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Drift 21: abbiamo provato il titolo automobilistico targato ECC GAMES

E’ da molto tempo che non si sentiva parlare di Drift 19. L’ultimo messaggio che ci è giunto lo scorso anno fu infatti il rinvio della versione Early Access, mentre gli sviluppatori continuavano a lavorare sul software dietro le quinte; ecco però che, con la collaborazione di 505 Games, il gioco è stato rebrandizzato e da ora in poi sarà noto come Drift 21. È passato molto tempo da quell’ormai lontano novembre 2019 e da allora gli sviluppi sono andati molto a rilento. Dalla pagina Facebook del gioco, pochi mesi fa, la software house aveva svelato alcune interessanti novità, tra le quali l’entrata in scena – per l’appunto – di 505 Games (che vanta videogiochi del calibro di Assetto Corsa) come editore del suo nuovo titolo. A distanza di sei mesi da allora è stata infine rilasciata una versione early access della produzione e noi di Game Legends l’abbiamo provata per voi. L’esperienza di gioco parte con un breve tutoring sull’acquisto e le funzionalità di modifica del mezzo, guidandoci tra le meccaniche di base del gioco e nell’esplorazione dei contenuti messi a disposizione.

Muovere i primi passi

L’auto entry level per questo titolo è la Mazda Mx5 NB-FL 1.8 Sport, ed è una delle 3 auto disponibili in questa versione beta. Completano la scelta la Nissan Silvia S15 e la Subaru BRZ. Per entrambe il prezzo è fissato a 10.000 crediti ed è possibile personalizzare il colore in fase di acquisto. Dopo aver scelto il veicolo sarete trasferiti in quello che è il vostro garage insieme al nuovo acquisto. Il garage ed il parcheggio antistante saranno completamente esplorabili usando dei pulsanti a muro per aprire la serranda del garage. Come da nostre aspettative, la prova ci ha lasciato un feedback positivo per quanto riguarda le opzioni legate alla modifica dell’aspetto meccanico del mezzo, ma i giovamenti delle nuove configurazioni per l’assetto della vettura sono impercettibili durante la simulazione.

Drift 21 Main Miata

L’unica eccezione è relativa alle ottimizzazioni e alle modifiche della componentistica del motore, che durante la simulazione rendono tangibile l’incremento di potenza del mezzo. Per i non avvezzi alla meccanica, la sostituzione dei componenti all’interno del motore è abbastanza complicata e l’upgrade delle bielle e dei pistoni non è proprio alla portata dei più profani. Per semplificare il compito a quest’ultimi, specialmente durante l’operazione di assemblaggio, è possibile attivare un’opzione chiamata “Show Missing Part”, che andrà consigliando all’utente di turno quali componenti sia meglio montare. Per testare la bontà delle modifiche apportate è disponibile anche il banco rulli, dove si può verificare l’incremento di performance durante tutta la curva di potenza.

Si scende in pista

L’ottima componente tecnica di Drift 21 è ciò che salta immediatamente all’occhio quando si avvia una partita, con un lavoro generale che ha saputo mettere “alla frusta” l’hardware della nostra postazione, le cui componenti vanno ben oltre i requisiti consigliati del gioco. Per giocare a 60 FPS in 4k consigliamo un hardware top di gamma. Se invece volete accontentarvi – si fa per dire – di un ottimo Full HD con dettagli massimi e 60 frame al secondo di media, i requisiti consigliati sono da prendere come riferimento. Ci sono diverse modalità alle quali è possibile giocare: Free Ride, Solo Run e Time Attack. Durante il Free Ride si potranno guadagnare crediti per modificare l’auto e affinare le proprie skill senza limiti di tempo. Selezionando il Solo Run verremo introdotti a una serie di possibilità, ovvero Speed zone, Drifting Zone e Clipping Point. Per i profani del mondo del drifting, le Speed Zone sono le zone dove viene rilevata la velocità. Più la velocità sarà alta e maggiori saranno i crediti guadagnati. Le drifting zone sono le sezioni del tracciato nelle quali è possibile driftare, mentre i Clipping Points sono parti del circuito nelle quali tutte e due le ruote posteriori dovrebbero driftare. Durante il Time Attack bisogna invece completare il tracciato nel minor tempo possibile. Per vincere un trofeo sarà necessario completare il tracciato passando in mezzo a degli indicatori. Driftare non è obbligatorio, perché non s’identifica come la migliore tecnica per affrontare le curve, anche se ciò permette d’ottenere punti aggiuntivi. Anche questa modalità è divisa in categorie che vanno in base alla potenza del mezzo. Le piste disponibili sono tre: la leggendaria EBISU Driftland, l’EBISU School e l’EBISU Minami.

Drift 21 Miata Ebisu

Ma veniamo alla parte vera e propria della simulazione. Durante le prime uscite in pista, per fare familiarità con le meccaniche di guida, consigliamo l’attivazione degli aiuti alla guida, i quali vi consentiranno di guidare l’auto con maggior semplicità, godendo di qualche traverso degno di nota fin da subito. Chiaramente, questo è un consiglio non rivolto agli appassionati della guida di traverso, i quali dovrebbero già sapersi destreggiare nel controllo di una vettura in deriva. La fisica di Drift 21 è sotto parecchi punti di vista carente e non in linea con la realtà. Paragonandola ad un titolo come Assetto Corsa, le reazioni della vettura durante la sbandata non sembrano appartenere alla simulazione pura, ma ricercano piuttosto una via di mezzo tra simulazione e arcade. I cappottamenti sono inverosimili, ed anche quando si colpisce un muro l’auto assorbe l’urto senza tener conto della deformazione dei materiali. Quasi ingestibile è inoltre la fisica relativa ai trasferimenti di carico, un must per un gioco di questa tipologia, poiché molto usata dai drifters per impostare le curve veloci senza l’uso del freno a mano; da segnalare anche la mancanza di un replay con vista dagli spalti. Questo potrebbe aiutare a fare degli screenshot o dei piccoli video da condividere sui social o magari con i propri amici. Da rivedere appaiono anche alcune meccaniche di guida, poco fedeli con la realtà per comportamento della vettura durante la manovra in deriva. Tirando le somme, con la collaborazione di 505 Games, ci troviamo davanti a una produzione che potrebbe presentarsi come l’esperienza di drift definitiva. Basterebbe solo porre qualche accorgimento ed emulare la fisica di ciò che è stato concepito per Assetto Corsa e allora avremmo a che fare con un simulatore imperdibile per qualsiasi appassionato

Matteo Paciucci
Romano, classe '87, amante della competizione e di tutto ciò che abbia un motore. Drifter e pilota amatore, ha preso parte a diverse competizioni, campionati monomarca e rally. Elabora qualunque cosa, vive di chiavi inglesi e benzina 100 ottani.

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