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E3 2018: non tutti i rospi diventano principi

L’E3 2018 si avvicina sempre di più, e come al solito in questi ultimi giorni che segnano il countdown più importante dell’anno videoludico, si sprecano le speculazioni, i leak e chiaramente le centinaia di ipotesi legate a ciò che sarà mostrato sul palco di Los Angeles. Le grida di speranza ci gonfiano le guance ad ogni ticchettio, a ogni giorno cancellato dal calendario… ma ovviamente non tutte queste speranze saranno ripagate. Non solo, non tutti questi desideri hanno a che fare con arrivi, annunci o reveal, ma anche con questioni più spinose sul piano concettuale, un discorso ampio e delicato che non salva nessuna delle parti. Le speranze infatti possono essere negative, riguardando soprattutto ciò che NON vogliamo prenda parte allo show, ciò che potrebbe rovinare una festa prima ancora che sia finita. Si potrebbe iniziare generalmente con un “non voglio rimanere deluso” per risultare politically correct, ma sappiano già che molti saranno i rospi che dovremo ingoiare in questa edizione dell’Expo. Quali sono i rischi che inevitabilmente correremo anche quest’anno? Ecco a voi i magnifici 7 rospi, che per diventare principi necessiteranno di più di un bacio.

Rospo #1 – Titoli VR

Partiamo in maniera molto soft. Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un co-protagonismo becero della realtà virtuale nelle produzioni videoludiche. In questo lasso di tempo sono stati davvero pochi i titoli dedicati a periferiche VR che sono degni di essere ricordati, ma anche questi sono comunque “sporcati” da una longevità sotto alla media richiesta per un’esperienza con la E maiuscola. È ormai consuetudine in tutti gli eventi dedicare una parte ai titoli di questo tipo, e spesso in una carrellata che li mostra uno dopo l’altro: prima azienda chiamata in causa è chiaramente Sony, che si sta sforzando di far decollare il proprio visore fornendo una mole incredibile di videogame. Ma cosa manca davvero a questi giochi? La longevità di certo, ma forse non è l’unico fattore che fa storcere il naso all’utenza… All’E3 2018 non voglio tanti piccoli prodotti, ne voglio uno gigantesco.

Rospo #2 – Titoli annuali

Una delle categorie che più mi fa pensare all’interno dell’industria videoludica, è quella branca di titoli cadenzati, o comunemente definiti “annuali”. Non mi riferisco solamente ai giochi sportivi – anche se la fetta più grande di questo paragrafo riguarda proprio loro – ma anche a quei brand che col tempo si sono guadagnati un nome talmente pesante, che fermare la macchina anche solo per un anno farebbe perdere milioni agli studi. La storia ci ha insegnato che le pause a volte sono produttive, come quella che Ubisoft si è presa con Assassin’s Creed per creare un gioco diverso, che desse nuova linfa al franchise, riuscendoci ampiamente con Origins… e invece ecco che la stessa casa francese ci anticipa l’arrivo di un nuovo videogame e che sarà con tutta probabilità sul palco. Uscirà quest’anno? In quel caso saremmo di nuovo daccapo. Il produrre videogiochi a una tale velocità è certamente quello che richiede l’industria, e forse anche i fan accaniti… ma non è quello di cui i giocatori hanno bisogno. Quella è la qualità. All’E3 2018 non voglio vedere titoli realizzati di fretta, li voglio creati con cura.

Rospo #3 – Anticipazioni

I leak, le anticipazioni e le informazioni trapelate sono forse il male peggiore che caratterizza la fiera di Los Angeles. Perché allora è solo al numero 3? Perché a oggi sono già molte le notizie fuoriuscite dagli uffici, e serve a poco sperare l’opposto di qualcosa che è già accaduto. Niente è confermato finché lo show non sarà sul palco ufficialmente, ma mai dire mai. Questo via vai di informazioni non fa che saturare l’ambiente, rovinando principalmente la parte puramente “spettacolare” dell’evento, la sorpresa nuda e cruda dei fan. Certo, dal punto di vista delle notizie sono paradossalmente le aziende a trarne vantaggio, facendo in modo che si parli dei loro prodotti al di fuori della massa abnorme di contenuti concentrata in quelle poche ore… che molte di queste siano rilasciate volontariamente prima del tempo? Il peggio, tuttavia, potrebbe non essere passato. Manca solo un giorno all’apertura dei giochi, e ancora potrebbe succedere di tutto. All’E3 2018 non voglio la mancanza di colpi di scena.

Rospo #4 – Mezzucci

Come si fa a rendere un gioco il più appetibile possibile per lasciare senza parole il pubblico? I dettagli da curare sono molti, e mai come in questo periodo storico a tenere banco è proprio l’aspetto tecnico dei videogiochi. Negli anni passati molte volte abbiamo visto titoli cangianti: presentazioni mega galattiche alla fiera di Los Angeles, ma prodotti che all’uscita si sono rivelati tutt’altro che vicini alla qualità esposta sul palco. Ebbene, avrete certo sentito parlare dei vari casi in cui giochi per console sono stati giocati durante l’evento, ma utilizzando invece un PC all’avanguardia. Episodi non proprio sporadici, e che di certo non fanno piacere agli utenti. Meglio evitare i gameplay e mantenere il basso profilo, o utilizzare “mezzucci” per pompare le prestazioni? Conosco già la mia risposta. All’E3 2018 non voglio menzogne, voglio sincerità.

Rospo #5 – Flusso della moda

Ogni periodo è caratterizzato da vere e proprie manie, fenomeni di massa che spingono i giocatori ad apprezzare categorie diverse di prodotti, sia per genere, sia per contenuti o ambientazioni. Gli zombie non passano mai di moda, gli FPS nemmeno, ma oltre a loro in questi anni timbrano il cartellino anche titoli con ambientazioni sci-fi o post apocalittiche, e chiaramente le tanto giocate battle royale. Una delle volontà più genuine – pensando in bene – delle software house, è quella di accontentare i giocatori dando loro ciò che vogliono. Molto spesso è difficile farlo, perché sapere cose effettivamente desidera l’utente richiede uno studio costante e certosino. Allacciandoci alla questione “fretta”, trovare qualcosa di nuovo in tutto e per tutto è un compito che ad oggi cozza coi ritmi a disposizione. All’E3 2018 non voglio cliché, non voglio titoli uguali tra loro. Voglio originalità.

Rospo #6 – Selezione indie

L’importanza delle produzioni indipendenti non dovrebbe mai essere sottovalutata, specialmente ad un evento importante come quello che il Convention Center di Los Angeles ci offre ogni anno. Per fortuna, in un modo o nell’altro, le piccole produzioni sono sempre riuscite a ritagliarsi uno spazio più o meno importante all’interno dell’Expo, specialmente grazie a dei progetti inizializzati dalle aziende più grandi che a livello mediatico danno una spinta ai prodotti più meritevoli. Cosa c’è che non va dunque? Risposta complessa da dare. Verissimo che la qualità di molte produzioni a basso budget è sorprendente, ma specie in un evento lungo e dispersivo come l’E3, spesso ci si trova a dover pescare dal mazzo e le perle che ne escono fuori – anche se di rara bellezza – sono di una media drasticamente bassa. Le aziende che più si sono mosse su questo fronte sono senza dubbio Microsoft e Square Enix, e non possiamo non citare per l’appunto Cuphead, pubblicato dalla prima. Un misto di arte e genialità che ha pochi pari al giorno d’oggi! Ma chi si ricorda degli altri titoli con esso presentati? Più di 25 nomi, dei quali solamente 4 o 5 hanno avuto un discreto successo. Quei videogame di potenzialità ne hanno avuta moltissima, ma probabilmente sono arrivati al pubblico con una appetibilità più bassa, forse per aver dovuto sgomitare sul palco con altri compagni per un po’ di gloria. All’E3 2018 non voglio un’accozzaglia di indie proposti alla rinfusa, voglio una selezione che dia ampio spazio a coloro che salgono sul palco.

Rospo #7 – Le promesse

Eccoci dunque al settimo peccato capitale, quello più grave che ogni E3 è sempre pronto a commettere, il coltello con la lama puntata verso di noi: le promesse non mantenute. Queste sono la trasposizione del tradimento, il peccato più grave anche nell’inferno del nostro Dante Alighieri. Se c’è una cosa che ferisce nel profondo i giocatori sono proprio le illusioni. Quante volte ci è capitato di vedere annunci in pompa magna di titoli che attendevamo da una vita, o promettenti nuove IP pronte a spaccare il mondo, per poi ritrovarci con meri surrogati e\o cancellazioni varie? Scalebound, Fable Legends, Final Fantasy VII Remake, sono solo tre dei più recenti fallimenti delle software house: i primi due per cancellazioni avvolte ancora dal mistero per grande percentuale, il terzo per aver creato un’hype inverosimile con il picco più alto di lacrime mai viste contemporaneamente in una diretta E3, e poi essere sparito dai radar fino addirittura – stando ai rumor degli ultimi mesi – ad essere ricominciato da zero. Al di là della brutta figura intrinseca, ciò che si perde è la fiducia dei giocatori, la cosa più importante di tutte. Prima di annunciare la caduta di una bomba, bisogna procurarsela. All’E3 2018 non voglio promesse, voglio fatti.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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