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Dark Souls: the card game e Maiden’s Quest: la nostra recensione #iorestoacasa

Con il paese interamente dichiarato “zona rossa”, divieti di assembramento dovuti al corona virus, amici in quarantena ed isolamenti volontari, abbiamo deciso di recuperare qualche titolo dalla libreria di aprire questa rubrica dedicata ai titoli giocabili in solitario dal costo non eccessivo: Maiden’s Quest e Dark Souls: the Card game sono stati la nostra prima scelta.

Ci auguriamo di poter fare altri episodi nelle prossime settimane, sempre che qualcuno sia sopravvissuto per leggerli.

maidens quest cover

Maiden’s Quest

Il primo titolo che abbiamo riscoperto è Maiden’s Quest di Kenneth C. Shannon III, pubblicato nel 2018 da WizKids.

Una fanciulla rapita ed intrappolata in una torre, stanca di aspettare un eroe che la recuperi, decide di liberarsi da sola affrontando nemici e pericoli vari.

Andremo a scegliere la protagonista dell’avventura, l’abito che indossa ed il Villain che l’ha rapita. Le carte Maiden e Villain selezionate ci indicheranno come comporre il nostro mazzo elencando quali e quante carte inserire dai mazzi Item, Health, Obstacle, Savior e Treasure.

Maidens quest Maidens & Dresses

La particolarità del titolo consiste nella possibilità di essere giocato senza un tavolo: una volta preparato il mazzo di gioco non avremo bisogno di superfici su cui poggiare le carte ma soltanto di entrambe le mani libere (una per tenere il mazzo ed aprire un “ventaglio” di cinque carte, l’altra per spostarle e ruotarle come spiegato dalle regole).

Maidens quest hand

Nonostante l’ambientazione da 10 e lode e l’ottima idea del gioco da fare “senza tavolo”, le meccaniche di Maiden’s Quest lasciano purtroppo a desiderare: le partite sono quasi totalmente in balia del caso, gli scontri infatti vengono determinati dai simboli sulle cinque carte in cima al mazzo senza possibilità di intervento del giocatore. Soltanto con gli upgrade ed i downgrade (ottenibili vincendo o perdendo gli scontri) avremo una scelta sulle carte da ruotare in base ai simboli riportati, cercando di influenzare positivamente gli scontri successivi.

Va anche menzionato il pessimo regolamento del gioco, uno dei peggiori in cui ci siamo mai imbattuti.

Voto: 5/10

Dark Souls the Card Game

Dark Souls: the card game

Dopo la delusione dell’omonimo boardgame (che abbiamo recensito in questa pagina) e certi del fatto che l’IP di Dark Souls meritasse qualcosa di meglio, abbiamo voluto dare un’occasione a questo card game da 1 a 4 giocatori di David Carl e prodotto da Steamforged Games.

Esattamente come nel videogame, giocheremo nei panni di un eroe fantasy (a scelta fra cavaliere, stregone, assassino ed araldo) ogni giocatore andrà ad affrontare mostri di vario livello, migliorando di volta in volta le proprie caratteristiche ed il proprio equipaggiamento allo scopo di confrontarsi con due dei quattro boss disponibili.

Il mazzo iniziale è composto da 28 carte (“equipaggiamenti” e “stamina”) che costituiscono anche i punti vita del giocatore (ed andranno ad aumentare nel corso della partita). Le carte “stamina” rappresentano una fra quattro diverse caratteristiche (forza, destrezza, intelligenza, fede) e sono utilizzabili per attivare armi e difese effettuando attacchi, parate e schivate.

Dark Souls the Card Game

Fortunatamente, questo titolo di David Carl ha in comune ben poco con il board game: ci troviamo davanti ad un card-game veloce e dal buon livello tattico, perfettamente fruibile anche in solitario. Il farming dei mostri era l’aspetto che più ci disturbava nel board game, in questo card game non è stato eliminato (probabilmente per non discostarsi troppo dal videogioco) ma la brevità e la varietà degli incontri riesce a mantenere alto l’interesse dei giocatori.

L’elemento che più abbiamo apprezzato è la fase deck-building, piena di interessanti scelte sul come impostare il nostro mazzo per affrontare gli scontri successivi. A seconda degli equipaggiamenti recuperati potremo decidere di spingere di più su alcune delle quattro stats (acquistando carte stamina potenziate) o addirittura abbandonare alcune caratteristiche per focalizzarci sulle altre ed ottimizzare la frequenza di combinazioni utili.

Rispetto alla modalità cooperativa, in single player l’aspetto tattico degli scontri viene leggermente sacrificato ma si amplia la quantità di scelte disponibili in fase di deck-building, mantenendo alto il livello di sfida ed di divertimento.

Voto : 7/10

Concludiamo per oggi questa rubrica, dandovi appuntamento alla prossima settimana per altre due mini-recensioni in solitario.

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