Cinema e TVRecensione

Bad Luck Banging Or Loony Porn – Recensione, un film che rompe con tutto

Parlare di Bad Luck Banging Or Loony Porn in una recensione non è affatto facile, anche perché Radu Jude, il suo regista, ha voluto intessere la pellicola con tutta una serie di discorsi che giocano con il mezzo cinematografico stesso, e con quello che potrebbe o dovrebbe essere il suo ruolo oggigiorno. Ne viene fuori un’opera estremamente variegata, ma decisa e incisiva dall’inizio alla fine, che mette alla prova non soltanto il medium stesso, ma anche e soprattutto lo spettatore che si ritrova avvolto dalle immagini e dai messaggi. La scelta autoriale, in questo caso, si fa sentire fin dalle primissime immagini di apertura in un volo che non soltanto sfiora la follia, ma la taglia proprio in due per mostrare cosa c’è dentro, per  mostrarne le deformità sotto i vestiti e la pelle e il quotidiano vivere. Presentato al Festival di Berlino del 2021 e vincitore dell’Orso d’oro per il miglior film, sarà disponibile, in Italia, dal 16 aprile soltanto sul sito MioCinema.

Una storia che sembra familiare

Bad Luck Banging Or Loony Porn parla di un’insegnante che da un certo punto della sua vita viene coinvolta in uno scandalo personale. Qualcuno ha pubblicato in rete un video che la ritrae esplicitamente a letto con il marito, e tutto ciò ha avuto forti ripercussioni su ogni singolo aspetto del suo vivere. Il film, però, non si limita soltanto ad affrontare questa specifica vicenda; in realtà la narrazione si divide in tre parti ben distinte. La prima e la terza ruotano intorno alla suddetta protagonista, mentre nella seconda il regista costruisce, attraverso un lungo montaggio che si sviluppa per immagini e video, un discorso diretto con lo spettatore stesso, in cui si prende qualche secondo per sé, per esporre alcune vicende della nostra attualità, della nostra umanità, mettendo in gioco anche quello che dovrebbe e potrebbe essere il ruolo del cinema stesso. In realtà questo discorso avvolge l’intera pellicola, però nella parte di mezzo si fa più palese ed incisivo che mai.

Una delle caratteristiche che salta immediatamente all’occhio di questo Bad Luck Banging Or Loony Porn è il modo in cui è stato girato, e soprattutto il periodo storico in cui ambientato. La storia, infatti, prende luogo nei giorni nostri parlando proprio di questo periodo preciso, e la scelta di costruirlo nel presente del Covid-19 dona un valore aggiunto allo spessore di quanto si sta trattando. Ecco che le strade urbane in cui vediamo camminare Emi (questo il nome della protagonista) diventano il teatro di tutte le problematiche e paturnie psicologiche di un momento storico in cui nulla può essere più dato per certo, o sicuro. Tutti indossano la mascherina e tutti stanno attenti al distanziamento di sicurezza, e quando ciò non avviene qualcuno interviene, anche invano, prontamente.

Questo dà la possibilità al regista di parlare anche di altro, di trasformare la macchina da presa stessa in un occhio che non guarda soltanto alla narrazione ma anche al mondo che circonda le vicende in atto, indugiando sui litigi dei passanti, sui discorsi nei negozi, sui mercati, sul nervosismo generale, sulle case diroccate, sulle pubblicità opprimenti lungo le pareti, dimostrando un certo tipo di sensibilità che inevitabilmente porta a pensare ad altro, impreziosendo attraverso le immagini la scrittura stessa alla base. Un insieme di riprese in esterna che quindi coinvolgono lo spettatore in prima persona. Questo almeno finché non si arriva all’atto conclusivo, atto che si concentra sulla narrazione, premendo ancor di più su tutte quelle tematiche particolari che una storia come questa può ispirare e che deve affrontare. Il cinema, quindi, come discussione, come critica spietata di una realtà che andrebbe superata e sorpassata. 

Il tema e il rapporto con il sesso in Bad Luck Banging Or Loony Porn

Uno dei temi centrali di cui non si può non parlare in una recensione di Bad Luck Banging Or Loony Porn è quello del sesso, e del rapporto che la società moderna/contemporanea ha costruito con questo. La vita privata della protagonista, con la pubblicazione del video suddetto, viene praticamente messa in piazza senza alcuna remora, e il prossimo reagisce di conseguenza. La dinamica che ne viene fuori più aspramente, però, è quella che ritrae l’uomo moderno a contatto con una situazione del genere, a contatto con la verità sessuale privata di una persona che si ritrova immediatamente ad essere giudicata. Ecco che il contrasto tra il sesso, il rapporto fisico consenziente e la morale bigotta e borghese del prossimo entrano immediatamente in contatto in una discussione che non coinvolge soltanto questa donna, ma anche tutti noi, tutti quegli esseri umani che nel 2021 non riescono ad accettare un tema così naturale issando barriere tematiche che risultano spicciole alla radice. Il film quindi preme moltissimo su questa cosa, sul fatto che ogni essere umano è libero di esprimere la propria sessualità nella propria dimensione privata, senza dover necessariamente fare i conti col punto di vista altrui. 

Bad luck banging or loony porn

Partendo da tutto questo il regista imbastisce una riflessione, sempre su tonalità leggere ma comunque priva di filtri, che passa di bocca in bocca fra i vari personaggi, arrivando a toccare anche altre tematiche importantissime, che curiosamente si avvicinano o vengono avvicinate a quella del sesso. L’affresco che ne viene fuori in definitiva è quello di una società bigotta che non è in grado di gestire un’espressione fisica naturalissima, invischiandola in tutta una serie di sovrastrutture che limitano l’umanità stessa in stilemi morali spiccioli, vuoti e superficiali. Alla gogna non c’è tanto questa insegnate in Bad Luck Banging Or Loony Porn, obbligata ingiustamente a dover giustificare quello che vive nel suo intimo e privato, ma tutti noi che come lei, magari, viviamo o abbiamo vissuto le stesse identiche cose nel nostro privato, con la sola differenza che gli altri non ci hanno visti farle. Partendo da tutto ciò il film comincia a scivolare lungo una china, franando sui tasselli fondamentali di una borghesia contemporanea che non si sofferma mai veramente a ragionare sulle cose, limitandosi a puntare il dito giudicando il prossimo, il tutto con l’appoggio delle maggiori istituzioni morali, militari, televisive e pedagogiche.

Con Bad Luck Banging Or Loony Porn ci si trova davanti a un’opera che vuole colpire lo spettatore non soltanto attraverso la storia intorno cui si centralizza la narrazione, ma anche attraverso una mano registica che taglia e ferisce dove può e quando può, in un’indagine anche piuttosto crudele ed estremamente diretta in alcuni punti, atta a dissacrare non quello che lo spettatore vede, ma quello che lo spettatore pensa e potrebbe pensare. Un utilizzo del mezzo cinematografico che nel 2021 resta fondamentale e verso cui gli altri registi contemporanei dovrebbero tener conto per i propri lavori e per quelli che saranno i propri discorsi e riflessioni.

Bad luck banging or loony porn

9

Affrontare un film come Bad Luck Banging Or Loony Porn e parlarne in una recensione resta un'esperienza fuori dal comune. Si parla di un film che merita di essere visto a prescindere dai propri gusti, relazionandocisi soprattutto a livello concettuale. La storia di un'insegnante vittima non soltanto di un gesto che la espone enormemente, ma della società stessa che invece di comprenderla la giudica, la denigra come donna e essere umano. Il tutto in un incedere narrativo che sfida qualsivoglia luogo comune e moralismo vuoto attraverso una regia che parla da sola, e alcune scelte creative che giustificano pienamente l'orso d'oro come miglior film al Festival di Berlino. Il valore del film infatti abbraccia moltissime fra le possibilità che il mezzo cinematografico offre, rompendo con gli stereotipi con cui oggi dobbiamo confrontarci attraverso immagini, i suoni e dialoghi.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche