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Assassin’s Creed Valhalla: i 10 boss dalla Mitologia Norrena che vorremmo

Una delle caratteristiche senza dubbio più affascinanti del nuovo Assassin’s Creed Valhalla risiede proprio nel contesto storico nel quale gli eventi della sua trama vengono inseriti. Fin dalla sua primissima comparsa, dal suo reveal, il fatto che si trattasse di una storia ambientata nel medioevo, affrontato dal punto di vista di un personaggio “nordico”, ha immediatamente risvegliato la fantasia di moltissimi amanti di quella parte della storia. Questo perché? Semplicemente le vicende intorno ai cosiddetti “vichinghi” hanno da sempre ispirato un immaginario romantico particolare, non soltanto per il ruolo che queste stirpi hanno giocato all’interno della storia stessa, ma per via della loro cultura, di quell’insieme di storie, leggende e credenze che ancora oggi continuano a sfuggirci di mano, ma che nei secoli hanno ispirato moltissime opere, sia letterarie che non, ancora adesso attualissime e mai dimenticate.

Dato che le vicende di Assassin’s Creed Valhalla, anche dal nome stesso, si originano proprio da tutto ciò, non è strano cominciare a farsi un’idea su quanto dovremo affrontare fantasticando, magari, su tutte le possibilità che un immaginario del genere potrebbe offrirci, sia in ambito “incontri”, sia e soprattutto in ambito boss fight. Parlando di queste, abbiamo deciso di tirare giù una lista di 10 scontri, tratti sia dalla Mitologia Norrena, sia dall’Inghilterra stessa (anche perché nella trama questa nascente nazione giocherà un ruolo chiave), partendo da tutte le antiche possibilità a nostra disposizione fondendole, ovviamente, con la nostra esperienza nell’ambito.

Gylfi, il re “mendicante”

Quando si parla di Gylfi, solitamente si parla di un leggendario re svedese, implicato in una pluralità di storie e leggende. Quella che però ci interessa e che vogliamo vedere citata nel gioco, è riportata nell’Edda in prosa. In essa Gylfi ci viene descritto sostanzialmente come un sovrano giusto e accompagnato dalla fiducia dei vari capi tribù. Considerato dal suo popolo molto saggio, questi cominciarono a porgli domande sul mondo stesso, sul Sole, sul clima, domande alle quali non sapeva rispondere. Così una notte uscì segretamente dal suo regno, cominciando un lungo viaggio alla ricerca dei cosiddetti Dei, alla ricerca di quelle divinità che i suoi antenati chiamavano “Aesir”. Non conoscendo la loro reale natura, però, dato che ne aveva sentito parlare soltanto dalle storie, decise di travestirsi da viandante e di viaggiare sotto le spoglie Gangleri. La sua storia si sviluppa con il raggiungimento del leggendario Valhalla, una magnificente fortezza nella quale entra in contatto con tre anziani, trasposizione “del divino” (si suppone), a cui pone una serie di domande. Saranno proprio questi quesiti il tramite attraverso cui tutto il sapere legato alla Mitologia Norrena affluirà in lui, divenendo un tramite diretto di quanto attualmente siamo a conoscenza.

Un personaggio del genere sarebbe senza dubbio interessante da trovare e interrogare in Assassin’s Creed Valhalla, magari in una sua versione eterea e distaccata, una sorta di fantasma che, prevedendo quello che sarebbe stato il futuro religioso delle stirpi nordiche, ha perso completamente il senno, da affrontare, magari, sul suolo inglese. Una sorta di avvertimento frainteso dal protagonista stesso, di monito verso quella che sarà la repressione del cristianesimo.

Assassin’s Creed Valhalla

Mordred

Mordred è uno dei personaggi più iconici e conosciuti del ciclo arturiano, anche si di lui abbiamo parecchie storie che tendono a ritrarlo in modi differenti, ponendo una varietà di interpretazioni che ogni volta aggiungono o eliminano qualcosa. Nella sua versione più celebre, però, viene identificato sostanzialmente come personaggio negativo, come colui che tradì Re Artù e la tavola rotonda, conducendo il regno di Camelot alla sua caduta. Dato che la sua fama di abile cavaliere resta una costante in ogni sua rappresentazione, uno scontro con lui, una sorta di “evocazione e liberazione” della terra dalle sue antiche spoglie, aggiungerebbe un fascino non indifferente, sopratutto per gli amanti di questo genere di leggende.

Assassin’s Creed ValhallaUn’emanazione di Fenrir

La storia e il nome di Fenrir sono fra i più conosciuti in assoluto nella Mitologia Norrena. Tutti noi siamo a conoscenza della sua storia, della leggenda intorno a questo gigantesco lupo, figlio di Loki destinato ad eliminare gli Dei. Conosciamo la storia del suo inganno, dell’inganno che lo vedrebbe, ancora oggi, legato e in attesa di vendetta, bloccato da una corda speciale costruita appositamente per lui. E se tutta la sua rabbia, tutta la sua fame di vendetta riuscisse a manifestarsi in una sorta di essere terreno indefinito, alla ricerca di qualcuno che liberi il suo corpo, prima del Ragnarok? Come se fosse riuscito a trasporsi in un’entità indefinita che vaga sulla terra di Assassin’s Creed Valhalla testando l’abilità degli esseri umani, in funzione di un obiettivo personale.

Assassin’s Creed ValhallaSurtr, il nero

Nella mitologia norrena, Surtr viene rappresentato come colui che darà fuoco al mondo attraverso la sua spada di fiamme, nel corso del Ragnarok. Ovviamente un’entità del genere potrebbe rompere tutti gli equilibri di Assassin’s Creed Valhalla, trasponendo questo nostro desidero nell’obbligata dimensione onirica, o astratta. Resta un probabile sogno vederlo nel gioco chiaramente, anche se la presenza di persone che lo venerano, gruppi o culti specifici, magari attingendo al suo segreto potere, potrebbe condurre ad esperienze niente male, con sviluppi pesantemente drammatici e forti.

Assassin’s Creed ValhallaBrunilde la valchiria

Partendo da quella che è una delle leggende germaniche maggiormente conosciute sul suo conto, Brunilde viene rappresentata come una valchiria obbligata a dormire con indosso elmo e corazza, per via di una condanna di Odino, avvolta dalle fiamme sulla sommità di una rupe, e potrà essere salvata soltanto da un coraggioso eroe. Nelle canzoni eddiche il re Gunnar, innamoratosi di lei e intenzionato a salvarla, partirebbe alla volta di questa rupe, accompagnato da Sigurd. In seguito, impossibilitato a salvarla, per via della paura del suo cavallo di attraversare le fiamme, mandò Sigurd, con le sue fattezze, a rompere l’incantesimo per lui, in cambio della mano della sorella Gudrun. Brunilde venne salvata ed acconsentì alle nozze. Successivamente però, venuta a conoscenza dell’inganno, riuscì a vendicarsi di Sigurd per poi, successivamente, togliersi la vita. Potrebbe essere proprio la vendetta la motivazione di uno scontro con questa leggendaria guerriera, magari in relazione ad alcuni legami che il protagonista costruirebbe nel corso dell’avventura.

Assassin’s Creed ValhallaFáfnir e l’anello del potere

Nella Saga dei Völsungar, Fafnir ci viene descritto come il figlio del re nano Hreiðmarr, dotato di forza e coraggio. Sempre in questa, successivamente all’uccisione del fratello Ótr, eliminato per sbaglio da Loki, il padre ottiene l’anello di Andvari, chiamato “Andvaranautr”, anello in grado di produrre oro, maledetto dal suo precedente possessore. Fafnir, una volta venuto a conoscenza di questo anello, uccise il padre e se ne impossessò, tramutandosi in quello che le leggende riportano come “serpe” o “drago”, nascondendo tutto il suo tesoro in una caverna, con l’intenzione di non dividerlo con nessuno, per poi venire ucciso da Sigrido con la celebre spada Gramr. Tutta questa crociata, quest’avventura potrebbe tranquillamente essere trasposta nel titolo, magari attraverso una pluralità di parallelismi e di metafore che condurrebbero al ritrovamento di un particolare anello, col potere d’influire sui guadagni del giocatore. Un oggetto rarissimo.

Assassin’s Creed ValhallaHrafna-Flóki Vilgerðarson e l’importanza dell’esplorazione

L’importanza dei “normanni”, dei vichinghi, non risiede soltanto nella loro ferocia e cultura, ma anche nel loro “spirito esplorativo”. Uno dei meriti più grandi di queste stirpi, infatti, è stato proprio quello di spingersi sempre più oltre, arrivando a toccare territori prima di allora sconosciuti. Un esempio di tutto questo lo abbiamo con la storia di Hrafna-Flóki Vilgerðarson, o semplicemente Floki, colui al quale viene ufficialmente attribuita la scoperta dell’Islanda e la creazione del suo attuale nome. La storia che lo vede in viaggio insieme a Thorolf, Herjolf e Faxe è la più conosciuta, anche se non troppo prodiga di dettagli. E se in realtà il Floki dell’Islanda non fosse stato il reale Floki, ma un impostore che, dopo avergli tolto la vita si impossessò delle sue navi? A chi toccherebbe riequilibrare la situazione?

Le Norme e i loro servitori. Parlare con il destino in Assassin’s Creed Valhalla

Nell’Edda poetica le Norme vengono descritte delle intagliatrici di Rune, come coloro in grado d’intessere i filamenti del destino. Queste, quindi, avevano il potere di stabilire il destino degli uomini, ma anche quello di tutte le altre creature dell’universo. In moltissimi casi appaiono come ostili, con previsioni negative che potrebbero condurre anche alla morte. Un incontro del genere, nel corso del titolo, desterebbe sicuramente attenzione, magari con una boss fight non direttamente con loro, ma a loro legata.

Assassin's CreedVelent il fabbro

In base a quanto riportato nel Velents þáttr, facente parte della Þiðrekssaga af Bern, Velent era un abilissimo fabbro, abilità forgiata nel tempo attraverso gli insegnamenti di Mìmir e da due maestri nani che, in seguito alla comprensione di quanto vasto fosse il suo talento, tentarono di ucciderlo. Letta la situazione, però, Velent riesce ad avere la meglio sui due e ad impossessarsi dei loro attrezzi e tesori, per poi lavorare nella corte del re danese Níðuðr. Qui però, il giovane Velent raccoglie le invidie del fabbro reale, il quale lo sfida a costruire una spada tanto affilata da tagliare di netto un’armatura. In questa occasione, accettata la sfida, forgerà la spada Mimungr, la quale non soltanto taglierà l’armatura ma anche l’uomo che la indossa. Qualche tempo dopo, in occasione di un’importante battaglia, il re danese non riesce a trovare la sua pietra della vittoria, un amuleto, così indice una ricerca, promettendo che colui che gliel’avrebbe riportata avrebbe ottenuto metà del suo regno e sua figlia in sposa. Velent riesce nell’impresa, ma sulla strada del ritorno viene ostacolato da alcuni uomini del’’esercito e finisce con l’uccidere un ufficiale del re. Quest’ultimo, adirato per l’accaduto, fa tagliare i tendini della gambe a Velent, obbligandolo a lavorare nella sua fucina per sempre.

Da questo momento il fabbro comincia a meditare sulla sua vendetta. Innanzitutto uccide i figli del re, i quali si erano recati alla fucina per chiedergli delle frecce, e con le loro ossa costruisce alcuni oggetti per il re stesso. In seguito, approfittando di una visita della figlia, giace con lei e la mette incinta. La fuga dal castello avverrà attraverso il cielo, in volo, tramite alcune piume fornitegli dal fratello, anch’egli giunto a corte. Si parla dunque di un personaggio tenace, abile e spietato nei gesti, personaggio che, se fatto adirare, molto probabilmente non si fermerà davanti a nulla, portando a qualche tesoro leggendario, o sfida impegnativa.

Assassin's CreedSigfrido, un paladino e un assassino

Dato che, anche attraverso altri nomi, compare in più storie qui sopra, perché non scontrarsi anche con uno degli eroi per antonomasia nelle saghe norrene e germaniche? Magari il protagonista di Assassin’s Creed Valhalla potrebbe venire coinvolto in una delle sue crociate, per poi finire in competizione con lui. Indubbiamente, una simile premesse potrebbe dar vita a un intreccio narrativo seguito da uno scontro particolarmente emozionante ed avvincente, di quelli che difficilmente possono essere dimenticati per strada.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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