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AT SUNDOWN: Shots in the Dark – Recensione, il grande salto nel buio

Che l’industria videoludica possa rivelarsi una vera e propria miniera d’oro se s’imbocca la giusta strada, questo è oramai un concetto noto a tutti. Piccoli team indipendenti o grandi publisher del settore sono infatti riusciti in più occasioni a tirare fuori dal cilindro la proverbiale gallina dalle uova d’oro, produzioni rivelatesi capaci di produrre guadagni stratosferici. Gli esempi si sprecano e non necessariamente bisogna restare ancorati al mondo videoludico più classico per rendersene conto – basti pensare ai tanti prodotti mobile che, a fronte di spese ridicole, hanno saputo generare profitti da capogiro – quindi non c’è da stupirsi che sempre più competitor si affaccino sul mercato, desiderosi di conquistarsi una loro fetta di pubblico. Ecco perciò spiegato come mai anche una piattaforma come Discord, da sempre votata alle chat vocali e all’interazione tra utenti, abbia infine deciso di lanciarsi in questo vasto universo con il suo Discord Store, piattaforma per l’acquisto di videogiochi principalmente incentrata su produzioni indipendenti di vario genere. Tra queste, figura anche AT SUNDOWN: Shots in the Dark, un top-down shooter multiplayer che dopo essere approdato su Playstation 4, Xbox One e PC, è ora in dirittura d’arrivo anche su Nintendo Switch. Noi di Game Legends abbiamo potuto testare l’opera targata Mild Beast Games con largo anticipo e ora, dopo averne saggiato attentamente ogni più piccolo aspetto, siamo finalmente pronti a darvi il nostro giudizio finale a riguardo.

Sparare alla cieca

Partiamo subito da un presupposto estremamente importante, AT SUNDOWN: Shots in the Dark è un prodotto prevalentemente improntato sul multiplayer, il che vuol dire che i giocatori amanti d’esperienze per giocatore singolo qui troveranno ben poco di cui gioire. Certo, gli sviluppatori hanno comunque ben pensato d’inserire alcune modalità a punteggio che potessero in qualche modo tenere impegnati anche i giocatori più solitari – sarà anche possibile affrontarsi con avversari mossi dall’intelligenza artificiale – ma resta il fatto che il cuore dell’esperienza è prevalentemente online. La creatura di Mild Beast Games vedrà infatti quattro audaci pistoleri darsi battaglia nel cuore della notte a suon di proiettili che volteggeranno in ogni dove. Le tenebre sono ormai padrone indiscusse dell’ambiente circostante, importante aspetto che mette in mostra la più grande e interessante peculiarità del prodotto. Sostanzialmente, all’interno delle diverse arene in cui potremo affrontarci sarà il buio a farla da padrone, noi non potremo vedere i giocatori avversari e viceversa, caratteristica che aggiunge un bel po’ di pepe in più agli scontri che andremo affrontando. Aprire il fuoco significherà infatti rivelare la propria posizione per pochi attimi, così come avvicinarsi troppo ad alcune fonti d’illuminazioni strategicamente posizionate all’interno della mappa metterà subito in mostra il nostro avatar. Il risultato che viene a crearsi si rivela così essere uno scontro strategico e calcolato dove ogni giocatore si muove con circospezione attendendo possibili passi falsi dell’avversario per poi lanciarsi in una carica senza pietà nella speranza di avere la meglio.

In questo contesto, anche l’arma che sceglieremo d’impugnare tra le diverse disponibili avrà importanti ripercussioni sull’esperienza, differenziandosi non solo per il tipo di danni inflitti, bensì anche per il modo in cui illuminerete l’ambiente circostante. Ecco quindi che un fucile a pompa si presta bene per azioni mordi e fuggi rivelando al contempo ricche porzioni di mappa mentre un mitra vi permetterà di tenervi a distanza di sicurezza rendendovi però anche facili bersagli per colpa del suo fuoco continuato. Già dalla prima partita appare chiaro come l’obiettivo principe del titolo sia divertire, un divertimento scatenato dal caos che andrà presentandosi ad ogni battaglia, lì dove elementi come balistica, peso del proiettili e altri dettagli del genere saranno messi totalmente da parte. Proprio in ragion di ciò, è facile capire che AT SUNDOWN: Shots in the Dark riesce a dare il massimo quando lo si gioca in locale con altri amici con cui è possibile interagire e chiacchierare, il tutto all’interno di brevi sessioni ludiche capaci d’offrire momenti di gran divertimento. Di contro, però, è impossibile non denotare una generale carenza di contenuti e soprattutto di varietà, una ripetitività di fondo che già dopo le prime ore in-game diverrà assai palpabile e fastidiosa. Inoltre, per quanto il carattere portatile di Nintendo Switch offra indubbiamente un valore aggiunto alla produzione, non di rado abbiamo dovuto fare i conti con dei controlli alquanto macchinosi che non sempre ci hanno permesso di mantenere quella stabilità nella mira che sarebbe stato auspicabile aspettarsi; un neo sicuramente non tanto gravoso da andare a rovinare l’esperienza ma comunque indubbiamente fastidioso sul lungo periodo. A chiudere il tutto ci pensa infine un comparto grafico assai limitato, con una qualità generale delle mappe sostanzialmente insufficiente accompagnata però da un lavoro nei confronti dei personaggi utilizzabili ben più meritevole di nota, e una colonna sonora con tracce che difficilmente vi rimarranno nel cuore ma comunque capaci di seguire degnamente l’azione.

AT SUNDOWN: Shots in the Dark

6.5

Giunti alla resa dei conti, AT SUNDOWN: Shots in the Dark si presenta come una produzione senza troppe pretese incentrata sul divertimento immediato in compagnia di qualche amico, brevi sessioni di game in cui darsi battaglia a suon di proiettili. Un’idea ludica indubbiamente intrigante e capace d’offrire un’esperienza finale assai diversa da quanto visto in altri esponenti del genere si scontra però con una quantità di contenuti purtroppo insufficiente, il tutto affiancato da una monotonia di fondo assai palpabile già dopo poche ore in-game. Il sopraggiungere della produzione su Nintendo Switch, inoltre, se da un lato rappresenta indubbiamente un grande plus per la sua natura ibrida, di contro soffre per dei comandi alquanto legnosetti e poco precisi. A chiudere il cerchio ci pensano infine un comparto tecnico piuttosto sottotono e una colonna sonora dimenticabile ma comunque capace di seguire l’azione.

Luca Di Carlo
Cresciuto a suon di videogiochi, cartoni animati e fumetti, ho potuto godere di un infanzia interamente basata sulla creazione del nerd per antonomasia, sempre intento ad affrontare sane partite videoludiche e alla costante ricerca di tutto il comprabile da poter mettere in bella vista su qualche mensola. Essendo poi anche un grande casanova, ho scoperto il mio primo vero amore dopo aver attaccato la spina della mia Playstation 1, ma non preoccupatevi Microsoft e Nintendo, nel mio cuore vi è spazio anche per voi.

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