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Alan Wake: recensione dell’originale in attesa della remastered

Nel corso della sua storia, l’industria videoludica ha visto il sopraggiungere d’innumerevoli produzioni rivelatesi capaci di segnare in maniera più o meno netta la propria epoca di riferimento, in alcuni casi arrivando a segnare per sempre il mercato e divenendo veri e propri punti di riferimento per tutti i nuovi progetti che da quel momento sarebbero giunti sugli scaffali. Alan Wake, pur senza andare a ridefinire il proprio genere d’appartenenza, viene oggi visto dalla sua folta schiera di fan con quella stessa luce mistica, un’epopea indimenticabile che non bisognerebbe assolutamente lasciarsi scappare. Come probabilmente saprete, giusto recentemente è stato ufficialmente svelato Alan Wake Remastered (qui trovate la news con tutte le informazioni), versione rivista e migliorata dell’opera originale che, per l’occasione, questa volta giungerà anche su console Sony; insomma, siamo innanzi all’occasione perfetta per recuperare uno dei titoli più amati e chiacchierati dell’ottava generazione videoludica. Per cogliere la palla al balzo, abbiamo quindi deciso di riscoprire insieme a voi quel piccolo diamante – forse ai tempi ancora grezzo – così da prepararvi al meglio a tutto ciò che la produzione targata Remedy Entertainment è in grado d’offrire ancora oggi.

Un viaggio tra autorialità e citazionismo

Alan Wake è uno scrittore di successo che a causa di un blocco creativo decide di allontanarsi dal tramtram della vita metropolitana per prendersi una vacanza insieme alla moglie Alice nella cittadina di Bright Falls, piccolo angolo di paradiso immerso nel verde dove il nostro protagonista spera di trovare una qualche nuova fonte d’ispirazione per i suoi racconti. Ben presto, però, ci renderemo conto che nel paese strani eventi stanno sconvolgendo la vita degli abitanti e un’oscura forza si muove nell’ombra, pronta a divorare qualunque sprovveduto dovesse decidere di farsi una “passeggiata notturna”. Nonostante siano passati ben nove anni dall’uscita di Alan Wake, non abbiamo alcuna intenzione di raccontarvi altro a riguardo della sceneggiatura, essendo proprio questa una delle più possenti colonne portanti della produzione.

Alan Wake Recensione

Il taglio registico dell’intera avventura unito a una splendida scrittura dei dialoghi porta alla luce una storia intricata e sfaccettata, tra colpi di scena magnificamente contestualizzati e personaggi ottimamente caratterizzati, il tutto in un lungo viaggio di pentimento e redenzione le cui tinte sfiorano gli stilemi horror in maniera neanche troppo sottile. Alan Wake, in particolare, è un concentrato d’umanità all’ennesima potenza, una persona comune ritrovatasi a dover sostenere sulle sue spalle un fardello fin troppo pesante, ben lontana dal concetto d’eroe senza macchia e senza paura che ai tempi andava per la maggiore. Inoltre, senza girarci neanche troppo attorno, l’intero contesto scenico omaggia innumerevoli opere cinematografiche e letterarie, tra strizzate d’occhio a Stephen King e piacevoli ammiccate a Twin Peaks. La produzione va così costruendosi in un crescendo d’emozioni e situazioni al cardiopalma da vivere con il cuore perennemente in gola, dove riprendere fiato è un lusso che molto raramente ci verrà concesso.

In tal senso, dispiace quindi dover constatare come la produzione originale peccasse per un finale tanto aperto quanto enigmatico, figlio di una macchina commerciale ben delineata che ai tempi fece purtroppo molte vittime. In questa sede di “recensione” ci teniamo infatti a precisare che alle vicende narrate in Alan Wake fecero seguito due DLC narrativi che continuavano la storia esattamente da dove l’avevamo lasciata, ovvero The Signal e The Writer, due contenuti aggiuntivi che pur senza brillare particolarmente seppero offrire una più degna chiusura – se così la si vuole chiamare – alle vicende del nostro scrittore preferito. Detto questo, i ragazzi di Remedy hanno già fatto sapere che Alan Wake Remastered conterrà al suo interno anche le due espansioni originali, una notizia forse scontata ma non per questo meno apprezzata.

Un ultimo spiraglio di luce

Parlando di una produzione uscita quasi una decennio fa, è indubbio che la struttura ludica alla base dell’esperienza abbia perso qualche colpo rispetto al passato, ma non per questo Alan Wake è meno meritevole di attenzioni, con un gameplay le cui colonne portanti si reggono ancora su un solido terreno. A livello generale, il titolo si configura come un action adventure in terza persona dove andremo muovendoci lungo un susseguirsi di corridoi e arene, il tutto affiancato da script e fasi più spiccatamente narrative che andranno a contestualizzare le nostre azioni, donando nel mentre al tutto quel marcato tocco hollywoodiano che ai tempi solo poche produzioni videoludiche potevano vantare. Come detto poco sopra, molti degli spunti e delle idee alla base di Alan Wake permisero al titolo di essere identificato da molti come un horror mascherato da action. In-game saremo infatti perennemente immersi nel buio più imperscrutabile, costretti a spostarci in lugubri e inquietanti ambientazioni mentre creature corrotte dall’oscurità tenteranno di farci la pelle; per fortuna, però, potremo contare su un’arma tanto micidiale quanto vitale per poter sperare di sopravvivere in questo incubo ad occhi aperti, una torcia a pile.

Alan Wake Recensione

Nonostante nel corso di tutta l’avventura potremo contare su qualche bocca da fuoco – prevalentemente una pistola, più raramente un fucile a pompa – queste saranno sostanzialmente inutili contro i nemici, ricoperti da una sostanza nera come il catrame che fungerà da vero e proprio scudo ai nostri attacchi. Prima di usare i (pochi) proiettili a nostra disposizione, dovremo infatti sfruttare torce, razzi di segnalazione o anche semplici fonti di luce dell’ambiente circostante per rendere vulnerabili i nemici che affronteremo. La dicotomia oscurità/luce è stata gestita con grande capacità e intelligenza dagli sviluppatori e ogni fonte d’illuminazione che ci si parerà innanzi, oltre a offrirci un insperato riparo per riprendere fiato, diventerà una vera e propria arma da poter utilizzare contro i nostri assalitori. Le pile della nostra torcia che andranno via via scaricandosi, unite all’elevato numero di pericoli che dovremo costantemente affrontare, saranno un perenne monito della nostra inadeguatezza alle situazioni che dovremo affrontare, lì dove ci sentiremo costantemente braccati, in attesa che da dietro qualche albero o muro si nasconda una nuova minaccia. Peccato solo per una ripetitività generale piuttosto marcata che, tolte alcune sezioni particolarmente riuscite e divertenti (qualcuno si ricorderà sicuramente il “concerto”) soprattutto nelle fasi conclusive delle vicende, tende a stancare il giocatore, vuoi anche per una varietà di nemici e armi utilizzabili tutt’altro che rimarcabile.

Alan Wake non è un gioco perfetto, tutt’altro; questo è il primo pensiero che ci viene in mente ripensando alle ore passate in compagnia della creatura di casa Remedy. Al contempo, però, pur con i suoi difetti, l’avventura seppe coinvolgerci all’interno di un universo narrativo tanto malato quanto affascinante che ancora oggi suscita interesse negli occhi di milioni d’utenti sparsi nel mondo. Certo, parliamo di un prodotto che, volenti o nolenti, nel corso degli anni è invecchiato, ma resta un’importante pietra miliare che merita di essere provata almeno una volta. Da assiduo giocatore che già ebbe modo di godere dell’opera originale e dei suoi DLC – senza voler contare American’s Nightmares, spin-off del brand che ben poco aveva dello charme posseduto dal suo fratello maggiore -, questa remastered non rappresenta per me un annuncio di tale impatto da volermici rituffare a testa bassa; dopotutto, la storia sempre quella è, la struttura ludica anche. Se però siete tra coloro che non ebbero modo di vivere le vicende di questo scrittore tormentato, magari poiché ai tempi possedevate solo una PS3, non possiamo che consigliarvi caldamente di attendere con l’acquolina in bocca questo Alan Wake Remastered che, insieme all’espansione AWE di Control (l’ultima opera sviluppata da Remedy), rappresenta un altro importante passo in avanti verso quel secondo attesissimo capitolo del brand che sogniamo di veder concretizzarsi oramai da ben due generazioni videoludiche.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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