Recensione

Digimon Story Cyber Sleuth – Hacker’s Memory Recensione

Non è un azzardo affermare che, almeno sotto il punto di vista videoludico, il celebre brand Digimon non se la sia passata benissimo negli ultimi anni: le più recenti istanze per PlayStation 4 e PSVita, primi fra tutti Digimon Story Cyber Sleuth e Digimon World Next Order, hanno soddisfatto i fan più accaniti lasciando però sia loro e, soprattutto, i seguaci occasionali con l’amaro in bocca, principalmente a causa di qualche scivolone tecnico dovuto forse a una certa pigrizia nel corso dello sviluppo. Negli ultimi mesi del 2017 è arrivato in occidente Digimon Links, titolo per mobile che ha lasciato piacevolmente sorpresi molti giocatori, ma che non è bastato a saziare la fame di novità dei più affezionati: ecco allora che arriva Digimon Story Cyber Sleuth – Hacker’s Memory, il nuovo capitolo della serie che mira proprio a questo. Il team di Media.Vision sarà riuscito a redimersi superando gli errori commessi in precedenza? Non completamente, purtroppo: scopriamo perché.

Furto d’identità

In Digimon Story Cyber Sleuth – Hacker’s Memory il confine tra mondo reale e mondo virtuale è sottilissimo: grazie all’EDEN, una piattaforma digitale accessibile a chiunque, le persone possono vivere una doppia vita, dovendo però collegare i propri dati anagrafici a quelli dell’avatar che li rappresenta. In un posto del genere gli hacker sono un pericolo non indifferente: l’opinione pubblica li definisce come mercenari al soldo di chiunque, il cui incarico principale è il furto d’identità. Chi ha un account temporaneo, perciò, può essere sia una vittima che un ladro in incognito, e il nostro protagonista, che rientra nella prima categoria, verrà ingiustamente accusato di essere un malvivente: per riscattarsi e riprendersi il proprio profilo diventerà a sua volta un hacker seguendo le tracce del vero colpevole. Questo è l’incipit della trama e, seppur non brilli per originalità, è un ottimo punto di partenza per un titolo che ha molto a che fare con la rete…ma in tutto questo i Digimon che ruolo hanno?

Nell’EDEN i Digimon sembrano esserci arrivati proprio dal nulla: nessuno sa da dove provengano o chi li abbia programmati, ma tutti li hanno accolti con piacere nel paradiso digitale. C’è chi li considera fedeli compagni e chi, invece, li vede come meri oggetti o come fonte di guadagno, e proprio questo sarà uno dei temi centrali intorno ai quali ruoterà la trama. Il nostro protagonista entrerà a far parte del team Hudie, uno tra i vari gruppi di hacker che operano a fin di bene: utilizzando come base operativa un internet café ci troveremo ad accettare e risolvere incarichi di ogni genere, dal recupero di Digimon impazziti alla ricerca di persone scomparse, facendo salire di livello il nostro rango e potendo così svolgere missioni più complesse. Se da una parte questo sistema ci offrirà numerosi spunti per “staccare” dalla trama principale, talvolta saremo costretti a completare un certo numero di missioni prima di poter proseguire la nostra avventura: questo problema sparisce progressivamente con l’avanzare della storia, ma nelle prime ore di gioco la narrazione prosegue un po’ troppo a intermittenza. E’ proprio qui che, fortunatamente, i combattimenti tra Digimon portano in equilibrio l’ago della bilancia.

Conflitti digitali

Per quanto riguarda il combat system, Digimon Story Cyber Sleuth – Hacker’s Memory presenta tutte le caratteristiche di un classico RPG. Ogni creatura digitale ha un tipo (con annesse debolezze e resistenze), delle statistiche e una mossa peculiare, più potente delle tecniche standard e unica per ogni Digimon. Le battaglie consistono in scontri tre contro tre, e l’interfaccia di gioco è divisa in tre sezioni: sulla destra troviamo una barra che indica la sequenza dei turni successivi, rappresentati con la miniatura del Digimon che compierà l’azione, vicino a essa ci sono delle piccole schede contenenti le informazioni principali sullo stato delle nostre creature e a sinistra, infine, il menù che ci permetterà di scegliere la nostra mossa. Inutile dire come, avendo a disposizione una panoramica delle azioni che seguiranno la nostra, sia importante la pianificazione: tramite abilità e oggetti potremo aumentare o diminuire la velocità dei nostri guerrieri e dei nemici, andando a modificare l’ordine dei turni e permettendoci così di ribaltare una situazione disperata. Una piacevole novità sotto il punto di vista degli scontri sono le Domination Battles, nelle quali ci troveremo a dover conquistare le caselle di una scacchiera per totalizzare un determinato numero di punti e schiacciare i nostri avversari, il tutto a suon di battaglie classiche.

Digimon Story: Cyber Sleuth Hacker’s Memory

Per combattere al meglio dovremo avere a nostra disposizione un buon numero di Digimon, mantenendo tra le nostre fila una buona dose di varietà di tipi e tecniche peculiari che potremo individuare tra circa 300 esemplari differenti. Il meccanismo di “cattura” di nuovi mostriciattoli digitali è rimasto invariato dal titolo precedente: ogni volta che incontreremo un Digimon, che sia selvatico o appartenga a un hacker, lo scansioneremo ottenendo una percentuale dei suoi dati. Basterà portare questo numero al 100% (o 200%, se vorrete ottenere abilità esclusive) e visitare il DigiLab per materializzare la creatura che avete combattuto più volte. Nel medesimo luogo potrete far Digievolvere e De-Digievolvere i vostri Digimon dopo aver soddisfatto determinati requisiti, depositarli nella DigiFarm per allenarli e gestire la vostra squadra, assegnando un massimo di otto riserve che guadagneranno esperienza anche senza combattere. Grazie alla loro bilanciata complessità, i combattimenti e le meccaniche gestionali rimangono dunque la punta di diamante di una serie che continua a fornire ai giocatori un livello di sfida appropriato, sebbene qualche volta determinate sezioni possano risultare eccessivamente semplici. Purtroppo, però, questo titolo porta con sé anche gli stessi difetti del capitolo precedente.

Errori di sistema

Niente da fare: se in questo nuovo titolo speravate di veder risolte tutte quelle problematiche che affliggevano il primo Digimon Story Cyber Sleuth, rimarrete tristemente delusi. Hacker’s Memory, come il suo predecessore, è stato sviluppato sia per PSVita che per PlayStation 4 e, sebbene sulla console portatile di casa Sony il comparto tecnico risulti in linea con gli standard, non possiamo assolutamente dire lo stesso della versione per console fissa: cali di frame (anche piuttosto imponenti in alcuni filmati), animazioni poco rifinite e ambienti spogli sono piuttosto frequenti, e rendono di fatto il gioco identico in tutto e per tutto su entrambe le piattaforme.

L’EDEN, distesa infinita di poligoni al neon, risulterà presto noioso da esplorare, e la colonna sonora poco accattivante non renderà di certo il tutto più piacevole. Il mondo reale, purtroppo, non sarà da meno, complice anche una minimappa scarna e poco intuitiva. Inoltre, qualsiasi sia l’ambientazione in cui ci troveremo, la telecamera risulterà a tratti poco fluida e limitante. Il character design, che strizza l’occhio alla serie Persona, è interessante, ma rinchiuso in una cornice artistica che non lo valorizza in alcun modo; l’assenza di una localizzazione italiana, inoltre, restringe ulteriormente il cerchio dei possibili giocatori. Insomma, è davvero un peccato: Digimon Story Cyber Sleuth – Hacker’s Memory avrebbe potuto avere tutte le carte in regola per risollevare la serie dalla sua infelice situazione, ma presenta difetti ingiustificabili che potrebbero far storcere il naso persino ai più affezionati. Chissà, magari la prossima sarà la volta buona. 

Federico "Gears" Lima
Nintendaro fino all'ultimo ricciolo, mi sono avvicinato al mondo Playstation solo da qualche anno. Le mie saghe preferite sono Kingdom Hearts, Pokemon e The Legend of Zelda, e la mia abilità nei picchiaduro classici e negli sparatutto è paragonabile a quella di un comodino. Non esattamente il massimo, insomma.

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