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Ecos: First Continent – Recensione del tile-placement di AEG

Ecos: First Continent è un titolo di John D. Clair da 2 a 6 giocatori. Rilasciato ad Essen Spiel 2019, Ecos è stato per AEG il titolo di punta di quest’anno: unendo meccaniche originali (seppur non inedite) e materiali di prim’ordine ad un autore di rilievo, non abbiamo potuto lasciarcelo sfuggire.

Abbiamo preferito non provarlo in fiera per dedicargli più tempo una volta tornati a casa: ed infatti dopo averlo giocato e rigiocato in queste serate autunnali, siamo pronti a presentarvi la nostra recensione.

Ambientazione e materiali

In Ecos: First Continent i giocatori sono forze della natura impegnate nella creazione di un pianeta. Nel corso della partita avremo la possibilità di modellare il paesaggio generando mari, deserti e territori fertili, innalzando montagne, sviluppando foreste ed infine popolando la mappa di specie animali.

Accennavamo già nell’introduzione dell’ottima qualità dei materiali. Ogni tessera è di cartoncino spesso e resistente, le illustrazioni di buon livello, ottimi gli elementi in legno (boschi e foreste). Leggermente scarna la grafica delle carte (scelta sicuramente ponderata, per migliorarne la leggibilità). Apposite scatoline di cartoncino vengono fornite per riporre cubetti e tessere-animale: seppur comode, andrebbe rivisto qualcosa nella loro progettazione dato che dopo alcuni utilizzi le nostre si stanno piegando nei punti più sottili e vicini alla chiusura.

Tiles and Cards Ecos: First Continent

Meccaniche di Ecos: First Continent

Ecos: First Continent è un titolo card-driven di piazzamento tessere. I sei mazzi asimmetrici con cui i giocatori iniziano la partita sono composti da 12 carte ciascuno e presentano diverse strategie da poter percorrere per vincere la partita: ogni carta ha effetti di “terraformazione” o di piazzamento di specie animali (a volte prevedendo interazioni con animali di specie diverse), spesso fornendo anche punti vittoria in base all’impatto sulla board dell’azione effettuata.

La dinamica centrale di Ecos: First Continent è la stessa vista in Rise of Augustus ed ispirata al classico gioco della tombola. Da un sacchetto vengono estratti, uno alla volta, dei token-energia con diversi simboli: se abbiamo di fronte a noi una carta che lo raffigura, potremo coprire il simbolo con un cubetto. Una volta coperti tutti i simboli di una carta, il suo effetto si attiva: esclameremo “Eco” per interrompere le estrazioni e risolvere quanto indicato sulla carta. Fra i possibili effetti c’è la generazione di ulteriori energie, che ci consentono di attivare una catena di carte diverse.

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Quando il numero estratto non compare fra le nostre carte in gioco potremo ruotare di 90° un’apposita tessera quadrata che ci consentirà di acquisire una nuova carta, ottenere un cubetto o giocare una carta dalla propria mano.

Ecos: First Continent close-up

Considerazioni

Vorremmo iniziare questo lungo paragrafo sconsigliando fermamente di approcciarsi ad Ecos: First Continent provandolo con una partita singola (e sapendo già di non rigiocarlo a breve), perché ne rimarreste probabilmente delusi. Il titolo non è affatto complesso (anzi, è proponibile anche a neofiti), per ricavarne soddisfazioni tuttavia è necessario conoscere non solo le proprie carte di partenza ma anche i mazzi degli avversari ed il relativo metagame. I due mazzi “comuni” infatti sono marginali, abbiamo constatato nei nostri test come sia più redditizio focalizzarsi sulle carte di partenza (che offrono ottime strategie anche da sole), riducendoci a pescare carte ulteriori soltanto per l’effetto secondario di qualche attivazione.

Il down-time delle prime partite è stato eccessivo, mentre con giocatori esperti i tempi si riducono leggermente ma rimangono accettabili soltanto con quattro persone al tavolo o meno. Sebbene la fase di “piazzamento” sulle carte si svolga in contemporanea, l’attivazione degli effetti si svolge singolarmente, in ordine di turno, per ogni giocatore: i numerosi fattori da tenere in considerazione espongono al rischio di analisi-paralisi e la possibilità di attivazioni concatenate in diverse carte non aiuta a velocizzare le operazioni.

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Le nostre prove iniziali con 5 o 6 giocatori al tavolo sono state disastrose, non solo per le lunghe attese fra i turni ma anche per la scarsa gestibilità del gioco: troppe persone che interferiscono nella realizzazione della mappa e nello sviluppo della fauna rischiano di vanificare (spesso inconsapevolmente) diversi turni di preparazione della nostra strategia. In 3-4 giocatori il discorso si fa diverso, la partita diventa più deterministica (con tanto di mosse e contromosse) ed il titolo è più fruibile, sia in termini di tempo investito che di divertimento.Ecos: First Continent, game in progress

I mazzi ci appaiono ben bilanciati e la vittoria raggiungibile in molti modi diversi. Continua a meravigliarci come, in ogni partita, le mappe ottenute siano così differenti fra loro: abbiamo realizzato sia sterminate spianate desertiche che mondi prevalentemente acquatici, costellati da isolette. I mazzi in gioco contribuiscono notevolmente ad impostare il mondo realizzabile, oltre che a definire le specie che lo abiteranno. Quanto alla fauna, è estremamente interessante osservarne le interazioni e sfruttarle a nostro vantaggio. Oltre a costituire la principale fonte di punti, gli effetti degli animali sono coerenti con i veri comportamenti che hanno in natura: antilopi che sfruttano la loro mobilità per allontanarsi dai predatori, rinoceronti che prediligono la solitudine, leoni che necessitano di un territorio di caccia ecc.

In conclusione, il titolo si è rivelato discreto, ma ha necessitato di 3-4 partite di rodaggio prima di esprimere il suo pieno potenziale. Non è adatto ai giocatori da “una partita e via”, ma se giocato con una certa costanza, potrebbe stupirvi.

Ecos: First Continent

6

Buon tile placement dalle meccaniche inconsuete, il nostro voto finale è una media fra quello delle prime partite (4,5) e quello che daremmo ora, con una conoscenza più profonda dei mazzi e delle interazioni (7).

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