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City of Brass – Recensione del dungeon crawler dei creatori di Bioshock

City of Brass è un titolo sviluppato da Uppercut Games e rilasciato il 4 Maggio dello scorso anno su PlayStation 4, Xbox One e PC. Però in occasione della sua rinnovata uscita anche per Nintendo Switch (precisamente il prossimo 7 Gennaio) andiamo a rispolverare il gioco e a vedere come si comporta sull’ibrida della casa di Kyoto. Il titolo si presenta come un classico Dungeon Crawler Roguelike in prima persona, proponendo livelli procedurali da affrontare con armi combinate (tra spade, fruste, lance e altro) nei quali il tempo di esplorazione sarà limitato e ci saranno parecchi nemici da sconfiggere prima di riuscire ad arrivare al proprio obiettivo. A completare l’opera possiamo trovare dei mercanti di oggetti lungo i vari livelli il quale compito è quello di vendere oggetti che ci semplificheranno la vita durante la partita.

city of brass

L’oasi nel deserto

La maggior parte dei Roguelike, non fanno della trama il loro punto forte. City of Brass non fa eccezione sotto questo punto di vista, infatti al giocatore viene detto solo che il gioco è ambientato in una antica e perduta città arabica maledetta, con alle spalle un passato fatto di potenti tiranni assetati di potere, magia, geni malvagi e vari altri fattori che hanno contribuito a portare la città dal prosperare allo sprofondare, dimenticata nel deserto assieme a tutti i suoi abitanti. La storia (se così vogliamo chiamarla) del titolo ci viene presentata principalmente durante la scelta del personaggio con cui affronteremo i vari dungeon che il gioco ci metterà davanti. Infatti ogni character avrà la propria descrizione comprensiva di metodo di combattimento e motivo della sua presenza all’interno della “Città di Ottone”.

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Trappole, trappole ovunque!

Il gameplay di City of Brass vede il giocatore destreggiarsi lungo tredici livelli (generati proceduralmente) i quali pullulano di nemici, dai quali ricaveremo risorse monetarie per poter comprare oggetti negli shop disseminati nei vari livelli, al fine di semplificarci la vita in più di un modo. Durante la partita i nostri personaggi saranno muniti di due armi: una frusta e un’arma bianca in base al personaggio (lancia, lama corta, spada, sciabola, ecc.). Questa scelta di gameplay si può facilmente ricollegare a titoli come Bioshock, al quale alcuni membri del team australiano hanno lavorato. Come abbiamo detto, durante la partita il giocatore potrà trovare degli shop (piazzati strategicamente nella mappa, così tanto che è possibile anche che si trovino dietro delle trappole e che quindi siano inutilizzabili); in questi negozi sarà possibile comprare potenziamenti, spettri alleati, cure e vari altri bonus per la partita. Si è parlato di trappole? Esatto, i vari livelli del gioco sono disseminati di queste ultime, dalle classiche lance trappola che escono dal terreno, ai più sofisticati meccanismi a muro che spruzzano sabbia, insomma nel gioco non avremo certo vita facile (ma non farà sconti neanche ai nemici, dal momento che i tranelli possono essere usati anche contro di loro). Oltre alle trappole però, il titolo offre anche una gamma di nemici, seppur ristretta, non indifferente: per la maggiore zombie, scheletri, geni e strane forme di magia e sortilegi.

 

Il genio nella lampada

Come la stragrande maggioranza dei Roguelike, anche City of Brass non consente di salvare la partita in checkpoint, infatti se si muore durante uno dei tredici livelli del titolo, si riparte da capo. Per quanto però questo possa sembrare frustrante, unito al fatto che i livelli vengono generati proceduralmente, l’esperienza che ne esce è sempre diversa, con trappole posizionate in posti diversi e livelli completamente inesplorati di volta in volta. L’unica meccanica che “cozza” con tutto il resto però, è il tempo limite di circa cinque minuti, durante il quale il giocatore viene lasciato libero di scorrazzare per i dungeon (carichi di trappole e nemici) alla ricerca disperata dell’uscita. Uppercat Games, ha pensato anche alla modifica del livello di difficoltà del titolo, non con la classica scelta tra facile, normale o difficile, ma introducendo i Benefici e gli Oneri. In generale i Benefici aiutano il giocatore e semplificano le cose permettendo di diminuire il numero dei nemici, aumentare la salute massima, eliminare il timer, aumentare le risorse disponibili e così via. Al contrario gli Oneri servono ad ostacolare il giocatore (che magari ha voglia di una sfida più impegnativa), in generale rendendo più ostico il superamento dei livelli, con ad esempio un maggior numero di nemici, meno tempo a disposizione, meno risorse disponibili, più trappole in giro eccetera. Un’altra cosa molto interessante sono i citati potenziamenti presenti negli shop e nelle varie “safe room” presenti lungo i livelli: nello specifico, i primi tipi di potenziamenti, come armature o stivali silenziosi, si compreranno verso le fasi iniziali e varranno fino alla fine del gioco… o fino a quando non si muore. La seconda tipologia di potenziamento invece ha una durata limitata, con gli oggetti che sarà possibile trovare in stanze apposite. Il gioco offre anche un terzo tipo di potenziamento, ovvero i desideri, i quali se utilizzati negli shop permettono al giocatore di ottenere un bonus (o malus) casuale a seconda dello shop in cui quest’ultimo viene speso. Nel corso della partita si hanno a disposizione un massimo di tre desideri di default.

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Alla ricerca del tesoro perduto

In conclusione possiamo dire che il titolo ha decisamente parecchio potenziale e che, nonostante alcuni piccoli problemi ad abituarsi alla legnosità della telecamera, specialmente nella versione per Nintendo Switch, il gioco scorre velocemente e mette davanti al giocatore esperienze nuove e sfide sempre diverse man mano che si va avanti con le run. Inoltre, nello specifico, la console della Grande N ha dalla sua la grande capacità di essere ibrida, quindi di permettere al giocatore di fare una partita ovunque si trovi e in qualsiasi momento. Il gameplay del resto si costruisce su questa dinamica di “velocità e immediatezza”, permettendo sessioni di gioco anche molto brevi (se necessario).

City of Brass

7

Il titolo si presenta come un semplicistico e graficamente pomposo Rogue-Like, in cui l'importante è superare i vari nemici e le diverse trappole dei livelli generati proceduralmente per arrivare all'uscita prima dello scadere del tempo. Le varie e intriganti meccaniche del gioco, che per certi versi sono prese anche da titoli come Bioshock, non possono che aumentare il valore del gioco. Tuttavia anche questo titolo non è perfetto, presentando una scarsa gamma di nemici e dei comandi particolarmente legnosi. Nonostante ciò il titolo stravince per la sua particolarità nel gameplay e per la sveltezza del gioco stesso, caratteristica davvero tutta a favore di Ninitendo Switch.

Stefano Speranza
Potrei definirmi un ragazzo semplice con passioni semplici: quella per i videogiochi, ma soprattutto per il mondo del cinema. Da che ho memoria passo il tempo libero (e anche quello impegnato) a giocare e a vedere film. Il mio obiettivo è quello di condividere con quante più persone possibile queste mie passioni (e anche conquistare il mondo, ma per quello c'è tempo).

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