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Eden – Recensione, una storia di robot e di esseri umani

Gli anime giapponesi hanno sempre avuto un grande successo, ma nel corso degli ultimi anni il medium è cresciuto a dismisura, accogliendo un numero sempre maggiore di appassionati. Forse è anche per questo motivo che Netflix ha deciso di investire molto su queste produzioni, aumentando in maniera considerevole le serie e i film d’animazione giapponesi in arrivo sulla piattaforma. Tra questi titoli possiamo trovare anche Eden, il primo anime originale interamente di proprietà di Netflix.

Presentato ufficialmente al pubblico nel 2019, Eden vanta un team creativo incredibilmente promettente. Alla regia, infatti, è possibile trovare Yasuhiro Irie, che già in precedenza ha lavorato come animatore, disegnatore e regista per titoli dal calibro di Fullmetal Alchemist: Brotherhood. La sceneggiatura è di Kimiko Ueno (Little Witch Academia, Carole & Thusday) mentre il character design è stato affidato alle sapienti mani di Toshihiro Kawamoto, che ha avuto lo stesso ruolo nella produzione di Cowboy Bebop. Eden arriverà su Netflix il prossimo 27 maggio 2021, ma abbiamo avuto la possibilità di vedere tutti e quattro gli episodi in anteprima, ed ecco la nostra recensione.

Eden: una storia di robot e di esseri umani

Iniziamo questa recensione dicendo che Eden è ambientata in un’epoca lontana migliaia di anni dalla nostra, in cui gli umani sembrano essere apparentemente estinti. I robot, ovviamente sopravvissuti ai loro creatori, abitano il pianeta e continuano a svolgere i ruoli per il quale erano stati inizialmente programmati. Una società comunque funzionante, nel quale le macchine non smettono di lavorare e di seguire alcune regole scritte nel momento in cui sono stati creati. Ma, a tutti gli effetti, nessuno di loro sa davvero da dove viene. Avviene così lontano nel futuro, infatti, che gli esseri umani sono stati a lungo considerati un mito o una leggenda, e solo un piccolo gruppo di “complottisti” vede gli uomini come loro fonte di origine.

A stravolgere una routine che sembra andare avanti indisturbata da anni saranno due semplici robot di manutenzione, A37 (Kyoko Hikami in lingua originale) ed E92 (Kentaro Ito in lingua originale). Mentre svolgono i loro compiti quotidiani, infatti, questi ultimi trovano per errore una capsula di stasi nella quale dorme una bambina umana. Dopo averla svegliata accidentalmente, si troveranno a mettere in discussione le proprie convinzioni personali e sociali, e verranno messi di fronte ad alcuni importanti interrogativi. Gli esseri umani sono davvero pericolosi come viene narrato nelle leggende? E che cosa bisogna fare di questa piccola e misteriosa creatura? Segnalarla alle autorità o tenerla al sicuro?

Eden Recensione

Nonostante le preoccupazioni e gli ordini dall’alto, i due robot decidono di crescere di nascosto la bambina, chiamata Sara Grace, e di tenerla al sicuro dai loro simili. Proprio come dei veri genitori, A37 ed E92 le insegnano a leggere e a scrivere, a prendersi cura di sé stessa e degli altri. E mentre Sara cresce, i due iniziano a scoprire di più sugli esseri umani che fino a quel momento avevano visto solo come una spaventosa leggenda. 

Crescendo, Sara sviluppa inevitabilmente un profondo interesse per la sua cultura, documentata su libri e veri e propri reperti storici, ed è desiderosa di scoprire di più sulla presunta estinzione della razza umana. Ma avvicinandosi alle risposte che stava cercando, la ragazza si renderà conto che la verità sarà più difficile da digerire del previsto, e verrà messa di fronte ad un’enorme responsabilità. Ma cosa si prova ed essere l’unico essere umano in un mondo apparentemente abitato da sole creature meccaniche?

Eden Recensione

Eden: un viaggio inaspettato

Come vi avevamo già anticipato nell’introduzione della recensione, Eden presenta un team creativo davvero incredibile. Non c’è da stupirsi, infatti, se la narrativa riesce a convincere fin da subito (nonostante un incipit forse troppo lento), e ci trasporta con successo nei suggestivi luoghi abitati dai robot. Non ci troviamo di fronte ad un tema particolarmente originale, ma il modo in cui le vicende vengono raccontate si rivela vincente e colpisce il segno. Inoltre, il tutto viene accompagnato dalle meravigliose colonne sonore di Kevin Penkin, compositore che in precedenza ha lavorato per le musiche di Made in Abyss, Tower of God e The rising of the Shield Hero.

Uno degli elementi migliori della serie sono i suoi personaggi principali, ossia Sara, A37, E92 ed un altro piccolo insieme di macchine. Nonostante la maggior parte di questi sia apparentemente piatto e inespressivo a causa della sua natura meccanica, Eden riesce a dimostrarci ben presto che tutto non è come sembra. Il gruppo di robot prende il ruolo di una stravagante famiglia per Sara, e il titolo ci mostra alcune delle dinamiche familiari tipiche delle produzioni di questo tipo, adattandole perfettamente al particolare contesto. A37 ed E92 sono a tutti gli effetti i genitori adottivi della ragazza, la quale si rivolge a loro chiamandoli, appunto, mamma e papà, ed è evidente che anche loro nutrono un profondo affetto nei suoi confronti. Un legame talmente tanto forte che li ha spinti a lasciarsi alle spalle le convinzioni che avevano sempre avuto e a lottare, a modo loro, per difenderla da una minaccia costantemente in agguato.

Eden Recensione

Nonostante Eden sia un prodotto particolarmente interessante, non possiamo in sede di recensione non citare alcuni difetti abbastanza importanti. La 3D-CGI nata dalla collaborazione tra Qubic Pictures e CGCG Studio, ad esempio, risulta essere uno dei maggiori limiti per lo show. È impossibile non notare come, nonostante sia decisamente più dinamica e fluida rispetto alla CGI usata nella maggior parte delle produzioni, questa non riesca a stare al passo della narrazione. Questo rallenta notevolmente il ritmo della serie, ed alcuni tra i momenti più action o movimentati sono tutt’altro che convincenti.

L’altro grande problema della serie è la sua lunghezza ridotta. Ci troviamo di fronte ad un prodotto decisamente breve (quattro episodi da circa mezz’ora ciascuno), ed è evidente che alcuni sviluppi narrativi avevano bisogno di più tempo per essere apprezzati, soprattutto nella parte finale. La conclusione, infatti, risulta particolarmente sbrigativa, e annulla la magia che si era venuta a creare in precedenza.

Eden

Eden: un’avventura suggestiva che poteva offrirci molto di più

Nonostante Eden abbia i suoi difetti, è comunque un prodotto molto interessante, una via di mezzo che va a rispecchiarsi nel voto che abbiamo assegnato a pié recensione. Il primo anime originale interamente di proprietà di Netflix ci porta in un’epoca molto lontana dalla nostra, mostrandoci le vicende di una famiglia decisamente fuori dal comune. Nel corso della narrazione Eden affronta alcune tematiche molto importanti, analizzando il modo in cui la presunta estinzione degli esseri umani abbia cambiato il mondo come lo conosciamo. Lo abbiamo già anticipato in precedenza, il tema non è particolarmente originale, ma la serie riesce ad utilizzare un approccio più particolare per affrontare il discorso, e questo non può che essere apprezzato.

Eden

7

Eden, il primo anime originsle interamente di produzione Netflix, racconta una storia interessante e suggestiva, che si basa sul profondo legame tra i membri di una famiglia fuori dal comune. Le suggestive ambientazioni di Eden 3 riescono a portarci in un'epoca lontana, ed il tutto viene arricchito dal character design di Toshihiro Kawamoto e dalle colonne sonore di Kevin Penkin. Nonostante i suoi problemi, legati principalmente ai limiti della tecnica utilizzata e alla sua lunghezza ridotta, la serie di Yasuhiro Irie riesce comunque a convincere e a raccontare un viaggio suggestivo e carico di emozioni.

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