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Blue Reflection Recensione

Blue Reflection è il terzo ed ultimo videogioco del progetto Beautiful Girls Festival inaugurato da Gust Studio durante lo scorso anno. Dopo l’uscita di Atelier Firis e Nights of Azure 2 lo studio giapponese ha deciso di concludere questo filone videoludico tutto al femminile con l’uscita di questo nuovo ed inedito gioco di ruolo in stile majokko. Il titolo è stato originariamente pubblicato da Koei Tecmo in Giappone questo marzo, esclusivamente su PlayStation 4 e PS Vita. Dal mese scorso è stato reso disponibile anche in Europa e Nord America su PlayStation 4 e Windows PC. 

Una danza onirica

In questo singolare racconto andremo ad impersonare Hinako Shirai, una studentessa liceale che ha dovuto abbandonare il mondo della danza a causa di una grave infortunio alla gamba, che le ha reso impossibile continuare a ballare. Quasi a distanza di un anno dall’accaduto, la giovane inizia a frequentare il collegio femminile di Hoshinomiya, dove conosce le sorelle Shijou. Grazie all’incontro con Yuzuki e sua sorella Lime, la timida Hinako scoprirà di essere una Reflector come loro. Queste guardiane dotate di poteri magici sono incaricate di proteggere l’umanità dai Sephira, entità demoniache che si manifestano nel Common, un mondo parallelo influenzato dall’inconscio delle singole persone. Secondo quanto affermato da loro, una volta che saranno fermati e debellati tutti i demoni che cercheranno di fare breccia nel mondo reale, alla ragazza sarà garantita la realizzazione di un unico desiderio. Con questa premessa inizierà dunque la nostra avventura nel magico universo di Blue Reflection. 

Nel corso della nostra giornata scolastica dovremmo interagire con le nostre compagne per scoprire cosa altera i loro sentimenti. Una volta che si saranno appresi appieno i motivi dietro il malcontento delle sfortunate vittime, potremo curarle a nostra volta entrando all’interno del loro subconscio. Esplorando l’ambiente circostante (fortemente influenzato dai loro trascorsi) ci faremo largo tra i vari demoni presenti fino a quando non troveremo l’epicentro di tutti i loro mali. Sconfiggendo tutti gli avversari che ci si pareranno davanti nel corso del livello, potremo dunque stabilizzare il Frammento che racchiude tutte le emozioni della nostra vittima, per restituirle una vita serena.

Per concludere

Blue Reflection è un titolo piuttosto particolare che difficilmente verrà apprezzato da un pubblico generico non abituato a questa tipologia di titoli. Nonostante sia presente un buon sistema di combattimento basato su un sistema di turni parecchio ingegnoso, l’esperienza sul campo di battaglia risulterà presto noiosa e ripetitiva, con un livello di sfida veramente effimero anche alle difficoltà più alte. Le fasi esplorative si dimostreranno anche esse davvero tortuose, grazie ad un pessimo sistema di telecamere che faticherà non poco a seguire i nostri movimenti.

Sebbene il comparto grafico non spicchi particolarmente (ma anzi risulti leggermente datato) la caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti surreali nella quale si ritroveranno immersi renderà il tutto più piacevole all’occhio. La delicata colonna sonora che ci accompagnerà nel corso del nostro viaggio sarà una delle poche note favorevoli presenti all’interno di questo gioco. Come tutti i titoli del genere, anche questo sarà privo di localizzazione italiana, rendendolo dunque fruibile esclusivamente tramite sottotitoli in lingua inglese. Oltre a non essere indicato ad un pubblico generalista, questo prodotto risulta di difficile apprezzamento anche da parte di videogiocatori abituati a questo genere di avventure nipponiche. Complice di questo parziale fiasco, anche una trama (che sicuramente non brilla per la sua originalità) raccontata in uno stile visual novel, che rende ancora più tediosa la storia con i suoi dialoghi prolissi. Un vero peccato visto la buona idea dietro che però si riduce ad un risultato al limite dell’accettabilità.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, dopo aver completato per intero la modalità campagna.

Alberto "Allister" De Lorenzis
Nato e cresciuto nel panorama videoludico con e da mamma Sony. Nonostante la forte passione per il retrogaming, è sempre aggiornato sulle ultime novitá e pronto a condividerle con gli appassionati come lui.

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