VideogiochiRecensione

Assassin’s Creed Valhalla – Recensione, alla conquista dell’Inghilterra

Siamo rimasti colpiti fin dal primo annuncio di Assassin’s Creed Valhalla, nuovo titolo della serie degli assassini che giungerà sul mercato il 10 novembre su Xbox One, Xbox Series X/S e PS4, mentre per PS5 bisognerà naturalmente aspettare il giorno della fatidica uscita della console, ovvero il 19 novembre. Il gioco Ubisoft arriva proprio a fare da spartiacque tra l’attuale e la prossima generazioni di hardware, un compito arduo ma che qualcuno avrebbe comunque dovuto fare. Così come avvenuto con Black Flag, la società francese ha nuovamente accettato la sfida, puntando a creare il capitolo della serie più ambizioso mai visto.

Assassin’s Creed Valhalla ci riporta nell’epoca in cui le popolazioni norrene si facevano strada alla conquista dell’Inghilterra, in cerca di un posto in cui vivere e prosperare. I toni che Ubisoft ha voluto dare alla sua produzione in questo senso sono molto più cupi e cruenti, capaci di andare mescolandosi sapientemente alla furia cieca dei vichinghi, soprattutto sui campi di battaglia. Nel gioco dovremo pensare principalmente al benessere di un popolo, con scelte che avranno ripercussioni davvero importanti per quanto concerne la stesura della trama.

Alle porte di una nuova vita

Il protagonista del nuovo Assassin’s Creed Valhalla si chiama Eivor (sarete voi a decidere il sesso ad inizio gioco, ma questo sarà ininfluente) e il suo compito sarà quello di portare il suo popolo alla salvezza, dalla fredda Norvegia alla più semplice e colta Inghilterra. Tuttavia i vichinghi in terra straniera non vengono accolti bene e per questo saremo costretti a farci strada lungo i campi di battaglia per ottenere terre e materiali utili alla prosperità del nostro popolo. I temi affrontati nel gioco non sono unicamente incentrati sulla guerra, Eivor non potrà aiutare la sua gente da solo, per farlo avrà bisogno di alleati. Fin da subito il gioco marca bene questo punto, visto che a seconda delle alleanze che stringerete potrete partecipare a sezioni di storia differenti. Non tutti però hanno buone intenzioni e anzi, spesso intrighi e tradimenti saranno all’ordine del giorno, strizzando così l’occhio a una componente socio-politica che ricorda un po’ il Trono Di Spade. In questo senso si vede quanto Ubisoft si sia impegnata nella scrittura, caratterizzando non solo ogni angolo dell’Inghilterra con elementi architettonici unici, ma anche nel voler dare ai vari personaggi dei propri tratti distintivi e ben riconoscibili.

La trama dunque fa il suo dovere, riprendendo anche i vecchi Assassini lasciati indietro in Odissey. Assassin’s Creed Valhalla sfrutta le grandi basi già create in passato per imbastire un racconto in grado di tener incollato l’utente dall’inizio alla fine, con colpi di scena dietro a ogni angolo. Tra missioni principali e compiti secondari, ma su questi ci torneremo più avanti, il titolo Ubisoft sarà in grado di tenervi incollati per uno spropositato numero di ore, così come i suoi due precedenti giochi. La società francese ha creato un numero spropositato di dialoghi, con trame e sottotrame davvero ben intrecciate tra loro. Quello che lascia più sconvolti però è come abbiano dato vita ad una serie di personaggi che, a modo loro, fanno emergere chiaramente le difficoltà di vivere in quell’epoca. A tutto questo farà poi naturalmente sfondo la religione, contrasto principale tra norreni e anglosassoni. A tal proposito la software house ha marcato meno sulla mitologia rispetto alle due precedenti produzioni, ma vi assicuriamo che i fan che hanno apprezzato questo tipo di apertura della saga rimarranno comunque estremante soddisfatti da quello che troveranno.

Alla scoperta dell’Inghilterra

L’esplorazione, come in tutti gli open world, è un elemento cardine che non può essere sottovalutato. L’Inghilterra è un luogo pieno di colline, con una folta vegetazione, biomi simili ma al contempo totalmente diversi. Tra boschi, paludi, monasteri arroccati e piccoli villaggi, il nostro Eivor andrà piano piano incontro al suo destino. Se pensate di trovare un open world alla Odyssey o alla Origins vi sbagliate di grosso, perché sebbene abbiano dei punti in comune, Assassin’s Creed Valhalla offre un’esperienza meno dispersiva ma allo stesso tempo d’ampio respiro. Il colpo d’occhio è qualcosa di sconvolgente, impossibile non rimanere a bocca aperta; dalla paletta cromatica scelta per dar vita ai paesaggi, a strutture architettoniche ben più articolate e vistose, nulla è stato lasciato al caso, con particolare cura proprio nella realizzazione delle costruzioni che si lasceranno ammirare con gran piacere. Non pensiate inoltre che quanto fatto da Ubisoft sia solo ed esclusivamente per l’estetica, visto che il mondo di gioco è pregno di segreti e ricchezze da scoprire e prendere.

Quando si esplora si ritrovano sensazioni molto familiari, cosa che fa sentire il giocatore immediatamente a casa nonostante un timido, ma inevitabile, smarrimento iniziale. La proporzioni della mappa di gioco, per intenderci, sono una via di mezzo tra Origins e Odyssey, ma senza gli immensi e infiniti mari di quest’ultimo. L’Inghilterra, infatti, è ricca di fiumi e insenature, e le navi vichinghe, che prendono il nome di drakkar, saranno le imbarcazioni ideali per esplorare tutti i canali e le sponde di ogni regione. Ad incentivare una forte componente esplorativa, oltre all’immancabile viaggio rapido, troviamo altri due classici completamente rivisitati: stiamo parlando della già citata nave e del cavallo. Per chiamare l’imbarcazione vi basterà stare vicino a un fiume, Eivor suonerà il suo corno e in un battito di ciglia vedrete arrivare il vostro equipaggio con l’imbarcazione all’orizzonte. Sebbene serva un minimo di sospensione dell’incredulità, riteniamo che sia stata una scelta saggia, per consentire ancora più immediatezza durante l’esplorazione. Il cavallo poi adesso potrà essere migliorato, sbloccando caratteristiche che vi saranno certamente utili nel corso del vostro viaggio.

Le missioni secondarie questa volta non vi guideranno con mano come nei precedenti titoli, visto che l’intero sistema è stato più che mai rivisitato. Queste si dividono principalmente in due rami, eventi storia e ricchezza, entrambi ben distinguibili. Se per quanto concerne la ricchezza è ovvio che il gioco stesso vi porterà mediante un indicatore verso il forziere interessato, in cui potrete trovare materiali, pezzi di equipaggiamento e perfino abilità, gli eventi storia sono qualcosa di particolare ma allo stesso tempo profondamente riuscito. Arrivati al punto interessato, parlerete con un personaggio e, grazie alla sue parole, verrete introdotti nel cuore della quest. Potete direi addio ai classici segnalatori, a favore di una componente più narrativa e intima, che in alcuni casi vi regalerà davvero tante soddisfazioni. Questo aspetto del gioco crediamo sia particolarmente riuscito, si vede che il team ha impiegato un enorme energia creativa per imbastire questi racconti che, al netto di qualche piccolo scivolone, sono sempre molto interessanti e di breve durata, ottimi per un po’ di svago tra una quest principale e l’altra.

Tagliamo teste

Il gameplay di Assassin’s Creed Valhalla è stato leggermente modificato rispetto ai due precedenti capitoli, pur rimanendogli fedele. I vecchi giocatori si sentiranno comunque a proprio agio, anche se dovranno prestare attenzione all’introduzione della stamina. Adesso non solo dovrete pensare a tutti i nemici, ma anche alla vostra resistenza, così da evitare di rimanere scoperti agli attacchi. Questa rappresenta un’enorme novità, ma che tutto sommato bilancia un minimo l’esperienza di gioco. A differenza del passato, nel mondo troverete meno armi e armature, ma queste incideranno in modo maggiore sulle statistiche. Potrete tranquillamente finire il gioco con la prima armatura a disposizione, migliorandola pian piano dal fabbro e rendendola sempre più potente, e lo stesso discorso vale anche con le armi; le attrezzature in generale avranno inoltre uno slot dedicato alle rune che garantiscono bonus aggiuntivi: ad un’ascia ne migliorano l’attacco corpo a corpo, ad un’armatura la resistenza e così via. La scelta della lama cambia drasticamente il move set di Eivor, e per la prima volta nella serie si potrà scegliere se equipaggiare anche due armi differenti contemporaneamente. Questo dà vita a un ventaglio di possibilità inedite, andando a smorzare quella monotonia che, alla lunga, inevitabilmente si avvertiva.

Il livello del personaggio è stato sostituito dal grado di potenza, ora gestibile più facilmente. Basterà aumentare l’equipaggiamento e sbloccare talenti, tutto a favore di una progressione rapida ed efficace. Quando concluderete una missione otterrete punti esperienza, che si convertiranno alla fine in punti Talento. Questi andranno spesi nell’apposita sezione, che attinge a pieno nella classica sferografia. Il tutto si divide in tre grandi segmenti: furtività, corpo a corpo e a distanza. Le tre sono fortemente interconnesse tra loro, dunque il senso di progressione sarà comunque abbastanza omogeneo anche se decidere di specializzarvi solo su una cosa. Le abilità, tra l’altro, non le sbloccherete normalmente, ma andranno trovate. Seguendo le missioni ricchezza, vi capiterà di battervi in alcuni leggii (specialmente nei monasteri), vi basterà avvicinarvi a essi e prendere il libro appoggiatovi sopra per sbloccare una nuova abilità. Se in passato serviva un certo tempo di ricarica prima di poterle utilizzare, adesso ci sarà una barra dell’adrenalina dedicata che, una volta utilizzata, si ricaricherà colpendo e uccidendo i nemici. Anche il sistema di cura è stato rivisto, ora molto più simile a quello di Horizon Zero Dawn: Eivor avrà una sacca per le bacche curative, che riempirà tranquillamente durante le fasi esplorative.

[vc_row][vc_column][vc_message message_box_style=”3d” message_box_color=”juicy_pink” icon_fontawesome=”fas fa-history”]

E su Old-Gen?

Al contrario della next-gen però, Assassin’s Creed Valhalla sulle attuali console a livello tecnico fa un po’ di fatica. La bellezza degli scorci viene meno, visto che non si riesce a caricare tutta quella mole di dettagli contemporaneamente. Tuttavia questo non pregiudica un’esperienza comunque godibile, seppur non “piena” dal punto di vista artistico. Infatti, la cosa che più viene penalizzata è la bellezza dei paesaggi, lo scintillio delle armatura alla luce solare e tutti gli altri effetti grafici che rendono la messa in scena di Valhalla una vera gioia per gli occhi.[/vc_message][/vc_column][/vc_row]

Se le battaglie campali in Odyssey vi avevano entusiasmato, nel nuovo Assassin’s Creed Valhalla l’intera formula è stata rivista e ingrandita. Adesso queste attività si chiamano Razzie e possono essere innescate solo in alcuni punti specifici, più precisamente vicino alle coste. Praticamente vi basterà avvicinarvi al punto interessato e, una volta giunti nelle sue prossimità, vi sarà dato in automatico il comando Razzia. Vi basterà premere un tasto per far suonare ad Eivor il suo corno e partire con il vostro esercito all’attacco, distruggendo, bruciando, depredando e uccidendo tutto quello che vi capiterà a tiro, almeno fino a quando non avrete ottenuto tutta la ricchezza del posto. Sebbene l’idea iniziale abbia un potenziale davvero notevole, la messa in pratica da parte di Ubisoft non è poi davvero così esaltate; dopo poco noterete infatti anche voi una certa ripetitività che potrebbe stancare abbastanza facilmente. Parliamo insomma di un’introduzione particolarmente coraggiosa ma dove basta poco tempo prima che la magia della battaglia scompaia, lasciando spazio solo all’ennesimo saccheggio la cui utilità è unicamente legata all’ottenimento dei materiali per il vostro avamposto.

Dulcis in fundo, non possiamo non parlare del ritorno della lama celata e dello stealth. Sul fronte di quest’ultimo il gioco sembra fare un leggero passo indietro, andando ad attingere di più alle origini della saga. Ci saranno infatti azioni molto familiari come il mimetizzarsi tra la folla o attraverso una fitta vegetazione, così da sbucare alle spalle dei vostri obiettivi e farli fuori di soppiatto.

Casa dolce casa

Non giriamoci troppo intorno, Monteriggioni è stato uno degli HUB più apprezzati della saga, tanto che quasi tutti i giocatori si sono sempre chiesti del perché questa struttura ludica non sia stata riportata anche negli altri episodi. In Assassin’s Creed Valhalla finalmente siamo stati accontentati, sebbene la formula sia stata giustamente ampliata. Il vostro avamposto è letteralmente la vostra casa, un posto in cui poter migliorare e crescere insieme. Troverete il fabbro per potenziare armi e armature, la stalla per i cavalli e tante altre funzioni che non vogliamo rovinarvi. Ogni struttura che realizzerete avrà bisogno di materiali per la costruzione, che troverete nel mondo di gioco tra esplorazione e soprattutto razzie. Man mano che progredirete sbloccherete sempre più funzioni che vi daranno modo di accedere a soluzioni che agevoleranno di molto la vostra permanenza in Inghilterra.

Assassin’s Creed Valhalla

Sebbene ai tempi di Monteriggioni questa soluzione funzionasse alla grande, per i tempi che corrono oggi l’avamposto ci è sembrato un po’ tirato, come se gli sviluppatori avessero quasi paura di esagerare. Il tutto comunque risulta bilanciato e coeso con l’esperienza di gioco, dunque non pensiate che concentrandovi fin da subito sull’avamposto vi garantirà boost eccessivi in termini di potenza. I materiali saranno rari e difficili da ottenere, richiedendo tempo e pazienza anche perché quelli più preziosi sono ben nascosti e dovrete spesso risolvere dei semplici ma efficaci puzzle ambientali.

Un mondo di splendori

Assassin’s Creed Valhalla, da un punto di vista puramente tecnico, è qualcosa di sconvolgente; seppur privo di raytracing, stiamo parlando di una produzione mastodontica, in grado di catturare lo sguardo ad ogni minimo scorcio. Noi abbiamo provato il gioco su Xbox Series S e i caricamenti istantanei davano modo di godere anche di ambienti super dettagliati e per certi versi iconici. Il titolo gira a 60fps, sebbene qualche calo che comunque non mina l’esperienza. Siamo comunque sicuri che il team apporterà le dovute migliorie già con le prime patch sul gioco. Le musiche poi si mischiano perfettamente con l’ambiente, andando a comporre un quadro quasi perfetto. Ubisoft in ogni Assassin’s Creed dimostra una forza invidiabile nel comporre sonorità che, siamo sicuri, rimarranno anche in quest’ultimo capitolo ben impresse nella mente di ogni singolo giocatore.

In conclusione possiamo affermare che questo Assassin’s Creed Valhalla è davvero il titolo più ambizioso di Ubisoft e crediamo fortemente che una produzione di questo spessore rappresenti il modo giusto per far partire al meglio la Next-Gen. Con ancor più maestria rispetto a quanto fatto con Black Flag, la software house ha accettato la sfida di traghettare una community da una console all’altra, riuscendo in modo ottimale nell’impresa. Probabilmente stiamo parlando di uno dei giochi meglio riusciti della saga, in grado di poter avvicinare persino nuovi giocatori a questo gigantesco mondo di possibilità. Al netto di qualche bug inevitabile in un open world di questa portata, e che non compromette minimamente l’esperienza, siamo sicuri che Assassin’s Creed Valhalla sia un nuovo e importantissimo passo in avanti per la serie.

Assassin’s Creed Valhalla

9

Possiamo dire con certezza che Assassin’s Creed Valhalla è davvero un prodotto di ottima fattura, capace d'intrattenere e divertire per un ingente numero di ore. Al netto di qualche sbavatura, se Ubisoft decidesse di continuare su questa strada noi non potremmo che trovarci assolutamente d’accordo. Questo nuovo corso della saga, partito come ben sappiamo da Origins, sta regalando al brand nuova linfa vitale, e sarà compito degli sviluppatori continuare ad innovare la formula senza cadere in errori passati. La nuova creatura della società francese è sicuramente il modo migliore per lanciarsi verso la Next-Gen, un punto di partenza particolarmente importante che non può passere inosservato.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche