NewsCinema e TV

Cannes 2020: ecco i “titoli fantasma” dell’edizione della pandemia.

Com’è noto, dopo varie indecisioni, pronostici e speranze, quest’anno il Festival di Cannes 2020 non si farà. Con lo scoppio dell’epidemia covid-19, Cannes e il delegato generale del festival Thierry Fremaux incassano il colpo ma non si arrendono.  E’ stato infatti escogitato un bollino, un marchio da apporre a quella rosa di film che, se ci fosse stata la kermesse, sarebbero stati in concorso. Una considerevole astuzia da parte di Fremaux che in questo modo non cede ai festival competitor i titoli da lui presidiati e ricorda al mondo che “Cannes è Cannes”, per così dire.

Quali sono dunque i film in concorso al festival di Cannes 2020? Fremaux li ha annunciati ieri sera 3 Maggio 2020  via conferenza stampa, rigorosamente in streaming: si fregeranno del bollino di “festival in concorso a Cannes” il primo film di Sofia Coppola prodotto con Apple tv, ossia On the rocks; il film di apertura The French Dispatch di Wes Anderson, con un cast decisamente sontuoso (Benicio del Toro, Tilda Swinton, Frances McDormand, Timothée Chalamet e altri); il danese Another Round di Thomas Vinterberg, co-fondatore insieme a Lars Von Trier del Dogma 95; Comes Morning della regista giapponese Naomi Kawase, di casa a Cannes (Caméra d’or nel 1997 con Moe no suzaku); il francese Eté 85 di Francois Ozon.

Tra le sorprese spiccano l’esordio alla regia di Viggo Mortensen Falling,l’antologia Septet: The Story of Hongkong, e la discutibile doppia nomination di Steve McQueen che gareggia con ben due film,  Lover’s Rock e Mangrove. Molti i film di animazione: dal cartoon dei Pixar Animation Studios Soul,  Aya and the Witch, di Goro Miyazaki, figlio d’arte del maestro Hayao Miyazaki.

Nessun film italiano in concorso, forse a causa dello slittamento del film Tre piani di Nanni Moretti che, si dice, andrà alla Mostra del cinema di Venezia.

Seguono tutti i film “bollati” di questa edizione:

  • The French Dispatch, di Wes Anderson
  • Eté 85, di François Ozon
  • Asa ga Kuru (True Mothers), di Naomi Kawase
  • Lovers Rock e Mangrove, di Steve McQueen (episodi antologici)
  • Druk (Another Round), di Thomas Vinterberg
  • ADN (DNA), di Maïwenn
  • Last Words, di Jonathan Nossiter
  • Heaven: To The Land of Happiness, di Im Sang-soo
  • El olvido que seremos, di Fernando Trueba
  • Peninsula, di Yeon Sang-ho
  • In the Dusk (Au crépuscule), di Sharunas Bartas
  • Des hommes, di Lucas Belvaux
  • The Real Thing, di Koji Fukada
  • Passion simple, di Danielle Arbid
  • A Good Man, di Marie-Castille Mention-Schaar
  • Les Choses qu’on dit, les choses qu’on fait, di Emmanuel Mouret
  • Souad, di Ayten Amin
  • Limbo, di Ben Sharrock
  • Rouge (Red Soil), di Farid Bentoumi
  • Sweat, di Magnus von Horn
  • Teddy, di Ludovic e Zoran Boukherma
  • February (Février), di Kamen Kalev
  • Ammonite, di Francis Lee
  • Un médecin de nuit, di Elie Wajeman
  • Enfant terrible, di Oskar Roehler
  • Nadia (Butterfly), di Pascal Plante
  • Here We Are, di Nir Bergman
  • Septet: The Story of Hongkong, d’Ann Hui, Johnnie To, Tsui Hark, Sammo Hung, Yuen Woo-Ping, Patrick Tam e Ringo Lam
  • Falling, di Viggo Mortensen
  • Pleasure, di Ninja Thyberg
  • Slalom, di Charlène Favier
Pierfranco Allegri
Pierfranco nasce a Chiavari il 1 Aprile 1994. Si diploma presso il liceo Classico Federico Delpino e studia Cinema e Sceneggiatura presso la Scuola Holden di Torino. Al momento scrive recensioni online (attività cominciata nel 2015) presso varie riviste tra cui GameLegnds e Cinefusi.it

    Rispondi

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

    Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

    Potrebbe interessarti anche