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Counter Terrorist Agency – Recensione, smascherare cellule terroristiche

Ricordo con piacere un particolare avvenimento, vecchio di dieci anni circa, con tanto di servizio nei telegiornali nazionali o anche mondiali, dove si puntava il dito alla troppa meticolosità di prodotti seriali quali CSI. La motivazione di base si riassumeva nel fatto che il prodotto televisivo era riuscito in qualche modo ad andare oltre il semplice intrattenimento, divenendo così una sorta di piccola bibbia per novelli criminali da strapazzo che sapeva cosa fare e non fare per commettere ipoteticamente omicidi o furti.

Un po’ quella che si è tramutata (e mutata) negli anni nella classica critica dei videogiochi come fonte e alimentazione di aggressività nei giovani di ogni generazione. Tutto questo per dire che se qualche cellula terroristica mondiale volesse operare senza attirare l’attenzione globale, giocare a Counter Terrorist Agency è un buonissimo banco di prova dove sostenere l’esame finale. Paradossalmente, ciò si tramuta in un applauso al titolo dei ragazzi di Play2Chill che sono riusciti a realizzare un gestionale con punte da strategico in tempo reale; brillante, anche se pecca di forte e fastidiosa ripetitività.

counter terrorist agency recensione

Il cacciatore e la preda

Noi saremo un operatore della CTA (appunto Counter Terrorist Agency), fittizia organizzazione con lo scopo di controllare ogni movimento sospetto nei cittadini di tutto il globo, mettendo sotto controllo parole chiave ricercate nel web, telefonate compromettenti, mail esplicite di richieste illecite e cose così. Lo schema del gioco è molto semplice: tramite un tabellone del mondo realizzato con un piglio estetico accattivante quanto i diversi brani musicali che accompagneranno le sessioni di ricerca, appariranno ogni tanto piccole icone o finestre pop-up che richiederanno il nostro controllo. Un elemento sta effettuando qualcosa di losco e dobbiamo spiare le sue azioni intercettandone le telefonate (tutte rigorosamente recitate in audio), le mail o controllando le sue ricerche web. A questo punto si entra nel cuore del gioco che richiederà una sorta di procedura standard per muoversi.

Prima di tutto, bisognerà gettarsi nel calderone: le informazioni riguardo questa persona saranno nulle, quindi a seconda di ciò che abbiamo appreso, dovremo mettere le prime etichette, una cosa simile a un’archiviazione di fogli in grandi faldoni in uno scaffale dalle generose dimensioni. Mettere una prima etichetta sarà dunque assai importante poiché se durante i primi minuti avremo “casi” in numero minore, andando avanti capiterà di dover gestire dieci situazioni diverse nel giro di una trentina di secondi, motivo per cui celerità e determinazione, assieme ad un pizzico di fortuna, saranno necessari. La “catalogazione” delle nostre intuizioni sarà vitale anche per regalargli degli effetti retroattivi: capiterà infatti che alcuni ipotetici sospettati non si muoveranno più per giorni, settimane o anche mesi, per poi ritrovarceli nuovamente in attivo, motivo per cui sarà facile perdersi in centinaia e centinaia di volti e identità generate randomicamente; meglio dunque catalogare, anche se i sospettati da potenziali criminali sono in realtà semplici vittime.

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Passo dopo passo

Quando usciremo dalle nubi delle ipotesi, si parte all’azione: come agenzia avremo a disposizione una sequela di ordini che potremo operare direttamente da remoto oppure indicare ai nostri agenti sul campo. Individuata la minaccia dovremo dunque hackerare il suo smartphone, leggere le mail, controllare movimenti bancari e recenti ricerche web anche su canali non tracciabili. Se questa parte è direttamente controllata da noi, nel momento in cui saremo certi che il nostro sospettato sia effettivamente un criminale (singolo o di una cellula è da scoprire sempre con attenzione) dovremmo passare all’azione, indicando ubicazione del soggetto alle nostre forze dell’ordine. Ci saranno quelle più soft, dedite al semplice arresto, affiancate però anche a task force di punta che preferiranno aprire il fuoco in presenza di nutriti gruppi di terroristi.

Tutte queste azioni sono ottenibili tramite un particolare skill tree, che come un qualunque gioco di ruolo, ci permetterà di apprendere tanti e diversi mezzi di individuazione e azione. Le abilità di sbloccheranno, essenzialmente, tramite punti esperienza che ci verranno elargiti al compimento di ogni missione. Attenzione però che giocando male, arrestando innocenti o peggio, uccidendoli, non solo non otterremo punti, bensì ne perderemo a decine. Nel momento in cui sbaglieremo tutta una tattica di gioco, andando ad operare su persone che si riveleranno innocenti, perderemo anche la possibilità di operare su alcuni paesi del globo, dal momento che il governo locale non vedrà di buon occhio le nostre azioni.

Non appena prenderemo mano con questi strumenti e saremo abbastanza pratici da gestire più casi di crisi contemporaneamente, il gioco praticamente finisce. Counter Terrorist Agency difatti dopo una manciata di ore si spegne per andare a morire in un limbo di ripetitività senza fondo. I casi, per quanto diventeranno sempre più complessi, con grovigli di reti di persone da gestire allo stesso tempo, necessiteranno sempre dello stesso modus operandi: ipotesi, catalogazione, controllo e azione, presentando dunque un gioco ottimizzato per quanto concerne la teoria e la messa in pratica di queste operazioni, ma restando chiuso proprio in questo sistema, per quanto studiato nel dettaglio.

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Counter Terrorist Agency

7

Counter Terrorist Agency ha un ottimo spunto che si tramuta nel cuore principale di un'esperienza videoludica indubbiamente intrigante, senza poi dimenticare un'ottima ottimizzazione affiancata a una realizzazione con gran gusto estetico. Peccato solo che il tutto, dopo aver divertito e intrattenuto per una manciata di ore, cade irrimediabilmente nella ripetitività non offrendo più spunti per proseguire la partita.

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