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Death Stranding: secondo Kojima è sconsigliato giocare offline

A due giorni dall’uscita ufficiale di Death Stranding, l’8 novembre, Hideo Kojima ha deciso di fornire la sua opinione riguardo vari aspetti del suo gioco. Il game designer ha quindi concesso una lunga intervista per Famitsu, rispondendo con il suo pensiero ad ogni domanda. Molti dei dubbi della community riguardanti la nuova creazione di Kojima Productions sono stati chiariti attraverso le affermazioni dello sviluppatore, come ad esempio la fatidica domanda che spopola tra gli interessati all’opera:”È meglio giocarlo offline?”.

You completely lose the support of other players, and it becomes an entirely standalone, single-player experience. We imagine lots of people have their PlayStation 4 systems connected to the internet, so my vision for the game has always been to make it feel like a single-player experience while naturally connecting you to other players. People who don’t have an internet connection or people who don’t like playing online can still play the game, but I really wouldn’t recommend it.

Perdi completamente il supporto degli altri giocatori, e l’opera diventa interamente un’esperienza single-player. Immaginiamo molte persone con la loro PlayStation 4 connessa ad internet, quindi la mia visione del titolo è sempre stata di farlo sembrare come un gioco single-player mentre si è naturalmente connessi ad altri giocatori. Le persone che non hanno una connessione ad internet, o chi non vuole giocarlo online, può comunque giocarci, ma io lo sconsiglio fortemente.

Vi ricordiamo che per poter usufruire delle funzioni multiplayer di Death Stranding non è necessario avere il PS Plus, e non sarà obbligatorio avere alcun abbonamento anche per giocare alla versione PC. Mentre siamo in attesa dell’uscita ufficiale del gioco e della nostra recensione, vi rimandiamo allo speciale contenente la storia di Hideo Kojima.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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