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Atelier Mysterious Trilogy DX – Recensione, tre tuffi nel passato recente

Atelier Mysterious Trilogy DX, opera di cui potete leggere qui di seguito la nostra recensione, è la collezione di tre giochi usciti originariamente tra il 2016 e il 2018. La trilogia è disponibile per PlayStation 4, Nintendo Switch e PC; a curare lo sviluppo e la pubblicazione sono stati rispettivamente Gust e KOEI TECMO, mentre titoli compresi sono Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book DX, Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey DX e Atelier Lydie & Suelle: The Alchemists and the Mysterious Paintings DX. In questo caso specifico, parliamo di JRPG a turni famosi per essere basati su un complesso sistema di crafting e sul grinding, il che può essere visto con un’accezione positiva o negativa, a seconda di quale tipo di giocatore siete.

Mondi lontani ma uniti

All’interno dell’Atelier Mysterious Trilogy DX vivrete un’esperienza che vi catapulterà in un “tempo pieno di miracoli che superano la comprensione umana, ma anche pieno di felicità”; così il brand è stato descritto dagli sviluppatori. In tutti i casi, avrete un incontro con un alchimista che vi cambierà la vita, seppur ognuno dei capitoli presenti nella collezione si concentri su eventi e circostanze diverse. In Atelier Sophie: The Alchemist of the Mysterious Book DX, gli sviluppatori hanno deciso di creare una storia decisamente allegra che funge da “scusante” per far muovere gli eventi. Infatti, il tutto inizierà con Sophie, una giovane alchimista dalla pessima fama che scopre di avere in casa un libro parlante. La fortuna è che quest’ultimo è proprio un alchimista, ma ha perso la memoria. Seguendo alla lettera la regola dello scambio equivalente, i due decideranno di aiutarsi l’un l’altro. Plachta le insegnerà ciò che sa e Sophie scriverà tutte le sue ricette sul libro, così che questo possa ricordare dove si trova uno speciale calderone.

Per quanto riguarda Atelier Firis: The Alchemist and the Mysterious Journey DX, qui la situazione è leggermente più cupa, almeno all’inizio. Questa volta la protagonista sarà Firis Mistlud, sempre una giovane ragazza. La differenza con Sophie è il fatto che quest’ultima vive all’interno di una città miniera, Ertona, chiusa da un’enorme porta d’acciaio. Com’è facilmente intuibile, il sogno di Firis è proprio quello di superare quella “maledetta” porta. Un giorno, però, il suo sogno si avvera, permettendo alla giovane ragazza di affrontare il mondo e farle guardare per la prima volta il cielo. Infine, abbiamo Atelier Lydie & Suelle: The Alchemists and the Mysterious Paintings DX. Qui vediamo gli eventi dei primi due capitoli della Atelier Mysterious Trilogy DX incrociarsi. Le due sorelle gemelle e protagoniste del titolo, Lydie e Suelle Malen, sono stufe di vivere nella capitale del Regno di Adalet. Un giorno come un altro, entrambe sentiranno una voce sussurrargli qualcosa, finendo con il venir catturate da uno strano dipinto che funge da portale… ed è grazie a questo che scopriranno il legame del padre con l’alchimia.

Grinding e… Puyo Puyo

Dopo avervi dato un’infarinatura generale sulle avventure della Atelier Mysterious Trilogy DX, è il momento di parlare di ciò che rappresenta core del titolo: il gameplay. Dato che si parla di alchimia, dovrete ottenere gli ingredienti necessari per creare tutto, dalle bombe alle pozioni curative. Prima di tutto, è importante specificare che in questo caso ci troviamo innanzi a un classico JRPG con combattimenti a turni. Data l’assenza di un vero e proprio tutorial del fighting, l’avventura potrebbe risultare inizialmente difficile per coloro che non hanno mai affrontato un gioco di questo genere, ma non preoccupatevi poiché la difficoltà non è così soverchiante, a meno che non si preferisca partire subito con “difficile”.

Atelier Mysterious Trilogy DX Recensione

Ciò che però farete per la maggior parte del tempo è la sintetizzazione delle ricette alchemiche. In poche parole, vi ritroverete davanti un minigioco molto simile a Puyo Puyo. Avrete una griglia di quadrati colorati e dovrete farci entrare delle palline dello stesso colore, così da ottenere potenziamenti diversi. All’inizio l’esperienza presenterà varie situazioni trial-and-error, ma prima o poi capirete perfettamente come ottenere il risultato che avete in mente. Ma cos’ha di più Atelier Mysterious Trilogy DX? Beh, prima di tutto ci sono dei nuovi contenuti scaricabili accompagnati dall’artbook digitale, senza dimenticare poi l’opportunità di utilizzare degli outfit diversi, il tutto affiancato da nuove quest e veicoli. Ovviamente, è stata aggiunta anche la Modalità Foto, seppur su Nintendo Switch vi passerà presto la voglia d’usufruirne… ma di questo parleremo a breve.

Il neo più grande di tutto il gioco

Per quanto riguarda altre funzioni che sono state introdotte con il Deluxe Pack, vi è la possibilità di scegliere il doppiaggio, ma solo tra inglese e giapponese. Questa scelta però è disponibile solo in Atelier Sophie e Firis, una scelta che abbiamo trovato quantomeno singolare. Sarebbe stato sicuramente più apprezzabile introdurre tale opzione per tutti i titoli, anche solo per questione di “coerenza” narrativa. Sì, perché è molto strano avere le voci inglesi per ore e ore, ma poi essere costretti ad ascoltare quelle in giapponese. Per fortuna il livello del doppiaggio è molto alto, così come tutto il lavoro audio, vuoi anche per una colonna sonora a dir poco ottima, con musiche sono sempre azzeccate per le situazioni che il giocatore andrà a vivere. Lo stesso si può inoltre dire degli effetti sonori, specialmente per quanto riguarda il combattimento. Purtroppo, però, Atelier Mysterious Trilogy DX presenta un problema che è impossibile ignorare, almeno su Nintendo Switch Lite: le performance. Per farvi capire la gravità della situazione, vi basti pensare che già il menù principale di Atelier Firis presenta degli inaccettabili problemi di framerate.

Atelier Mysterious Trilogy DX Recensione

A ben vedere, possiamo affermare che tutti i titoli presenti nel Atelier Mysterious Trilogy DX mostrano marcati cali di frame rate in alcune specifiche zone, una situazione ancor più ingiustificata se si pensa che le ambientazioni appaiono spesso piuttosto spoglie . Probabilmente si tratta di una questione d’ottimizzazione; un vero peccato, così com’è un vero peccato avere intere mappe vuote. Sì, perché i titoli si basano sul grinding, quindi bisognerà viaggiare e spostarsi un sacco di volte, e vedere pochi alberi o prati completamente assenti non è il massimo che si possa desiderare. Il problema, purtroppo, non sta solo nelle ambientazioni e nel framerate, ma a volte anche i modelli non sono proprio il meglio che si possa desiderare, soprattutto quando si parla di NPC.

Inoltre, spesso e volentieri questi si ripetono, con città completamente vuote dove i personaggi di sfondo si riassumono in tre modelli ripetuti fino allo sfinimento, una scelta davvero incomprensibile. Quantomeno, l’ottimo sistema ludico pensato dal team di sviluppo porta a entrare in un loop che, una volta metabolizzato, sarà difficile abbandonare. Un gameplay particolarmente accattivante e un lato tecnico “da rivedere” sono i due lati che compongono la medaglia di Atelier Mysterious Trilogy DX. Siamo insomma davanti a un titolo che punta a dare nuova linfa vitale al franchise cercando di avvicinare nuovi giocatori (sia giovani che adulti) al mondo dei JRPG a turni, ma è impossibile passare oltre al terribile lato tecnico, che ne inficia l’esperienza ludica.

Atelier Mysterious Trilogy DX

6.5

Atelier Mysterious Trilogy DX è un titolo che viene decimato dal suo comparto tecnico. Infatti, nonostante una struttura ludica particolarmente accattivante e un sistema di crafting super-complesso ma che vi permetterà di avere un sacco di vantaggi in battaglia, i vari difetti tecnici potrebbero annoiare il giocatore. Nel caso in cui aveste già giocato gli originali, KOEI TECMO ha pensato di aggiungere alcune quest e tantissimi altri fattori che potrebbero farvi rimanere incollati allo schermo... certo, sempre che siate pronti a soprassedere sui problemi presenti.

Angela Pignatiello
Classe '97. Nata e cresciuta con la Metal Gear Solid saga, amo giocare a quasi tutto ciò che mi capita sotto mano. Analizzo tutto ciò che avviene all'interno del mercato videoludico e il suo core: i videogiochi.

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