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Dragon Ball FighterZ – Provato, un’aura potentissima che travolge Nintendo Switch

Finalmente ci siamo, dopo mesi di attesa Dragon Ball FighterZ arriva finalmente su Nintendo Switch. Del titolo si è parlato tantissimo, partendo dalle altissime aspettative già quando si trovava in fase di sviluppo. La software house Arc System Works si è trovata tra le mani una vera e propria gatta da pelare, poiché la saga è considerata quasi sacra da parte dei fan, e un gioco su Dragon Ball degno di questo nome ormai non si vedeva in giro da parecchio tempo. L’opera multimediale è riuscita comunque a mettere d’accordo vecchi e nuovi fan e, finalmente, si prepara a sbarcare su Namecc, ops, Nintendo Switch. Proprio per questo motivo nei giorni scorsi siamo andati in quel di Milano all’open day della grande N, evento che ci ha permesso di testare con mano tutte le produzioni portate anche all’E3 di Los Angeles. Ovviamente stiamo parlando di un videogame già presente per altre versioni, dunque in questo articolo vi parleremo delle principali differenze legate alla console ibrida.

Ha un’aura potentissima

Purtroppo non c’è stato modo di provare Dragon Ball FighterZ in modalità portatile, vero punto di forza della produzione su Switch. Nonostante questo però abbiamo avuto modo di parlare con gli addetti ai lavori presenti all’evento, ottenendo comunque importanti conferme: sul piccolo schermo il titolo avrà i 60 fps tanto agognati dai giocatori più esigenti. Una sola console basterà per poter fruire dell’esperienza con molti amici, così da aumentare di molto il grado di divertimento. Il videogame permetterà di utilizzare la modalità multigiocatore  fino a un massimo di sei persone presenti nella medesima stanza (ovviamente nella classica formula 3 vs 3). Purtroppo questo è solo quello che sappiamo per quanto concerne la modalità portatile, ma siamo sicuri che già dal rilascio della open beta di agosto riusciremo a ottenere dettagli più precisi.

Tuttavia però possiamo parlarvi liberamente e senza paura del gioco quando viene sfruttato nella sua versione più classica, ovvero usufruendo del televisore. Gli incontri sembrano in perfetta sincronia su quanto visto nelle periferiche concorrenti, quindi è da incorniciare lo splendido lavoro da parte della software house nel traslare il combat system su Nintendo Switch e adattarlo a comandi e caratteristiche della console. Ovviamente però, prima della prova, le nostre aspettative non erano altissime, poiché c’era la paura di non trovare lo stesso feeling e la stessa dinamicità visti in passato. Tuttavia dopo qualche secondo ci siamo ricreduti, poiché i comandi e gli scontri in generale sono fluidi, dinamici e assolutamente belli da vedere. I combattimenti mostrano tutti i muscoli della produzione, con tanti di colori accesi che evidenziano la potenza di ogni tipo di mossa.

Gioco di mano gioco da villano

I comandi sono risultati reattivi, anche se su Nintendo Switch i controlli sono stati semplificati, a favore però di chi deciderà di utilizzare un singolo Joy Con. Il titolo non girerà a 1080p, e la grafica è leggermente più spenta su quanto visto in casa Sony e Microsoft, ma nonostante questo il colpo d’occhio resta davvero sorprendente. Purtroppo abbiamo intrapreso solo due semplici scontri, quindi ci sono stati preclusi contenuti extra e tanto altro, ma le prime impressioni su Dragon Ball FighterZ sono molto positive.

In conclusione possiamo dire che Dragon Ball FighterZ è stata la più grande delusione dell’open day poiché, visto che il gioco ormai lo conosciamo più che bene, eravamo ansiosi e curiosi di usufruire dell’opera nella sua versione portatile. Indipendentemente da questo però, il titolo non si discosta da quanto visto nelle altre versioni, dunque resta un prodotto valido e che si presenta bene. Come detto in apertura, la vera ciliegina sulla torta sarà la possibilità di portarsi con sé il videogame ovunque si vada ma, purtroppo, per quello dovremo aspettare ancora un po’.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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