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Crash Bandicoot 4: It’s About Time – Recensione, ritorna la folle leggenda

Quando si ha per le mani una saga come Crash Bandicoot, riuscire a realizzare un prodotto compatibile coi gusti degli amanti dell’esordio originale, non è certo compito da poco. Per riuscire a modellare con successo questa pasta fragile, serve maestria, e rispetto verso le origini di uno dei brand che ha fatto la storia dei videogiochi, grazie ai capitoli brevettati da Naughty Dog per PlayStation 1. Basta davvero poco per contrariare la community che aspetta il gioco da diversi mesi, quelli trascorsi dal primo pericoloso annuncio. Crash Bandicoot 4: It’s About Time è adesso realtà, non è solo un platform come tanti altri, ma un delicato capitolo che si prende la briga di portare le mirabolanti avventure del peramele nell’attuale generazione, non sotto il nome di remake ma come un vero e proprio sequel canonico della saga originale. Crash Bandicoot 4: It's About Time

A partire da oggi, Crash Bandicoot 4: It’s About Time è disponibile per PlayStation 4 e Xbox One, e noi abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani sul gioco, al fine di analizzare il lavoro svolto da Toys for Bob per questa rischiosa nuova iterazione del brand. La software house del gruppo di Activision è riuscita a maneggiare con notevole maestria questa patata bollente, creando delle basi a dir poco solide per il futuro della saga, recentemente tornata in voga grazie alla Crash Bandicoot N’Sane Trilogy. Scopriamo insieme le sue pazze peculiarità!

Ne è passato di tempo!

Correva l’anno 1998, quando i giocatori PlayStation 1 si trovavano a vivere il terzo capitolo della saga di Crash Bandicoot, conclusa con l’uscita di Naughty Dog dal brand stesso dopo lo spin-off Crash Team Racing. Successivamente, non sono però mancati ulteriori titoli dedicati al peramele, certamente non apprezzati allo stesso modo dalla community – in quanto spesso snaturativi dell’idea – anche se a volte sottovalutati. Inutile dire che lo sviluppatore questa volta non ha voluto compiere lo stesso errore, in quanto si è cimentato nella creazione di un gioco che compete con le opere moderne sotto tutti gli aspetti, affacciandosi totalmente al genere dei platform. L’obiettivo rimane quello di rispettare le origini del marsupiale fuori di testa e di tutti i titoli che, nel bene e nel male, hanno fatto riecheggiare le gesta di Crash fino alle porte della nona generazione videoludica.

Il primo passo? Riprendere esattamente da dove ci eravamo lasciati, con N. Cortex e N. Tropy prigionieri assieme a Uka Uka nel tempo. La maschera riesce a sistemare la situazione, riportando i malefici cattivi nell’epoca odierna, già pronti a conquistare il mondo e a catturare la più pericolosa creazione dello scienziato Cortex: Crash Bandicoot. Arriva quindi il turno del giocatore, che impersonando i panni dell’animale dovrà percorrere livelli su livelli al fine di raggiungere i titoli di coda, i quali in base alla bravura dell’utente possono presentarsi dopo meno di 10 ore di gioco, senza contare ovviamente gli ulteriori contenuti che approfondiremo successivamente. Nel mentre, il comparto narrativo non tende mai a dileguarsi e spezza con il ritmo giusto le ore di gameplay, attraverso scene d’intermezzo piacevoli e ben realizzate.

Crash Bandicoot 4: It's About TimeSia nel campo ludico che in quello narrativo, le pazze idee originali e l’umorismo della serie hanno viaggiato nel tempo restando immacolati, e acquisendo entrambi una forma più smagliante sulle console di questa generazione. Come i personaggi stessi ricordano in-game, tutte le avventure successive a Crash Bandicoot 3: Warped hanno avuto luogo in una sorta di universo parallelo, che nulla ha a che fare con l’attuale identità del brand, adesso nuovamente devota al platform puro. Speriamo quindi vi siano mancati i salti che richiedono una precisione millimetrica, le giravolte ispirate al diavolo della Tasmania, le centinaia di casse da distruggere e le miriadi di Frutti Wumpa da raccogliere!

I nuovi simili di Aku Aku

Il rispetto verso le opere originali non preclude un’evoluzione del gameplay, che non si è fatta attendere per fortuna. Parliamo ad esempio del particolare Doppio Salto di Crash, utile per dimenarsi in aria e raggiungere posti a primo acchito impensabili, come anche del cerchio posto appena sotto i piedi dell’animale, che permette di individuare il punto in cui questo atterrerà dopo un salto, prima che sia troppo tardi. Invece, ad accompagnare l’ormai iconico Aku Aku dal verso incomprensibile troviamo un totale di 4 altri personaggi, Maschere Quantiche pronte ad alterare lo spazio e il tempo una volta indossate da Crash. Parliamo di quella dedicata al Tempo, che può rallentare gli oggetti in movimento per far proseguire Crash, alla Forza, per effettuare poderose giravolte, alla Gravità, per camminare sul soffitto e saltare ostacoli troppo esagerati, e infine all’Alterazione della Realtà, per viaggiare fra due dimensioni e alternare le possibilità di ognuna delle due per proseguire nei percorsi.

Le maschere quantiche approfondiscono un gameplay divertente, al passo con i tempi

Chiariamoci, non si tratta di un’avventura Open World che permette di arricchire il look del Marsupiale a piacimento con i suddetti oggetti, ma di soluzioni di gameplay alternative e costanti, circoscritte a determinate aree ridotte. La base è infatti ancora il gameplay platform punitivo, che riesce a brillare come non mai nella nuova iterazione del brand. Considerando le nuove maschere aggiunte, l’importanza del classico Level Design in 3D è ancora più marcata, e per fortuna ben realizzata. All’infuori di alcune fasi per leggermente sbilanciate (per quanto riguarda la difficoltà) rispetto al resto del gioco, i livelli sono tutti apprezzabili e ispirati, nonché diversificati per quanto riguarda le prove da superare e le soluzioni ludiche.

A proposito della difficoltà, lo sviluppatore ha deciso di lasciare all’utenza la facoltà di bilanciare la sua partita, in base alle sue preferenze, scegliendo l’approccio delle vecchie glorie dei platform o delle nuove leve. Selezionando fra la modalità moderna e classica, gli utenti possono quindi decidere se ripartire semplicemente dall’ultimo checkpoint nel primo caso, o se avere un determinato ammontare di vite come nel secondo, le quali ovviamente una volta finite azzerano i progressi portati avanti nell’attuale livello. Direttamente dalla N’Sane Trilogy arriva anche la difficoltà dinamica, atta a posizionare alcuni bonus aggiuntivi dopo un’eccessivo ammontare di morti, come qualche maschera Aku Aku utile per evitare ulteriori decessi precoci. Un’altra feature dall’ultima riproposizione del brand riguarda anche la presenza di Coco Bandicoot, sorella del noto peramele che può essere interscambiata con quest’ultimo per tutti gli scenari… ma non è l’unica star a fare la sua comparsa nel sistema ludico di Crash Bandicoot: It’s About Time!

Contenuti a non finire

Se per quanto riguarda Coco abbiamo a che fare con una semplice Skin, l’avventura di Toys for Bob riesce a variare la sua formula grazie all’aggiunta di 3 ulteriori personaggi che arricchiscono di molto l’esperienza. Troviamo in particolare Tawna, che può utilizzare il rampino per arrampicarsi sulle superfici ed è esperta nel combattimento ravvicinato, il furioso Dingodile, non particolarmente agile ma in grado planare attraverso il suo fiato e usare la coda come arma, e il Dr. Neo Cortex, malefico scienziato armato con una sua pericolosa invenzione. I nuovi personaggi sono però solamente una qualità accessoria all’opera, in quanto nonostante siano curati all’inverosimile proprio come i protagonisti principali, vengono purtroppo proposti solamente in sezioni di gameplay piuttosto ristrette.

Le loro possibilità rivoluzionano però sapientemente l’avventura, il Dr. Neo Cortex ad esempio sopperisce alla sua poca mobilità con uno scatto a mezz’aria, necessario per raggiungere alcune superfici, e può usare la sua arma già citata per tramutare in nemici in piattaforme statiche o gommose, utili per il medesimo motivo. Ovviamente, le sezioni dedicate a questi personaggi offrono soluzioni di level design dedicate appositamente alle loro potenzialità, e risultano solamente un modo per staccare dalla formula classica con relativa rarità, un vero peccato vista la loro potenziale profondità!

Crash Bandicoot 4: It's About Time

I contenuti di Crash Bandicoot 4: It’s About Time sono davvero sbalorditivi!

L’enorme mole contenutistica espande l’opera anche dal punto di vista delle ore da trascorrere in compagnia degli strambi personaggi, oltre che della rigiocabilità pressoché essenziale per completare al 100% (e oltre) l’avventura. Basti pensare che ogni livello offre un totale di 6 gemme, necessarie per sbloccare ulteriori skin dedicate a Crash e Coco. 3 di queste sono ottenibili in base al numero di Frutti Wumpa raccolti, una in caso di distruzione di tutte le casse, un’ulteriore se si evita di superare le 3 morti e un’ultima che va sempre scovata in qualche anfratto segreto sapientemente nascosto dallo sviluppatore. Si aggiungono al pacchetto le VHS, che vanno recuperate senza aver già incontrato la morte e sbloccano dei difficilissimi livelli Extra, e le Reliquie reperibili attraverso le sadiche prove a tempo. Perché non aggiungere anche una vera e propria nuova modalità, la Variante N. Vertita, che attraverso dei filtri grafici rivoluziona nelle meccaniche i livelli e il modo in cui questi possono essere portati a termine.

Rifarsi il look

Per chiudere in bellezza, Toys For Bob ha pensato anche di includere una modalità multiplayer in Crash Bandicoot 4: It’s About Time, forse non richiesta, forse non necessaria, ma senza dubbio apprezzabile per molti utenti. Ricordando i vecchi tempi in cui era prassi passarsi il Joystick fra amici, lo sviluppatore ha pensato di rendere questa meccanica canonica e competitiva, chiedendo a un massimo di 4 giocatori totali di tentare i livelli uno alla volta, per poi confrontare i risultati ottenuti e decretare un vincitore.

Come non menzionare inoltre il comparto grafico strepitoso di Crash Bandicoot 4: It’s About Time? Un’unione di gamme cromatiche accese e fuori dalle righe, che animano gli interessanti design creati per questa generazione. Anche in questo caso, troviamo delle scelte rispettose del passato e innovative, che non puntano a snaturare il concept dell’universo di Naughty Dog ma a renderlo adatto e gradevole al periodo odierno. Gli scenari di gioco emanano genialità da tutti i pori, ed è naturale continuare a giocare per scoprire il prossimo scorcio colorato da ammirare, mentre si viene ammaliati dalle deliziose animazioni rinnovate dedicate a tutti i personaggi e agli oggetti in movimento.

Crash Bandicoot 4: It's About Time

9.2

Dissipando con velocità tutti i dubbi nati dall'arrivo di una nuova opera canonica dopo l'universo di Naughty Dog, Crash Bandicoot 4: It's About Time si configura come un prodotto brillante, solido e soprattutto divertente. Tutte le peculiarità del brand sono state migliorate e rinnovate con rispetto per il passato, e creano un quadro meraviglioso da ammirare in movimento, che grazie alle sue qualità e alla sua continua varietà non fa altro che creare delle fondamenta solide per il futuro di questo brand. ;s

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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