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Far Cry New Dawn: è uno spin-off, non chiamatelo DLC!

Prima della sua uscita, ma anche una volta riconosciuta l’entità del gioco, si è chiacchierato molto riguardo l’entità di Far Cry New Dawn, e di quanto il titolo possa essere considerabile o meno un DLC di Far Cry 5. Togliendo le castagne dal gioco fin da subito, sappiate che non potrebbe esserci una dichiarazione più sbagliata. Anche se le zone che ci troveremo a battere con il “Capo” sono le stesse del titolo uscito meno di un anno fa, la Hope County che ci troveremo a visitare sarà tutt’altro che la stessa, e anche se il gameplay per gran parte si rivela un semplice more of the same, le caratteristiche gestionali inserite in questo capitolo post apocalittico lo rendono un gioco nuovo e fresco. Procediamo però per gradi.

La nuova carne

Anche se lo “scheletro” del gioco è lo stesso di Far Cry 5, sono molti i fattori che lo ridefiniscono, e che giustificano il fatto che questo capitolo sia uscito stand alone. Come vi abbiamo già raccontato nella nostra recensione, il gioco prende vita anni dopo l’apocalisse scatenatasi con i bombardamenti nucleari che hanno messo fine al mondo come lo conoscevamo, ma anche all’egemonia degli edeniti nel Montana. Questo setting di conseguenza è mutato col tempo, non solo popolato da alcune creature che hanno subito mutazioni, ma con i sopravvissuti che sono intenti a creare un vero e proprio inizio. Anche se lo scopo finale è sempre lo stesso, ovvero quello di liberare il territorio dai cattivi di turno, le modalità in cui ci approcceremo alla cosa saranno totalmente diverse. Per la prima volta infatti ci troveremo ad avere una sorta di quartier generale, e come tale sarà nostro compito fare in modo che esso cresca, si riempia di specialisti e che, chiaramente, abbia a disposizione tutte le risorse necessarie.

far cry new dawn

Ci interfacciamo a una comunità e quindi l’importante non sarà solo l’abilità del singolo personaggio nel creare disastri nei territori nemici, ma anche quello di sfruttare le capacità di personaggi comprimari nelle missioni e nell’intera Prosperity, aumentando così (stavolta con criterio) le nostre disposizioni. Per rendere possibile tutto questo la saga vede così arrivare l’inserimento di una componente ruolistica “light”che, per quanto semplice da comprendere e da gestire, è ben inserita e contestualizzata.

Taglio netto

Altra caratteristica che ha confuso sulle prime i giocatori è stata l’estensione della mappa non troppo elevata (e che sfrutta solamente alcune delle zone di Far Cry 5). L’esplorazione è sempre stata uno dei concetti chiave nel gameplay di Far Cry e anche questo non è da meno. Anche se la porzione di territorio da spolpare è inferiore è comunque gremita come sempre di azioni da compiere, che sia la ricerca di oggetti utili per il crafting (arrivato alla sua forma più brillante dall’inizio della saga), della caccia, della pesca, o dell’assalto agli avamposti dei Guerrieri della Strada (che possono essere resettati fino a tre volte per essere riconquistati, con un bottino e difficoltà sempre maggiore!). La mancanza di terra non si sente, specialmente perché l’inserimento delle spedizioni ci darà dei veri e propri compiti da infiltrati (anche questi con tre livelli di intensità), mostrandoci luoghi nuovi e disparati.

Far Cry: New Dawn

Il taglio concettuale arriva tuttavia anche nella longevità del gioco, dove le missioni principali non ci terranno impegnati tanto quanto abbiamo visto nel precedente capitolo, dandoci quasi (e sarebbe un errore pensarlo) l’idea che questa location avesse già finito tutto quello che aveva da raccontarci prima ancora dell’inizio del gioco.

Tirando le somme avremo un gameplay uguale e diverso allo stesso tempo, una mappa più piccola ma più ricca, una storia che riprende dal passato solo alcune cose e che racconta un distopico futuro (al contempo coerente con quanto già visto), ma soprattutto tante introduzioni a livello contenutistico che si farebbe fatica a definire DLC, anche per sbaglio. Se poi aggiungiamo al pacchetto che Far Cry New Dawn è offerto al pubblico a un prezzo decisamente basso, sappiate che nemmeno uno dei centesimi spesi sarà speso invano.

 

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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