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Dark Souls Remastered – Recensione, il culto della morte ritorna

Sei Morto! Così, tanto per non dimenticarci di che cosa parliamo! Dark Souls Remastered torna in una veste tutta nuova, con dettagli ricchi e brillanti. Ecco il risultato della nostra scorribanda nelle terre di Lordran e del capolavoro di Hidetaka Miyazaki, un visionario che ha saputo rendere la propria passione un’attività lavorativa di altissimo livello, regalandoci perle videoludiche talmente originali da meritare una remastered da una generazione all’altra.

Le Fiamme della Vita e della Morte

La storia la conoscete: è stata raccontata e non raccontata da tutti gli YouTuber più o meno famosi che hanno fatto di questo genere il loro cavallo di battaglia. Nel caso ve la foste dimenticata, nel passato il mondo era avvolto dalla nebbia e draghi immortali imperversavano e dominavano il pianeta; arrivò il Fuoco e con questo Luce e Tenebra: vita e morte divennero parole e non più sussurri nella notte. Nell’oscurità delle anime erranti trovarono le anime dei Signori del Fuoco, nacquero così quattro schieramenti: Nito, il primo dei morti che sferzò il mondo con il miasma, la strega di Izalith, che scatenò tempeste di fuoco ovunque, Gwyn, il signore dell’alba, e il suo esercito di cavalieri che sconfisse i draghi grazie al tradimento del Senzascaglie, il drago Seath. E poi nacque il dimenticato, che rimane ad oggi un mistero che sta a voi svelare. Al netto di una storia che fa proprio il concetto del racconto senza parole, Dark Souls Remastered non ha perso nulla del suo antico fascino, lo dimostra il fatto che ancora oggi molti suoi enigmi restano irrisolti e che spingono il giocatore a guardare in ogni anfratto, a leggere ogni stralcio di informazione pur di carpire qualche segreto in più. Dal punto di vista strettamente artistico, la narrazione del gioco è invariata rispetto all’originale, segno che la formula era vincente allora come adesso.

Una Morte più Generosa

Sono passati sette anni eppure la musica non cambia: quando si accende il primo falò e si avverte il tipico suono della fiamma che si ravviva, le emozioni ci colpiscono senza dubbio come un maglio nel petto. La formula del gioco rimane la stessa di qualche anno fa, con l’aggiunta di alcune feature interessanti anche per i giocatori più esperti: il consumo multipolo degli oggetti è finalmente una realtà, mai più singole anime da trangugiare e serie di minuti da perdere davanti al falò! Potremo finalmente giocare con gli amici in tutta sicurezza mediante un sistema di password, garantito dai server dedicati, che elimina il fastidioso senso di discontinuità che offriva questo gioco sulla vecchia generazione di console. Da non sottovalutare la nuova modalità arena PVP che consentirà di giocare partite al massacro con i giocatori di tutto il mondo, sia in battaglie 3V3 che in 6V6. Gli invasori che mireranno alla nostra riserva di anime si troveranno inoltre davanti a una nuova complicazione: le fiaschette di estus saranno infatti per loro dimezzate, dando così un bel vantaggio al giocatore invaso; in questo modo gli sviluppatori sono riusciti a bilanciare un pochino il gioco in quanto molti neofiti potrebbero trovarsi in netto svantaggio contro i veterani del genere. Dark Souls Remastered ci regala non poche soddisfazioni sul campo di battaglia: infatti nel corso del nostro viaggio abbiamo notato che il drop rate degli oggetti è notevolmente aumentato, il che lascia davvero sfuggire qualche esclamazione di piacere quando si trovano quelle armi o armature che dapprima parevano inarrivabili.

La Morte si fa Bella

Tirando le somme di quella che è stata (e continuerà ad essere nelle prossime settimane) una folle corsa nel viale dei ricordi (fuggendo dinnanzi ai nemici più ostici), possiamo dire che il nostro viaggio si è concluso senza particolari intoppi o vizi di forma. Tecnicamente il gioco mostra qualche acciacco: alcune texture non sono all’altezza di altre nel gioco. In particolare quando si osservano le strutture in pietra qualche pixel di troppo esce a schermo, ma parliamo in fondo di un titolo del 2011, dunque nulla di troppo spaventoso. Inoltre se giocherete il titolo up-scalato in 4K vi troverete di fronte a un ottimo compromesso tra grafica e fluidità, dato che il gioco gira fisso a 60 fps senza mai subire cali di frame rate. Sono generosissime invece le migliorie in campo di effetti come le fiaccole, i corsi d’acqua o i riflessi sulle scintillanti armature. Il sonoro è notevolmente migliorato, facendo risultare l’avventura molto più immersiva e coinvolgente se provata con un impianto surround o delle cuffie di buona fattura. Un plauso dunque va fatto a From Software per questo diamante grezzo che non ha perso nulla del suo antico splendore!

Dark Souls Remastered

8

Dark Souls Remastered non ha davvero perso nulla del suo antico splendore: difficile e solido, il titolo diverte oggi come allora, con quel tocco in più dato dai 60 fps fissi e dalla sua innata capacità di rapire il giocatore.

Tiziano Sbrozzi
Lusso, stile e visione: gli elementi che servono per creare una versione esterna di se. Tiziano crede fortemente che l'abito faccia il monaco, che la persona si definisca non solo dalle azioni ma dalle scelte che compie. Saper scegliere è un'arte fine che va coltivata.

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