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Dishonored La morte dell’Esterno: ecco come funzionano i contratti

Come è ben noto il punto di vista di Billie Lurk sul mondo è molto diverso da quelli di Emily Kaldwin e Corvo Attano. Mentre quest’ultimo è riuscito a emergere dai vicoli oscuri di Karnaca fino a diventare il Protettore Reale ed Emily è nata e cresciuta nella famiglia reale, Billie ha trascorso tutta la vita nell’ombra. Cresciuta in strada, è poi diventata un’assassina mercenaria, e infine contrabbandiere e capitano della Dreadful Wale in Dishonored 2. Ecco le parole del direttore creativo Harvey Smith:

Billie ha subito una grande trasformazione e ora, in un certo senso, è un agente del soprannaturale come Corvo, Daud ed Emily prima di lei. La strada di Billie, però, è stata molto diversa da quelle di Corvo ed Emily, non avendo lei nulla a che fare con la corte imperiale. Billie assomiglia al suo mentore Daud, è un’assassina. Per il suo modo di vedere le cose, certe persone posso solo essere uccise. Non esiste altra soluzione.

E qui entra il gioco il sistema dei contratti. Accanto agli obiettivi secondari che è possibile scoprire esplorando il mondo, La morte dell’Esterno introduce un modo con cui Billie può prendersi una pausa dalla missione principale e aiutare i cittadini di Karnaca a risolvere i propri problemi. Al giusto prezzo, naturalmente.

Il sistema dei contratti è stato ideato dai membri della squadra Arkane di Lione, in Francia. Abbiamo pensato che dei contratti da mercenario potessero rappresentare un’aggiunta coerente al mondo di Billie, esattamente come i favori di Daud ne Il Pugnale di Dunwall e ne Le streghe di Brigmore, con i quali si faceva riferimento agli anni trascorsi in organizzazioni clandestine e ai debiti di sangue che presumibilmente molti avevano contratto con lui. Solitamente i contratti saranno disponibili nei negozi del mercato nero di Karnaca. Rispetto alle missioni cui ci ha abituato Dishonored, avranno spesso qualche aspetto peculiare.

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Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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