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Death Stranding: polemiche per la nomination ai The Game Awards

Recentemente il presentatore Geoff Keighley  ha annunciato la nomination per i The Game Awards, lo show condotto dal giornalista in questione. Abbiamo racchiuso tutti i giochi che sono candidate per il premio finale in questo specifico articolo. Dopo la rivelazione delle suddette nomination nel video ufficiale, sono nate però delle polemiche riguardanti la scelta di nominare un gioco in particolare… Death Stranding.

Diverse sono state le scuole di pensiero che non avrebbero voluto vedere l’ultima opera di Hideo Kojima candidarsi per il Game of the Year. Su ResetEra sono infatti nate delle discussioni riguardanti il voto dell’opera che non è incredibilmente alto, dato che su Metacritic si attesta su un 8.4, sicuramente buono ma non eccellente. Molte sono state le opere che quest’anno hanno superato questo punteggio, ma Death Stranding è riuscito a candidarsi ugualmente, probabilmente per la sua importanza a livello storico e di mercato.

Molti hanno anche fatto notare che all’interno del gioco è presente un cameo con Geoff Keighley, l’annunciatore dei The Game Awards, che quindi potrebbe essere stato spinto, anche se magari inconsciamente, a favorire Death Stranding rispetto ad altre opere. Non sappiamo se il gioco riuscirà a vincere la competizione, dato che ha contro di sé temibili avversari come Sekiro: Shadows Die Twice, ma vi aggiorneremo in tempo reale sui risultati della votazione.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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