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Crysis Remastered Trilogy – Recensione dell’epica trilogia di Prophet

L’arrivo della Crysis Remastered Trilogy è stata l’occasione perfetta per rispolverare i tre titoli di una pluripremiata serie del recente passato, e rivivere così le gesta di Prophet, di cui vi parleremo nella recensione di oggi. Dobbiamo però precisare che questa non è una vera e propria raccolta di tutti contenuti mai usciti a tema Crysis, quanto più la riproposizione delle “sole” tre campagne principali in alta definizione; mancano infatti all’appello il DLC stand alone Crysis Warhead e il multiplayer competitivo del secondo capitolo. Non parliamo certo di due problematiche eccessivamente significative ma crediamo sia comunque meglio precisarlo.

Il controverso ritorno del primo capitolo

Crysis è un nome importante quando si parla di videogiochi, perché è uno dei titoli che ha fatto la storia del media soprattutto da un punto di vista tecnico grazie al CryENGINE, un motore grafico di altissimo livello. Non per niente, la serie è sempre stata motivo di discussione quando si parla di prestazioni grafiche eccezionali, al punto da aver spremuto fino al midollo gli hardware dell’epoca e finendo con il divenire un vero e proprio metro di paragone per il mercato. Infatti, quando si acquistava un nuovo computer, non di rado capitava di sentire la fatidica domanda “Ma ci girà Crysis?”, come per rimarcare un certo livello di qualità. Peccato che la remastered, pubblicata circa un anno fa, sia stata oltremodo devastata dalla community poiché le prestazioni soprattutto su PC erano molto inferiori a quelle previste su hardware performanti. Ora la situazione di crisi su Xbox Series X e su quasi tutte le piattaforme sembra essere rientrata completamente, tuttavia lo scotto iniziale è stato duro per questo capitolo. Al di là del lato tecnico, il primo Crysis ebbe comunque enormi meriti anche dal punto di vista del gameplay e della storia, intensi e divertenti.

La narrazione, al pari del lato tecnico era ed è ancora oggi in questa remastered degna di nota, grazie a un racconto che, pur facendo uso di qualche cliché evidente, inizia quella che poi sarà considerata come una vera e propria epopea videoludica. Gli eventi del titolo ci porteranno a impersonare i panni di Nomad, un soldato delle forze speciali americane dotato di una nuova tuta super sperimentale che viene impegnato insieme ai suoi commilitoni in una missione di recupero ostaggi. La squadra è capitanata da Prophet, quello che poi diventerà il vero protagonista della serie, un comandante coraggioso, ma anche razionale, che impegnerà i suoi uomini alla ricerca di uno scienziato in un’isola tropicale difesa dalle forze armate Nordcoreane. Quella che doveva essere una missione di soccorso si trasforma però velocemente in una vera e propria guerra contro una minaccia ben peggiore, vale a dire dei terribili alieni dalle somiglianze di cefalopodi, come dei polipi, i cosiddetti CEPH. Le vicende da qui in poi scorrono in modo abbasta epico per tutta la durata del gioco, con anche qualche piccolo colpo di scena.

Quando guardiamo a Crysis, parliamo di un titolo sperimentale, con un’ambientazione tropicale molto vasta, e percorribile liberamente in macro aree e con numerosi obiettivi secondari che sono anche piuttosto importanti per la riuscita della nostra missione. Il gameplay è quello di uno sparatutto tattico, con la possibilità di optare per degli approcci stealth o assalti frontali a muso duro. La chiave della trilogia è infatti la nanotuta a disposizione dei protagonisti che offre enormi vantaggi nel confronto con gli avversari umani e alieni. In generale la tuta ha due configurazioni principali, una con un sistema d’occultamento che permette di diventare quasi invisibili ai nemici sulla distanza e una con la modalità corazza, che aiuta a sopportare impatti estremi come quelli di proiettili ed esplosivi.

La libertà è quindi in mano al giocatore, per quanto l’approccio diretto risulti quasi sempre il più facile, visto che la velocità di spostamento del protagonista è abbastanza scarsa quando accucciato. Il titolo comunque si difende piuttosto bene anche al giorno d’oggi, a eccezione dell’intelligenza artificiale nemica, molto approssimativa. La componente tecnica in questa remastered su Xbox Series X è comunque più che gradevole con 3 impostazioni possibili, fra Qualità con i 1440p variabili, (non abbiamo potuto testare i 4K), Prestazioni con i 60 FPS e quella con il Ray tracing simulato. Vi sconsigliamo quest’ultima per un calo evidente nella resa delle texture a vantaggio di qualche riflesso ed effetto di luce migliorato.

Nuova ambientazione, nuovo Crysis

L’arrivo sul mercato di Crysis 2 cambiò molte delle carte in tavola fino ad allora date per assodate. Lo sparatutto di Crytek, infatti, cambiava completamente location, personaggi e in parte anche la storia. Già nei primissimi controversi minuti dell’opera vediamo “svanire” anche uno dei personaggi principali del primo capitolo, che però preferiamo non spoilerarvi. Gli eventi di Crysis 2 ci portano in una New York sotto attacco alieno e devastata dalla guerra. Delle forze armate mercenarie – i CELL – hanno inoltre ottenuto dal governo il compito di contenere la crisi in ogni modo possibile, facendo spesso uso della violenza estrema per mantenere il controllo di una situazione assolutamente apocalittica. Esattamente come per la storia, anche il gameplay prende una pesante virata spostandosi verso un sistema a corridoi estremamente lineare e con un focus notevole sulla narrativa e sulla spettacolarità delle sequenze di gioco.

Crysis Remastered

Sono comunque possibili vari approcci fra quello stealth e quello da “terminator”, ma le mappe sono ora molto più contenute nelle dimensioni. Il titolo quindi è molto diverso dal predecessore, eppure ancora oggi a 10 anni di differenza riesce comunque a stupire grazie a una colonna sonora stellare e semplicemente epica e a una storia comunque profonda e interessante. Da un punto di vista tecnico, ci sono poi ovvi miglioramenti dalla versione per Xbox 360 a quella per Series X, ma le opzioni grafiche sono comunque abbastanza limitate a livello di personalizzazione. Peccato per la mancanza del multiplayer presente nel titolo originale che, per quanto sarebbe stata sicuramente una componente secondaria nella valutazione complessiva di questa recensione, aveva comunque anche qualche piccola idea interessante grazie, soprattutto, all’utilizzo delle nanotute nei match online, le quali permettevano ai giocatori di affrontarsi con potenziamenti significativi come l’invisibilità momentanea o la corazza fisica.

L’ultima battaglia della Crysis Remastered Triology

ATTENZIONE: di seguito sono presenti spoiler minori sulla storia dei due precedenti Crysis!

Crysis 3 è l’ultimo capitolo della saga e va a chiudere tutti i punti lasciati in sospeso nell’epopea di Prophet. La storia di questo terzo episodio riprende diversi anni dopo la conclusione del secondo gioco e vede il ritorno di volti molto noti ai fan del capostipite, come ad esempio Pysco, che era rimasto disperso per praticamente quasi due giochi. La minaccia questa volta è ancora più grande, visto lo strapotere ottenuto dai mercenari CELL e, soprattutto, per l’insorgere di una nuova terribile minaccia, vale a dire un esemplare di alieno CEF Alfa, dai poteri fuori da ogni immaginazione. Ci ritroveremo quindi a calzare nuovamente la nanotuta con lo scopo di salvare il pianeta da una probabile estinzione. Inoltre, è interessante notare come in seguito al finale di Crysis 2 vengano fuori anche intriganti spunti filosofici sulla coscienza umana e sulla natura dei corpi come strumenti atti a uno scopo invece che come parte fondamentale del nostro essere.

Crysis Remastered trilogy

Da un punto di vista ludico, quest’ultimo gioco approfondisce interessanti meccaniche ruolistiche che erano state appena abbozzate nel secondo capitolo della saga targata Crytek. Esistono infatti varie possibili combinazioni di abilità e di build per costruire il super soldato dei nostri sogni, magari improntato sullo stealth o, ancora, equipaggiato di tutto punto per divenire l’arma da guerra definitiva. L’insieme delle mappe risulta lievemente più arioso se confrontato con il titolo precedenze, e anche esteticamente le cose cambiano, con una città post apocalittica dove la natura ha ripreso il controllo della metropoli, similarmente a quanto visto nel primo The Last of Us. Da un punto di vista tecnico ci sono certamente significativi miglioramenti rispetto alla versione Xbox 360, ma le opzioni restano molto ridotte e il gioco continua a farsi amare esteticamente anche oggi più per la base di partenza eccezionale che per le reali novità del motore grafico.

 

Crysis Remastered Trilogy

8

Crysis Remastered Triology è esattamente quello che dice di essere, una riproposizione dei tre capitoli principali in altissima definizione e con il supporto al HDR, nulla di più, niente di meno. Se non li avete mai provati ve li consigliamo caldamente, visto l’ottimo materiale di partenza e poiché si parla di un'epopea drammatica e allo stesso epica. Tuttavia, non esistono veri e propri motivi per consigliarne l’acquisto anche a coloro che hanno già spolpato i giochi originali, fatta eccezione ovviamente per i fan desiderosi di riacquistare il pacchetto esclusivamente per rivivere l’avventura con grafica migliorata.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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