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Drive Buy – Recensione, un party game fondamentalmente anacronistico

Quando si acquista un videogioco ci si muove attraverso un gomitolo decisionale che non sempre va alla ricerca di una narrazione ferrea. Questo implica che un qualsivoglia titolo non debba necessariamente parlare di qualcosa, o impegnarsi in qualche modo, o costruire un’esperienza che resti impressa, a livello emotivo, a chi ci si approccia. Moltissimi appassionati cercano soltanto un momento di svago, un momento di divertimento che intrattenga il giusto, magari mettendoti a contatto anche col prossimo attraverso la competizione. In questo ambito potremmo inserire tutti quei videogiochi online che hanno fatto del gameplay il proprio cuore pulsante, il fiore all’occhiello di un’esperienza caratterizzata non dalla narrazione, ma bensì dalla sfida con se stessi e verso il prossimo. Realizzando la recensione di Drive Buy ci siamo trovati davanti a un lavoro del genere, a un videogioco che non si impegna troppo nel descriversi, mirando piuttosto a una relazione con il giocatore estremamente chiara, con qualche curioso richiamo al passato, neanche troppo dosato.

Drive Buy e la recensione di un party game particolare nel 2021

Drive Buy è un titolo estremamente semplice. Si tratta di un party game sviluppato dai ragazzi di Glitchers. A livello di trama non c’è assolutamente nulla da dire, anche perché il titolo stesso non ne possiede una, evidenziando fin dal principio i suoi stessi intenti. All’avvio il giocatore dovrà attuare una specifica iscrizione, selezionando il proprio nickname all’interno del gioco, per poi piombare immediatamente nel menù principale, e farsi un’idea di quello che ha davanti agli occhi. Il menù si divide in: Play (conduce a tutte le modalità di partita disponibili, dividendosi a sua volta in Quick Play, Custom Game, Partita con codice e Practice), Training (qui il giocatore avrà la possibilità di cominciare a familiarizzare coi comandi e soprattutto con il gioco stesso, con il suo rendimento generale su schermo in fase di gaming. Potrà creare una partita apposita per tutto ciò, leggersi i vari comandi illustrati, i tasti da premere, e accedere ad una mini guida che spiega il funzionamento di tutti i power up presenti nei match), Customise (qui il giocatore di Drive Buy avrà la possibilità di selezionare i vari badges e le emotes a sua disposizione per interagire con gli altri, potrà selezionare un pilota per i vari match e modificare il suo mezzo), Shop (in cui si potranno fare acquisti di vario genere), Rewards ed Options.

Drive Buy

Non essendoci una trama, Drive Buy basa tutto sull’esperienza diretta con i giocatori, quindi sulle varie modalità che ha da offrire. Queste sono: Delivery Battle (in questa modalità i vari partecipanti si sfidano, in una mappa chiusa, a consegnare e raccogliere più pacchi possibile ostacolandosi a vicenda), Pay Day (in cui sempre nel medesimo contesto di prima, i giocatori dovranno raccogliere del denaro sparso nella mappa e scontrarsi per sottrarselo a vicenda), Piggy Bank (qui i giocatori dovranno semplicemente raccogliere un salvadanaio a forma di maialino e scappare continuamente dagli altri. Mantenendo il salvadanaio si accumulano punti, però si viene rallentati e non si potranno raccogliere power up di sorta. Il tutto si riduce quindi ad una folle “acchiapparella” in cui la resistenza e l’agilità diventano fondamentali).

All’inizio di ogni partita i giocatori di Drive Buy dovranno selezionare il proprio personaggio, o pilota, ognuno con un mezzo specifico e caratteristiche estetiche distintive, e dovranno votare, insieme agli altri, in quale modalità affrontarsi. Ogni partita resta dunque totalmente casuale nella sua identità, tutto sta a chi gioca. Una volta scelte queste cose e votata la modalità, si viene letteralmente lancianti in game. Ogni partita condurrà a un certo numero di punti esperienza, i quali servono per sbloccare tutti gli altri personaggi di Drive Buy insieme ai rispettivi mezzi e alle più varie caratteristiche estetiche.

Un gioco che ricorda tantissimo il passato

A livello estetico basta poco per rendersi conto che Drive Buy non si impegna molto come gioco, anzi quasi per nulla. Ci si ritrova tra le mani un titolo estremamente semplicistico in tutto, sia nelle dinamiche strutturali e interattive, sia in quelle estetiche, con una sola ambientazione in cui giocare, disegnata attraverso uno stile che ricorda i videogiochi per Playstation 2 non soltanto parlando di grafica, ma anche proprio di stile.  I neon colorati, le luci a intermittenza e la caratterizzazione dei vari power up e mezzi estremamente classici (si parla di missili, calamite, scosse elettriche e ghiaccio immobilizzante accompagnati da camioncini e macchine dalle fattezze poco ispirate) inizialmente divertono, ma la loro riconoscibilità conduce ben presto a una noia che inevitabilmente allaga ogni idea intrigante e di spirito. Il tutto è implementato anche bene, nel suo insieme, conducendo a un’esperienza piuttosto fluida, ma comunque estremamente caotica e sempre parecchio anonima, indefinita.

Il disimpegno generale ad introdurre questo videogioco ne anticipa fin dal principio le dinamiche, senza mai andare oltre alle varie premesse, pur con piccoli guizzi interessanti, che restano soltanto curiose citazioni neanche troppo rilevanti. Un esempio lo si trova nei vari cartelli a tappezzare la mappa di gioco, cartelli che citano apertamente il film di Carpenter “Essi vivono”, pellicola del 1988 in cui il protagonista si ritrova a dover fare i conti con un’invasione aliena che controlla ogni cosa attraverso il consumismo; celebre la scena degli occhiali che mette in chiaro i veri messaggi dietro ai cartelloni pubblicitari. In Drive Buy questa cosa è riportata, più o meno, tale e quale, mescolando ancora una volta le carte in tavola e sfiorando, anche se in maniera totalmente casuale, un discorso che si rifà al compito stesso del giocatore: quello di consegnare pacchi ad ogni costo.

Drive Buy

Arrivati a questo punto, resta dunque da sottolinearne l’anima curiosamente spigliata che contraddistingue la produzione da cima a fondo. Questa non si fa mai veramente incisiva nel suo porsi, rimanendo ancorata a un divertimento rustico e anche domestico, pur nel suo essere bonario. Questo videogioco sembra un prodotto partorito nei primi anni del duemila, un qualcosa di diretto nella sua comicità, con richiami ai party game, e ad alcuni storici cabinati (tipo Pizza Guy) degli anni novanta, accompagnato da una colonna sonora disco e tecno, relativamente vaga, che ricorda in qualche modo i primi Need for Speed Underground, ma fin troppo distaccato da tutti i passi avanti che negli anni abbiamo vissuto, sia con il medium che al di fuori. Un tentativo abbozzato che rievoca e al tempo stesso resta in silenzio in un angolo, al buio di un mondo e di un mercato che non aspetta mai nessuno.

Drive Buy

5.7

Scrivere una recensione di Drive Buy risulta curioso, curioso per via di quello che questo videogioco vuole ed ha da offrire, soprattutto se lo si allinea con l'anno di uscita e con quello che i videogiocatori contemporanei sono diventati nel tempo. Si tratta di un videogioco totalmente disimpegnato che vuole divertire e intrattenere, senza però andare oltre ad alcuni stilemi superati, ad alcuni elementi che risultano inevitabilmente fuori posto ed apparentemente troppo semplicistici. Si parla di un'esperienza che deve far riflettere su quello che i videogiochi sono diventati, e su quello che potrebbero continuare ad ispirare anche al di fuori dei trend più seguiti e cliccati, una sorta di viaggio indietro nel tempo che si distacca da tutto il resto, senza però impegnarsi sufficientemente.

Nicholas Massa
Adora i videogiochi e il cinema fin dalla più tenera età e a volte si ritrova a rifletterci su... Forse anche troppo. La scrittura resta un'altra costante della sua vita. Ha pubblicato due romanzi (a vent'anni e venti quattro) cominciando a lavorare sul web con varie realtà editoriali (siti, blog, testate giornalistiche), relazionandosi con un mondo che non ha più abbandonato.

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