a socializzare in un ristorante, come accaduto a me con un cameriere mentre mi elencava le pietanze del giorno, o di un bambino con un genitore mentre correvano per catturare assieme un Bulbasaur. Tra classiche critiche ormai standardizzate, tra chi prendeva in giro un giocatore di 24 anni con in un mano un Nintendo 3DS ed ora invece pronto a contattarlo per avere delucidazioni in merito a dove e e come trovare un determinato Pokémon, la vittoria del videogioco è palese ormai alla stragrande maggioranza dell’utenza, soprattutto chi (vedi i vari TG in TV) dal condannarli ora li esalta attraverso dei servizi inerenti al boom generato da Pokémon GO.

Siamo solamente all’inizio, crash e problemi legati al GPS ed altro ci sono, ma non è questo il fulcro del mio discorso. Pokémon GO come mera App nel tempo sarà migliorata, sia di contenuti che di meccaniche di gioco, mentre come messaggio e come vittoria social ha già vinto: cari/care nerd non vergognatevi più di esternare le vostre passioni, prendete il vostro amato Pokédex e magari anche il berretto di Ash Ketchum, ed uscite alla luce del sole con un grande sorriso e sopratutto con grande orgoglio. I Pokémon ci hanno dato l’imprinting genomico di nerd puri al 100%, non li abbiamo abbandonati col passare degli anni e mai lo faremo!

Emanuele "Nucky" D'Ascanio
Nucky, un esemplare in via di estinzione. Potremmo definirlo unico (e menomale) ed inimitabile! Entra nel progetto Game Legends a mani basse e con molti propositi, moltissimi, troppi, e non ne mantiene uno. Nasce, cresce, corre, sbatte e riparte. Le sue esperienze videoludiche sono innumerevoli e poliedriche: parte da pargolo con le console della grande N nuove di pacca, proseguendo poi con approcci più aggressivi senza saltare una generazione. Ovviamente con tutta questa carne al fuoco è arrivato a non apprezzare più nulla: "Ë un bel gioco, ma non fa per me". Il nostro Ditto personale si accoppia con qualsiasi partner, divenendo uno dei punti focali delle collaborazioni del sito. Predilige il genere FPS, TPS e Platform d'avventura di ogni genere!

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