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Down to Hell – Recensione del titolo più infernale di sempre

Lasciate ogni speranza o voi che entrate. Così recita un verso del canto terzo dell’inferno di Dante, ed è proprio cosi che Down to Hell vuole farvi sentire. Persi, all’interno degli inferi, che altro non propongono se non una serie di terribili e soprattutto temibili mostri a farne da padroni. Il gioco, sviluppato dalla software house polacca Red Dev Studio, è un inno al sangue, alla morte ma soprattutto un inno alla musica rock. Ebbene si, a comandare in questo gioco non è tanto la trama, semplice quanto basta per motivare tutta la rabbia del protagonista, né tanto meno il gameplay, anch’esso intuitivo e pratico visto la non molta vastità della proposta… ma la musica, a volte cupa e tediosa, altre volte in puro stile heavy metal, che è sempre presente e accompagnerà il nostro cavaliere nella sua missione.

Il cavaliere che non voleva salvare la principessa

La trama vede per l’appunto un guerriero solitario pieno di odio e rabbia in una missione omicida/suicida. A motivare il tutto, come è possibile vedere fin dall’inizio del gioco, è una scena dove veniamo a conoscenza di una misteriosa ragazza con dei poteri magici, la quale ci ha precedentemente salvati da un mostro e che ora si trova negli inferi a causa nostra. Dapprima, il nostro guerriero sarà indifferente a quanto accaduto alla fanciulla, fino a quando non incontrerà uno strano vecchio che gli farà cambiare idea. Qui ha inizio la sua avventura, che possa essere vista come una favola dove il principe salva la principessa, o come una dove il cavaliere emarginato dal proprio villaggio a causa dei suoi poteri ora cerca solamente vendetta su qualsiasi cosa gli si pari davanti. A voi l’interpretazione. Noi, siamo più propensi per la seconda.

Il gioco si presenta come uno slasher 2D a scorrimento laterale. Egli bandirà un arma alla volta durante l’avventura che gli permetterà di difendersi dai numerosi mostri e Boss disseminati lungo il tragitto. L’HUD di gioco mostra una barra della salute, una per la magia e gli attacchi speciali e una per la stamina che permette di effettuare degli scatti (chiamati Blood Rush) ed evitare attacchi nemici. Forte di due tipologie di attacco, uno leggero e uno pesante, e con l’aiuto di poteri magici offensivi, dovremo farci largo tra la moltitudine di nemici che popolano gli inferi. La parata, seppur presente, non si sposa bene con la velocità di gioco ma soprattutto con lo stile offensivo dei nemici che balzeranno sopra la vostra testa continuamente.Down to Hell

Il combattimento ravvicinato spesso e volentieri sarà la principale, se non unica, possibilità di sopravvivenza. Ogni livello di gioco avrà almeno tre boss, ognuno con uno stile di combattimento differente e un approccio diverso. Oltre a questi sarà facile trovare una sorta di portale che, una volta attivato, servirà da iniziazione per una serie di ondate nemiche con due barriere poste ai lati dello schermo, atte a limitare l’area di gioco. A peggiorare la situazione già non propriamente rosea è la difficoltà che il titolo propone.

 

Come se non bastasse lo scenario a farvi sentire soli e in pericolo (con sangue che schizzi da tutte le parti e il colore rosso a far da padrone ovunque) a tutto si aggiunge una difficoltà assai elevata, per certi versi proibitiva che sicuramente scoraggerà i neofiti del genere, ma non solo. Inoltre, frasi che compaiono a schermo come “Era nella foresta per la prima volta, ma non sentiva paura, solo sangue, finalmente si sentiva come se fossa a casa” renderanno ancor più cupa e malsana un’atmosfera. Per l’appunto, il sangue è proprio un elemento centrale di tutta la produzione. Con esso, infatti, sarà possibile sbloccare upgrade e migliorare le statistiche sia vitali che offensive.

 

Down To Hell, riesce in parte a ottenere quello che vuole. Un gioco difficile, angusto ma che sa farsi anche apprezzare proprio per le sue particolarità. La grafica semplice e pulita, mostra i suoi limiti principalmente sui vari nemici secondari, tutti praticamente uguali e con pattern di attacco pressoché identici. La punta di diamante però, come detto in apertura sono senza dubbio le musiche di gioco. Lo stile rock/metal si sposa davvero magnificamente con una produzione di questo genere e promette sfide con i boss più intense che mai. Il gioco sicuramente merita l’attenzione da parte dei puristi che cercano una sfida ardua ancor prima di una trama appagante o di un gameplay stratificato.

Down to Hell

6.8

Down to Hell è un gioco tutto sommato riuscito che riesce a vincere le sue paure attraverso uno stile grafico cupo ma affascinante e alle sue musiche dark che si mescolano alla perfezione con lo stile rock dei principali boss sparsi nel terreno di gioco. La difficoltà del titolo, abbastanza elevata, è sicuramente il suo punto di forza principale, ma anche il suo primo difetto, visto che null'altro si appoggia ad essa per reggere quel delicato equilibrio che possa rendere il titolo davvero un gioco appagante per tutti.

Andrea Ferri
Da bambino mi innamorai subito della cultura pop, dei videogames, degli anime e del cinema. Cresciuto a suon di VHS, la posta di Sonia e di partite alla PS1, sono anche un avido collezionista di tutto quello che mi passa per le mani. Il mio amore più grande? Toy Story, al quale sempre sarò fedele verso l'infinito, e oltre!

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