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Quattro chiacchiere con Yoshiyuki Tomino al Romics 2017

Gundam è, senza ombra di dubbio, un anime che ha segnato diverse generazioni. Gli anni ’80 sono stati condizionati da un’ondata di robottoni giganti, ma limitare il tutto a questa semplice affermazione sarebbe davvero riduttivo. La serie fu ideata da Yoshiyuki Tomino che, insieme al gruppo creativo Sunrise, riuscì a creare un universo molto realistico che si concentrava su temi ed interrogativi profondi come: perché gli uomini continuano a farsi la guerra? Noi di Game Legends abbiamo avuto la fortuna, ma possiamo dire tranquillamente l’onore, di incontrare durante il Romics l’autore di questa splendida serie e abbiamo potuto così ascoltare le sue esperienze e vedere con i nostri occhi il suo sguardo emozionato nel raccontarle. Durante la sua apparizione, Yoshiyuki Tomino ha concesso un’intervista sul palco e noi abbiamo selezionato le domande più importanti, così da potervele riportare.

Come sei entrato nel mondo dell’animazione?

Ho iniziato studiando cinema all’università, ma quando sono uscito non ho trovato lavoro. Non avevo altra scelta che proseguire sulla strada dei miei studi e, all’improvviso, è successo tutto per caso. Devo dire che sono stato fortunato.

Dopo l’esperienza in vari studi d’animazione sei approdato in Sunrise, ci puoi dire qualcosa di quel periodo?

Nei primi anni il mio pensiero è stato quello di concentrarmi sui robot giganti. Li ho capito che quella era la mia direzione.

Quest’anno sarà il 40° anniversario di Zambot, cosa provi?

È stata la mia prima serie. Riguardandola vedo che ci sono dei problemi, ma per me è stata una scuola che mi ha permesso di migliorarmi e sperimentare.

Hai mai pensato a una conclusione di tutto l’universo?

Quando ho creato Gundam ho studiato la storia e la guerra. Quest’ultima viene fuori a causa della differenza di razza e di lingua, finché noi essere umani non oltrepasseremo questi pregiudizi non ci sarà mai una fine.

Tu e il team avevate già la sensazione di fare qualcosa di innovativo?

All’inizio lo speravo molto. I primi vent’anni, in realtà, sono stati frutto di tantissimi sbagli. Dopo trenta-quarant’anni posso dire che non mi sembra vero di essere riuscito a realizzare tutto questo.

Avevi già in mente di creare un universo intorno a Gundam?

Non pensavo che durasse così a lungo e, in realtà, non lo credeva quasi nessuno. Per dieci-quindici anni è stata davvero dura ma, alla fine, possiamo sorridere.

Da tutto questo, ciò che più è arrivato al pubblico è la passione, l’impegno ed il sacrificio che alla fine ripagano. Anche se per Yoshiyuki Tomino i primi anni di carriera sono stati complicati, lui non si è arreso, riuscendo alla fine a creare un fenomeno che ha segnato intere generazioni. La parola d’ordine quindi è “non mollare mai”, qualunque cosa ognuno di noi faccia nella vita.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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