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Earthlock – Recensione del RPG di Snowcastle Games

Nel “lontano” 2016 la casa indipendente Snowcastle Games, in seguito ad una lunga campagna di crowd founding, lanciava sul mercato digitale il suo Earthloch Festival of Magic. Si trattava (e si tratta) di un RPG a turni molto simile ai classici manga style del genere molto in voga negli anni ’90, dai quali prende palesemente ispirazione. Purtroppo, all’epoca della prima pubblicazione il gioco non ebbe molta fortuna. Complici uno sviluppo non molto curato, grafica e meccaniche di gioco superate e poco innovative, ricevette critiche poco incoraggianti. Anche noi stessi tempo fa ci siamo espressi sul titolo in un’altra recensione.

Nei primi giorni di marzo di quest’anno Snowcastle ci riprova, presentando quella che hanno scherzosamente definito la “Should Have Been Edition”, ovvero il gioco che avevano in mente ma che non riuscirono a sviluppare. La nuova versione (che abbiamo provato per voi su PS4) si intitola semplicemente Earthlock. La trama in sé non è stata modificata, ma anzi sono state aggiunte side quest e attività che permettono di esplorare il mondo di Umbra più approfonditamente. Ma procediamo con ordine.Earthlock

Nel gioco impersoneremo Amon, che assieme allo zio Benjo esplora antiche rovine in cerca di tesori. Durante una delle loro ricerche si imbatteranno però in misteriosi artefatti, residui di una scomparsa civiltà. I due si metteranno perciò nei guai e Amon si troverà costretto a intraprende un lungo viaggio durante il quale affronterà molti pericoli per fermare il male che incombe sul suo mondo; il giovane avrà però dalla sua preziosi alleati.

Se siete fan del genere RPG, avrete già capito che questi alleati altri sono i membri del party col quale dovrete affrontare i combattimenti. A questo proposito bisogna dare atto ai creatori del gioco di aver avuto un’idea piuttosto originale: ogni personaggio del nostro team potrà essere “abbinato” ad un altro, tramite il sistema dei bond. Questo sistema rappresenta il legame di affiatamento tra i due e permette di ricaricare le mosse speciali ogniqualvolta si eseguono azioni di supporto all’interno della stessa coppia.

I ruoli dei characters sono quelli soliti nella tradizione del gioco di ruolo – ladro, mago/healer, tank, ranger e così via – come in effetti sarà molto tradizionale tutto ciò che vi ritroverete davanti nel titolo: la storia, le azioni che compirete, i nemici vulnerabili a qualcosa e resistenti ad altro, ogni cosa richiama opere videoludiche che l’hanno preceduto. Qui bisogna appuntare il primo difetto di Earthlock: non è per nulla innovativo. Dopo qualche ora di gioco spesa ad aumentare di livello per eliminare il boss che continua a farci fuori, ci accorgiamo che stiamo ripetendo in continuo lo stesso schema.Earthlock

Sarà comunque divertente veder crescere le nostre abilità: potremo gestire i nostri talenti su di un’apposita tavola che permette una buona personalizzazione delle capacità, dove cosa molto soddisfacente è il poter craftare questi talenti, oltre a munizioni, pozioni veleni e altri apparati utili. Anche le modalità per ottenere i materiali da costruzione sono varie: potremo trovarli casualmente in giro, dropparli dai nemici uccisi (Amon può persino rubarglieli di dosso durante i combattimenti!) oppure coltivarli. Avremo a nostra disposizione un orto e vasi sparsi per le location, nei quali interrare i semi delle piantine che, una volta cresciute grazie alle nostre amorevoli cure, ci forniranno ciò di cui abbiamo bisogno.

Sfortunatamente questi aspetti divertenti sono controbilanciati da tempi di caricamento troppo lunghi e dalla presenza di alcuni bug che potrebbero dar noia. Nel giro di 3/4 ore di gioco, è capitato diverse volte che dei nemici non reagissero alla nostra presenza e rimanessero “incastrati” in qualche albero o cespuglio circostante senza dar segni di vita. Un paio di volte, in seguito al caricamento di un salvataggio, tornati in gioco il nostro personaggio rimaneva immobile e non rispondeva ai comandi, salvo poi sbloccarsi dopo una decina di secondi.Earthlock

Lo storytelling è piuttosto altalenante, alternando momenti di profonda immersione nella trama ad altri in cui i lunghissimi dialoghi (tutti in inglese) ci fanno quasi dimenticare cosa stavamo cercando. A questo aggiungete che tali dialoghi non sono mai doppiati, ma compaiono in forma di baloon, di fianco a colui che sta parlando in quel momento. Buona lettura. Superati questi difetti, provate a non far troppo caso alla bassissima densità poligonale e alle scarse animazioni, perché in realtà giocando si respira un’atmosfera coinvolgente. Anche merito di FrogBoy, un simpatico ragazzino vestito da rana che ci guiderà nel corso di alcuni tutorial. FrogBoy è un buon esempio della riuscita caratterizzazione dei protagonisti, ai quali ci si affeziona velocemente. Per fortuna negli studi della Snowcastle Games ci tenevano a presentare una bella storia.

Earthlock, può non apparire migliorato in questa nuova veste e in effetti mantiene molti dei difetti che aveva ai suoi albori. Tuttavia bisogna tener conto del pubblico a cui è destinato, ovvero i nostalgici degli anni ’90. Una giustificazione a metà. Sia chiaro: non è un brutto gioco, non è però un titolo che piacerà facilmente ai player di oggi. Sebbene sia certamente riuscito (al secondo tentativo) l’intento dei produttori di realizzare una storia avvincente nineties style, bisogna ricordare che ad oggi le tecnologie disponibili permettono risultati migliori anche a prezzi inferiori (su PlayStation Store è venduto a 20,99 €) o addirittura in free to play. Sopratutto ci si aspetterebbe qualcosina in più da un gioco PS4.

Earthlock

6

Un gioco riuscito a metà. Una buona trama ma il gameplay monotono e la scarsa realizzazione grafica lo rendono un titolo troppo datato per il suo genere. Anche se richiamando fortemente lo stile degli anni novanta - cosa voluta dal principio - Earthlock pecca di poco carisma e di un coinvolgimento solo di medio livello.

Giacomo Zanoni
Videogiocatore dall'età di cinque anni, passo le giornate a leggere fumetti e libri, a volte mi cimento nella scrittura. Adoro i giochi di ruolo e qualsiasi altra cosa in grado di narrarmi storie e farmi viaggiare stando comodamente seduto.

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