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Tales of Berseria – Recensione

In un’epoca dove il JRPG è merce sempre più rara e persino sua maestà Final Fantasy XV tenta una parziale occidentalizzazione, ecco che le costanti del genere acquistano notevole valore per i numerosi appassionati; fra queste troviamo sicuramente Level 5 e Square Enix che, malgrado qualche piccolo passo falso, riescono comunque a mantenere viva la sempre più nostalgica community dei fanatici del gioco di ruolo alla giapponese. Nonostante qualche chicca sparsa negli anni venga rilasciata anche dai talentuosissimi Monolith della serie Xenoblade e Mistwalker del maestro Sakaguchi, ecco che probabilmente Bandai Namco si guadagna il terzo gradino del podio con una delle sue serie più famose: stiamo parlando di Tales of, decennale brand videoludico iniziato su SNES col mai dimenticato Tales of Phantasia e arrivato sino a PS4 col neonato Tales of Berseria, titolo che andremo appunto ad analizzare in questa esaustiva recensione. Il nuovo titolo di Hideo Baba ce l’avrà fatta a superare questo importante test? Scopriamolo insieme!

Maturità t’avessi preso prima…

Tales of Berseria è esattamente un prequel di Zestiria, buon titolo uscito su PS4 oramai circa un anno fa. Ciò significa che condividerà il mondo e le divinità di quest’ultimo, ma non sarà assolutamente necessario aver giocato Zestiria per apprendere a pieno le vicende di Berseria: al contrario, il giocatore attento e navigato troverà qualche incongruenza nel plot narrativo, incongruenze che verranno risolte col proseguire dell’interessante vicenda. A differenza degli altri capitoli del brand avremo per la prima volta una figura femminile come protagonista assoluta: vi presentiamo la meravigliosa Velvet Crowe, splendida figura indiscussa alla quale ruotano attorno tutte le vicende del titolo. La ragazza di appena diciannove anni è vittima di un crudele destino, dato che il cognato le ha strappato dalle mani il suo unico affetto e l’ha rinchiusa in una sinistra prigione alla mercé di sadici carcerieri; è in questo lasso di tempo, durato più di 3 anni, che Velvet è divenuta un Therion, un demone che si nutre di entità simili e saziato solo dal sapore del sangue. L’avvenente fanciulla, costretta ogni giorno a fronteggiare mostri e demoni e a cibarsene per sopravvivere, ha infatti abbandonato ogni ideale e sentimento in questo terribile periodo, divenendo un essere mosso esclusivamente dal desiderio di vendetta verso Artorius; vendetta che le permetterà di evadere dalla terribile prigionia e intraprendere un viaggio colmo di violenza e dramma alla ricerca del suo massimo scopo.

Tales of Berseria abbandona dunque gli stereotipi della serie e del JRPG in generale, che prediliscono perlopiù storie basate sull’amicizia, sull’amore e sul rispetto; il titolo ci pone davanti a una storia molto più cupa e soprattutto matura, basata su scelte morali che il giocatore potrà condividere o meno. Una trama avvincente capitanata dalla splendida figura di Crowe, protagonista decisamente inusuale per un titolo del genere ma riuscitissima al tempo stesso, che saprà mettersi in gioco contro tutto il mondo pur di raggiungere i suoi obiettivi. Una trama che saprà catturarvi per tutte le numerose ore che la caratterizzano, sancendo un decisivo punto di svolta per la serie dei Tales of.

Tales of BerseriaParola d’ordine: divertimento!

Paradossalmente l’aspetto più riuscito di Zestiria, ovvero il combat system, è la cosa più revisionata in questo nuovo titolo, con meccaniche ancor più interessanti e divertenti rispetto al predecessore. Da capitolo canonico della serie, Tales of Berseria propone il mai obsoleto Linear Motion Battle System, sistema di combattimento che ha fatto la fortuna della serie di Hideo Baba. Il combattimento presenta una forte componente action, con la nostra squadra formata da massimo 4 membri che si andrà a scontrare con le forze nemiche, sempre evitabili e quindi visibili a schermo. Come di consueto saranno presenti le arti e le magie, potenti tecniche che permetteranno ai nostri eroi di distruggere anche le entità più coriacee. Oltre al fatto di poter cambiare anche in battaglia i componenti del gruppo attivi, cosa che donerà non poca profondità specialmente alle boss fight, la più grande innovazione del battle system è senza dubbio l’aggiunta delle Barre Anima: queste ultime saranno disponibili per eroi e per i nemici, con un numero massimo di 5 barre ed un numero di partenza di 3; le Barre Anima sostituiranno il classico mana, dunque preparatevi a spenderle per concatenare arti e attacchi fisici. Le barre saranno ricaricabili parando o schivando gli attacchi nemici, mentre potranno essere detratte grazie ad attacchi subiti e status alterati: ciò rende molto profondo il gameplay di base, scoraggiando il button smashing che caratterizzava un po’ troppo le precedenti produzioni e rendendo fondamentali il posizionamento e la schivata in game, da sempre troppo bistrattata.

Ma la chicca finale del gameplay è senza dubbio l’introduzione di due attacchi devastanti, abbinati ai grilletti del pad PS4: la Barra Esplosione e l’Anima di Sfondamento; mentre il primo consente, tramite il riempimento di tre cerchi grazie ad attacchi effettuati e subiti di prolungare il numero di combo disponibili, l’Anima di Sfondamento merita un discorso a parte: utilizzabile con almeno le Barre Anima piene, questa tecnica permette di infliggere danni devastanti al nemico, con tanto di benefici per noi in base all’Anima disponibile. Il lato negativo è il fatto di perdere permanentemente un Barra Anima per lo scontro attuale, donandola al bersaglio ricevente: questo significa che l’utilizzo di questa tecnica deve esser decisamente oculato, pena il fatto di rendere un boss troppo devastante per tutta la fase successiva del combattimento.

Cedendo dunque una barra anima al nemico, sarà possibile infliggere danni assurdi e innescare status quali la rigenerazione costante o la protezione dei danni fisici: è qui che ruota intorno praticamente tutto il sistema di combattimento di Tales of Berseria, che tocca il punto più alto della produzione proprio contro le spesso memorabili boss fight.

Problemi generazionali

Come ben saprete, Tales of Berseria è l’ultimo titolo a condividere lo sviluppo con PlayStation 3; questo significa che il titolo ha natura cross gen e, come tutti i titoli del caso, non riesce a sfruttare appieno le enormi possibilità dell’attuale console Sony. Paragonando il titolo col suo predecessore notiamo però diversi miglioramenti: il titolo va ora a 60 fps molto più stabili, salvo qualche calo in qualche situazione troppo concitata, mentre le texture e la risoluzione generale sono migliorata rispetto al predecessore; ciò significa che troveremo sfondi più densi e meno spogli, oltre a un comparto di animazione migliorato e più vario. Splendidi invece i modelli dei protagonisti, realizzati con un magistrale cel shading, e che quasi stonano col resto della produzione. Nonostante qualche asset riutilizzato il bestiario risulta promosso con buoni voti, mentre sul lato artistico c’è poco da dire: i Tales of non hanno mai deluso su quel punto di vista, con il comparto che spesso ha messo una pezza su qualche pecca grafica di troppo.

Piccola nota dolente il comparto audio, con il veterano Motoi Sakuraba che non riesce a ripetere l’eccellente lavoro dei titoli precedenti: con il solo main theme memorabile e un buon numero di tracce riuscite, siamo più che certi che il comparto audio abbia sentito la mancanza di Masaru Go Shiina, co-partner di Sakuraba in occasione di Zestiria. Nulla da dire sulla longevità: per completare la storia principale occorreranno circa 50 ore, che possono aumentare esponenzialmente visto il buon numero di compiti secondari e mini giochi opzionali.

Tales of Berseria

8.2

Tales of Berseria è un eccellente Jrpg, un titolo che sa raccontare finalmente una trama diversa dal solito, matura e condita da oscurità e vendetta; una vicenda colma di eventi e personaggi memorabili, contornata da numerose ore appassionanti e un battle system tanto profondo quanto appagante. Unica pecca il lato tecnico, ma ci auguriamo che dalla prossima produzione, estranea a PS3, ci possa essere una sostanziale evoluzione. ;s

Nicolò "Nico" Fratangeli
Nato col videogioco nel sangue, riceve a sei anni la sua prima console: l'indimenticabile SNES; distruggendo joystick a furia di Donkey Kong Country e Super Mario, riceve un paio di anno dopo l'amore della sua vita: Sony PlayStation. Console che l'accompagnerà per tutta la sua carriera videoludica, tantè che la ritroviamo attaccata e funzionante nella sua cameretta, appena sotto le sorelle maggiori. Da buon collezionista e amante di retrogaming passa parte del tempo su Ebay a cercare qualche chicca Retrò, ritrovandosi ogni volta in lacrime alla vista del prezzo di Suikoden II PAL.

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