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Bungie: parte un’indagine sull’acquisizione di Sony

La Federal Trade Commission, commissione federale americana che si occupa delle acquisizioni aziendali (e non solo) è sul piede di guerra: la questione è un’indagine sull’acquisizione da parte di Sony, il colosso giapponese, dell’azienda di software Bungie.

Sotto inchiesta ci sarebbe quella famosa acquisizione, conclusasi qualche mese fa, per la stratosferica cifra di $3,6 miliardi (se vi siete persi i motivi dietro questa acquisizione, niente paura ve li lasciamo qui). Sebbene tutto sembra concluso prima della fine dell’anno fiscale, Sony non ha mai ufficializzato la fine della transazione e di fatto potrebbe concluderla anche nel prossimo anno fiscale.

L’investigazione da parte della Federal Trade Commission (da adesso in poi FTC) lascia intendere che l’organo di controllo stia assumendo una posizione indubbiamente più rigida nei confronti delle fusioni da parte dell’industria dei videogiochi. Un altro esempio è stata l’acquisizione da parte di Microsoft del gruppo Activision Blizzard, dove sebbene gli azionisti abbiano avallato la cosa, Wall Street scommette sul fallimento dell’operazione.

BungieStando a quanto dichiarato dalla FTC, il dubbio risiede nelle intenzioni di Sony circa l’acquisizione di Bungie: in particolare si fa riferimento al fatto che l’azienda di software potrebbe continuare a pubblicare i propri prodotti su piattaforme esterne alla PlayStation (sua questa la 4 o l’ultima nata, la 5) come PC ed Xbox o Nintendo Switch. Quello che è chiaro al momento è che l’IP Destiny 2 resterà multipiattaforma mentre sul resto aleggia un velo di dubbio. 

Sony si sta preparando a rilasciare dieci giochi che contengano servizi online, permettendo ai giocatori di giocare “dal vivo” e senza dubbio Bungie gioca un ruolo fondamentale in questa partita. Sebbene sia improbabile che questo accordo crolli, la FTC sta chiaramente esaminando queste massicce acquisizioni come mai prima d’ora. C’è stata una crescente preoccupazione per il potenziale consolidamento dell’industria dei giochi e probabilmente la FTC ne condivide molti.

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