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Space Hulk: Deathwing – Recensione

Quanto ci sono mancate negli ultimi anni le avventure spaziali caratterizzate da un’atmosfera opprimente e di certo non adatta a i sofferenti di claustrofobia? Tratto dalla serie di Warhammer, arriva a noi Space Hulk: Deathwing, uno sparatutto fantascientifico con tratti horror il quale, per chi non conoscesse il gioco originale, potrebbe sembrare ispirato ad altri franchise come Dead Space, Warframe o alla saga di Alien, e non sbaglierebbe, poiché a tratti la somiglianza con alcuni di essi è presente; relitti spaziali abbandonati, una squadra di Space Marine in ricognizione per scoprire il loro carico e creature spaziali che tenteranno di ucciderci non appena ci addentreremo nel loro territorio: questo è Space Hulk: Deathwing. Prendete quindi le tute spaziali ed i fucili, è ora di andare in missione!

Space Hulk: Deathwing

La prima compagnia dei Dark Angel

Gli Space Hulk, vecchi relitti spaziali ormai alla deriva nel cosmo, nascondono tanti segreti e tesori, ma anche molti pericoli; gli Space Marine dei Deathwing, la prima compagnia degli Angeli Oscuri ed in grado di utilizzare i poteri psichici, riescono a percepire ciò che è al loro interno, e vi si introducono  al fine di recuperare i corpi senza vita e scoprire che genere di carico trasportassero. Entriamo quindi nella composizione classica di un team di Space Marine, formata da tre membri: un compagno d’Assalto, un Apotecario ed infine noi, nell’armatura del Bibliotecario, a capo degli altri due che ci forniranno supporto durante l’esplorazione. Le nove missioni che ci aspetteranno sono molto fedeli allo stile originale del gioco: una volta all’interno dello Space Hulk, dovremo perlustrarlo, difenderci ed eliminare i Genestealer che ci tenderanno imboscate improvvise ogni qual volta ne avranno l’occasione, ed infine scoprire qual è l’importanza del relitto che stiamo esplorando e cosa esso trasportava. tutto terminerà ovviamente raggiungendo alla fine il punto di estrazione per far ritorno alla base.

Lo spazio da, lo spazio toglie

E’ tutto molto bello quando in un gioco sparatutto le munizioni sono infinite… ma se vi dicessimo che, nonostante ciò, esse in Space Hulk: Deathwing non bastano a garantirvi la salvezza? Ebbene sì, il gioco non è semplicemente uno sparatutto in prima persona, ma un vero e proprio survival, dato il numero limitato di kit medici che potremo usare per curarci e la nostra totale inutilità senza le due unità di supporto: proseguire da soli corrisponde quasi sempre a morte certa, e non saranno poche le volte che toccherà ricominciare le missioni per un nostro passo falso. Sapete quando si dice che le cose si apprezzano veramente solo quando non le si hanno più? Bene, immaginate che questo rimorso vi accompagnerà ogni volta che l’Apotecario farà una brutta fine, poiché senza le sue cure la vita prenderà tutta una sfumatura, e non di grigio, ma più verso il rosso sangue. Una critica che alcuni giocatori più hardcore hanno mosso agli sviluppatori è stata la scelta di inserire le munizioni illimitate poiché, se esse fossero state limitate, o comunque ci fosse stata la limitazione tra le opzioni, l’esperienza sarebbe stata più godibile e coinvolgente a detta di tali giocatori, in contrapposizione alla ripetitività di alcune missioni.

Space Hulk: Deathwing

Impossibile da fermare

Veniamo ora all’aspetto a mio parere più bello di tutto Space Hulk: Deathwing, i combattimenti e le abilità del nostro Bibliotecario, che a quanto pare non mette a posto i libri ma i cadaveri dei Genestealer che tenteranno di farci passare a miglior vita. Abbiamo già detto che disponiamo di un’arma da fuoco con munizioni illimitate, ma questo è solo l’inizio: sparare è divertente, ma volete mettere questo a confronto con l’emozione di smembrare quegli infami che alla prima occasione vi tendono imboscate? Esatto, siamo dotati anche di combattimento melee, molto più efficiente in alcune situazioni dell’arma da fuoco. Non è finita qui, poiché oltre a queste due funzioni di attacco, il gioco mette a nostra disposizione anche una copertura/parata, che ci salverà la vita in molte occasioni, soprattutto quando il fuoco nemico è concentrato su di noi e siamo costretti ad arretrare. Abbiamo parlato del fuoco, del combattimento ravvicinato e delle protezioni, ma c’è dell’altro: manca infatti l’elemento più tamarro e potente, quello che veramente vi farà sentire sei piedi sopra i nemici, morti al suolo. Stiamo parlando dei poteri e delle le abilità.

Eh sì, mi riferisco a veri e propri poteri, che potremo inpostare sui tasti numerici della keyboard e divisi per categorie, tra buff e danno. I primi possono stordire i nemici, renderci più resistenti e in generale applicare effetti di controllo o potenziamenti su di noi, mentre i secondi sono paragonabili ad un tasto di eliminazione dell’ondata nemica: alcune di queste abilità infatti permettono di friggere in pochi secondi una moltitudine di nemici come niente fosse, sfruttando scariche elettriche e campi di forza che infliggono danno ad area o si propagano tra i corpi dei malcapitati, lasciandoli istantaneamente stesi al suolo con un tocco di affumicatura che non guasta mai. Inoltre il nostro personaggio può essere personalizzato negli appositi HUB, cambiando le abilità, sbloccandone di nuove, modificando le armi o la loro tipologia e acquistando potenziamenti per noi o per i nostri compagni, come il numero di cure fornite o la velocità di hacking di porte o videocamere.

Accendete la luce, e sbrigatevi

Se a caldo mi si dovesse chiedere qual è l’elemento estetico che preferisco di Space Hulk: Deathwing, non avrei dubbi nell’affermare che le ambientazioni interne degli Space Hulk sono eccezionali: al loro interno regna un’atmosfera quasi palpabile di una stazione spaziale abbandonata e alla deriva, in uno stile a metà tra i già citati Dead Space ed Alien, con ambienti oscuri e poco illuminati, grandi androni e stretti corridoi collegati tra di loro con porte da hackerare o passaggi claustrofobici…

Si è capito che le ambientazioni rendono tantissimo? E ciò è dovuto alla cura che c’è vi è stata dedicata, riempiendo gli envoirments anche di dettagli visivi, come condutture e tubature riprodotte perfettamente, anche se esse non giustifichino un fine pratico. Purtroppo, come accade la maggior parte delle volte, questo è stato realizzato a scapito di altri dettagli visivi, come alcune parti delle armature, vari elementi dei nemici e altre piccolezze che però marcano un forte contrasto con la cura citata di altri dettagli, tanto che sembrano quasi realizzati di fretta o “svogliatamente”. Un’altra menzione che va fatta dal punto di vista grafico è sicuramente legata alle animazioni delle abilità e dei poteri speciali, poiché alcune di esse sono veramente d’impatto, a metà tra il “figo” e la “tamarragine” alla Terminator.

Space Hulk: Deathwing

Cos’è stato? Sembrava qualcuno…

Abbiamo parlato della grafica e della caratterizzazione degli interni… e l’audio in tutto ciò? Semplicemente azzeccatissimo, con rumori e suoni capaci di far piagnucolare anche Mike Tyson al solo pensiero che un’orda di Genestealer potrebbe trovarsi davanti a noi pronta a farci la pelle. Esso è infatti in perfetta sinergia con la direzione artistico-grafica dell’opera, portando ad un risultato a dir poco eccezionale. Con ciò, possiamo dire che Space Hulk: Deathwing è sicuramente un gioco consigliato ai conoscitori del board game, agli appassionati di sparatutto in prima persona ed in generale a chi ha voglia di un po’ di azione nello spazio con un medio livello di difficoltà, che richiede una buona dose di impegno da parte del giocatore singolo; se invece decideste di affrontare le missioni in gruppo, il livello di difficoltà cala drasticamente, poiché si avrà un lavoro di squadra che un’intelligenza artificiale non può certo offrire, portando quindi ad una collaborazione (anche troppo) vincente.

Modus Operandi: Questa recensione è stata redatta basandosi ed analizzando la versione PC del titolo tramite Steam, dopo aver completato due volte per intero l’esperienza di gioco.

Space Hulk: Deathwing

7.6

Space Hulk: Deathwing è un'ottima riproposizione del del concept strategico figlio di papà Warhammer, ma ovviamente trasportando tutto in salsa sparatutto in prima persona. Con marcati tratti horror, esso riesce a trascinarci nei panni di uno Space Marine all'interno dei relitti spaziali alla ricerca di carichi misteriosi. Anche se non perfetto sotto tutti i fronti, sentiamo di consigliare il titolo agli appassionati dell'universo di Warhammer e ai temerari amanti dell'oscurità.

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