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Festeggiamo i 25 anni di PlayStation con le migliori Killer App della sua storia

Venticinque anni sono veramente tanti, soprattutto per chi, come noi, è cresciuto impugnando il controller PlayStation tra le mani. Sebbene una ricostruzione storica di questo lasso di tempo sarebbe stata notevolmente utile ai fini di un’informazione più precisa, abbiamo comunque deciso di affrontare questo percorso attraverso i giochi che, inevitabilmente, hanno segnato varie generazioni. Abbiamo deciso di omaggiare Sony andando ad elencare i 5 migliori titoli per console, spiegando naturalmente perché si sono rivelati tali. Ovviamente ci saranno esclusioni illustri e, quasi sicuramente, non riusciremo ad accontentare tutti i palati. In caso foste in disaccordo con noi, vi invitiamo a commentare stilando la vostra personale classifica.

PlayStation 1

Metal Gear Solid

Impossibile non citare Solid Snake per primo, soprattutto ora che l’ultima creatura di Hideo Kojima, ovvero Death Stranding, è arrivata sul mercato. La Solid Saga ha segnato il nostro medium come mai prima di allora, lasciando la sua impronta ben incisa sull’intero mercato. Il titolo fu una rivelazione per molti, un’evoluzione su come intendere e sviluppare videogiochi. Sarebbe assai riduttivo dire che Metal Gear Solid ha “solamente” inventato un genere, ma la verità è che se adesso possiamo goderci produzioni Tripla A massicce, è perché nel ‘98 sono definitivamente cambiate le carte in tavola.

Final Fantasy VII

Qui torniamo indietro di un anno rispetto a Metal Gear Solid, più precisamente nel 1997. Probabilmente in molti avranno sofferto la barriera linguistica – ricordiamo infatti che Final Fantasy VII non era doppiato in italiano -, ma è innegabile come prima di lui nessun gioco aveva portato la narrazione a livelli così alti. Dato che stiamo in clima Remake è meglio evitare spoiler troppo pesanti, ma una storia così struggente, complessa, coerente e affascinante, oltre ad un universo così ricco di sfaccettature, è stato sempre un metro di paragone anche con le produzioni future della stessa casa di sviluppo. Il clima del settimo capitolo resterà ineguagliabile, figlio di tempi ormai passati.

Tomb Raider

Lara Croft è stata, per molti, la figura femminile per eccellenza dell’era PlayStation 1. Carismatica, forte e indipendente, capace di tener testa a un intero esercito di terroristi. Detto questo, se adesso possiamo goderci gli Uncharted è sicuramente merito di Tomb Raider, il gioco per eccellenza pioniere degli action adventure. Uscito nel 1996, il viaggio della nostra eroina ha sicuramente intrattenuto i nostri pomeriggi, facendoci esplorare paesi come Messico, Grecia, Perù ed Egitto. Sebbene avesse una grafica abbastanza rozza, per noi era come avere il 4K. Ancora mi ricordo di quante volte ho rinchiuso il povero maggiordomo nella cella frigo, tutt’ora non provo grossi sensi di colpa.

Crash Bandicoot

L’icona indiscussa di PlayStation, il marsupiale più amato del web. Crash è stato il simbolo di un’infanzia che non c’è più, degli anni della spensieratezza e, soprattutto, ha iniziato a far conoscere al mondo l’ancora non famosissima Naughty Dog, che di lì a pochi anni si sarebbe confermata come una delle software house più talentuose in circolazione. Il platform del mangiamele è semplice, divertente e fa affidamento anche su una buona dose di abilità da parte del giocatore. Ho perso il conto di quanti pomeriggi ho passato davanti alla televisione saltando tra una cassa e l’altra. La remastered ha reso assai giustizia al prodotto originale, ora anche al passo con i tempi per quanto concerne il puro aspetto tecnico. Anche Crash, così come MediEvil, è un prodotto che non può mancare nella libreria multimediale di un vero appassionato.

Resident Evil 2

Da molti considerato il miglior capitolo della serie, la paura fatta videogioco. Resident Evil 2 ha probabilmente traumatizzato milioni e milioni di ragazzi, e il suo remake siamo sicuri sia stato capace di fare altrettanto. Un gioco del genere non poteva mancare da questa lista, anche perché per molti ha rappresentato il primo approccio alla saga. Le atmosfere così cupe e claustrofobiche d’inizio gioco lasciano poi spazio all’azione, con un ritmo eccellente che tiene in perfetto equilibrio l’intera produzione. Se il remake è stato un vero successo, è anche merito dell’opera in generale, talmente perfetta da fissare basi più che solide.

PlayStation 2

GTA III

Immancabile e intramontabile la serie di GTA, una saga che ha fatto di Rockstar un punto fermo nel nostro panorama videoludico. Uscito nel 2001, gettò le basi quasi definitive del brand che ancora oggi conosciamo. Il videogioco, oltre ad essere il primo vero GTA in 3D, offriva una varietà di attività impossibili da trovare in passato. Come da prassi si potevano rubare macchine, svolgere rapine o uccidere membri delle gang rivali. Il titolo ovviamente fu un successo, oltre ad essere acclamato in modo molto caloroso dalla critica.

Devil May Cry 3

Lezione di stile di casa Capcom, un titolo che, purtroppo, ha passato un calvario per quanto riguarda lo sviluppo della trama, ma tenendo sempre alto il livello della produzione. Il terzo capitolo eleva al massimo quanto portato alla luce con i due episodi precedenti, mettendo in scena una danza fatta di spade e colpi di pistola che non concede un attimo di respiro. Un’intera opera caratterizzata principalmente da combattimenti veloci e molto acrobatici, accompagnata da personaggi dal magnetico carisma. Lo stesso quarto episodio non teneva testa ai ritmi del predecessore che, tutt’ora, resta probabilmente il momento più alto dell’intera serie.

Shadow of Colossus

Parola d’ordine: epicità. Prima di Shadow of Colossus non si erano mai visti boss così maestosi. Ogni Colosso andava affrontato in modo unico, con un finale struggente e inaspettato. L’iconografia portata avanti da Ueda probabilmente trova il suo punto massimo espressivo in questo capitolo di intermezzo. Riproposto anche nella sua recente remastered, il titolo è un pezzo di storia che non potete perdere assolutamente. Tra paesaggi evocativi e sezioni platform, scoprire le lande desolate di questo universo è stato meraviglioso.

God of War II

Il secondo capitolo della saga è probabilmente il punto più alto della passata trilogia. Il gioco iniziava a intrecciare i fili di una trama ben più intricata, ricca di colpi di scena e brutalità. Questo era solo l’inizio del viaggio che portò definitivamente Kratos davanti a Zeus in persona, rivelando nel mentre importanti tasselli sul passato del protagonista che si sarebbero inevitabilmente riversati anche sulla narrazione moderna. All’interno di God of War II, inoltre, è presente l’epica boss fight contro il Colosso di Rodi, ricordata dai fan come uno degli scontri più belli del brand.

Final Fantasy X

L’era della PlayStation 2 è stata inevitabilmente segnata dal passaggio di quelli che, purtroppo, è l’ultimo “vero” Final Fantasy uscito. Oltre ad una storia straziante, il racconto imbastito dalla Square Soft è profondo e complesso, impossibile non rimanerne catturati. Il titolo arrivò in Europa nel 2001, attirando fin da subito l’interesse del grande pubblico e trovando l’approvazione della critica. Anche il cast di personaggi è tra i più amati, viste tutte le interessanti varietà di personalità create dal team di sviluppo. Magari il decimo capitolo non sarà il più bello partorito dal brand, ma in quegli anni era il migliore nel suo genere.

PlayStation 3

The Elder Scroll V: Skyrim

 

Per molti Skyrim è stato tutto, sia nei sui pregi che nei difetti. Il gioco è conosciuto per essere praticamente quasi infinito, visto che completare ogni singola quest vi prenderà un quantitativo d’ore davvero esorbitante. Ovviamente il titolo Bethesda è ricordato anche per l’enorme mole di bug che si portava appresso, rendendo alcune situazioni al limite dell’esilarante. Ma a noi va bene così, perché una perla del genere nel mercato odierno è rarissima. L’opera, infatti, aveva accontentato tutti i palati dei GDR Fantasy, dando al giocatore un grado di personalizzazione davvero elevato, mutando alla perfezione in base allo stile unico di ognuno di noi. Esplorare le lande innevate di una regione come Skyrim è stata un’esperienza che non dimenticherò, così come non lo faranno milioni di utenti. Proprio per questo motivo, il sesto capitolo è una delle produzioni più attese in assoluto.

GTA V

GTA V ha riscritto le regole dell’open world per come lo conosciamo, proponendo un gioco enorme e rappresentante il canto del cigno di una console che, forse, aveva ancora del potenziale da mostrare. Rockstar ha preso i limiti della PlayStation 3 e li ha frantumati, regalando a noi tutti un mondo vivo e credibile. Il titolo non solo eccelle a livello ludico, ma ridicolizza la società attuale facendo una satira tagliente e pungente, senza farsi troppi problemi nello sfruttare dogmi e stereotipi.

Uncharted 2

La saga di Nathan Drake, ancora una volta creata dai Naughty Dog, ha alzato l’asticella di tutti gli action adventure da lì in avanti. Implementando e stratificando quanto fatto prima da Tomb Raider, la serie unisce l’immaginario della scoperta di antiche civiltà ormai perdute, alla spettacolarità vista prima di allora solo nel cinema. A pensare che questo era solo il preambolo di quello che il team avrebbe creato mi vengono i brividi, una prova di forza davvero niente male.

The Last of Us

Impossibile non nominare uno dei capolavori più recenti della storia PlayStation. Il post apocalittico ancora di Naughty Dog da l’ultimo saluto alla PlayStation 3 mettendo sul piatto tutta la potenza che la console aveva a disposizione. Cruento, emozionante e inimitabile. Il titolo disintegra le barriere narrative dei videogiochi, grazie a una campagna strutturata e complessa, supportata da meraviglie tecniche e brillanti trovate. Confrontarsi con un’opera del genere mette quasi paura, e per riuscirci non basta chiamarsi The Last of Us Part II. La casa di sviluppo è interpellata però a superarsi, anche se sarà davvero difficile.

Dead Space

Il punto forte di Dead Space è la sua atmosfera da brividi. Nonostante Isaac, ovvero il protagonista del gioco, abbia a sua a disposizione un arsenale vasto e variegato non vuol dire che siate al sicuro, i ritmi e le ambientazioni di gioco urlano costantemente grida e terrore. La Ishimura, la nave su cui le vicende sono narrate, è completamente invasa da mostri terribili e assetati di sangue. L’illuminazione è scarsa nei corridoi, ogni tanto si può scorgere una luce debole anch’essa sul punto di esaurirsi e lasciarvi completamente al buio. Il Soud Design avvolge il giocatore, rendendo tutto tremendamente veritiero. Un racconto del terrore di questo livello resta tutt’ora davvero complesso da raggiungere.

PlayStation 4

Death Stranding

Death Strandng

Il 2019 è stato segnato inevitabilmente dal ritorno di Hideo Kojima che con la sua creatura ha riscritto il concetto di Game Design. Nonostante la sua particolare natura ludica, il Director ha reinventato il multiplayer asincrono, facendoci connettere gli uni con gli altri. Il titolo è da poco disponibile e già si può intravedere come la cooperazione della community sia fondamentale per l’evoluzione del gioco stesso, rendendo così la “connessione” qualcosa di palpabile e non unicamente un concetto astratto.

Bloodborne

E3

Nonostante il via a questo genere di giochi l’abbia dato Dark Souls, abbiamo deciso di inserire Bloodborne visto che per noi è il punto più alto raggiunto da From Software. L’immaginario cupo e tetro era magnetico, una vera e propria notte di caccia passata massacrando mostri usciti dagli incubi più neri. L’universo dal gusto spiccatamente lovecraftiano si sposa perfettamente con la mentalità del team, che ha dato vita ad un’esperienza ancora più aggressiva e cruenta.

God of War

L’ultima avventura di Kratos è stata sicuramente il picco più alto mai raggiunto dal brand, oltre che dal team di sviluppo. Il cambio di stile maggiormente incline ad una narrazione più profonda e matura ha comunque lasciato spazio alla violenza degli scontri, mettendoci a disposizione un prodotto che è sicuramente unico. Il titolo è un magico piano sequenza, capace di convincere anche chi non si era mai avvicinato alla serie. L’opera dei ragazzi di Santa Monica porta indiscutibilmente il franchise di God of War su nuovi livelli, rendendolo al passo con i tempi, modificando sensibilmente la sua struttura ma mantenendo un’importante coerenza con il passato della saga.

Red Dead Redemption 2

Dalla sua uscita, Red Dead Redemption 2 è diventato sicuramente un nuovo punto di riferimento per il genere degli open world. Il titolo Rockstar è un’opera mastodontica, che alza gli standard dell’industria videoludica moderna. Il ritmo della narrativa e del gameplay prende le distanze da molte produzioni, imponendo con convinzione la sua esperienza. Siamo sicuri che un prodotto del genere non lo vedremo per un bel pezzo, e siamo convinti che tra diversi anni ancora si parlerà di lui.

The Witcher 3

The Witcher 3 Wild Hunt Complete Edition

Per molti doveva essere il messia dei giochi di ruolo, non  si rivelò tale visto che The Witcher 3 a conti fatti non aggiunge niente al genere sotto un profilo prettamente ludico. Nonostante questo però la sua presenza era obbligatoria vista la maestosità della sua storia e la cura maniacale per dialoghi e quest. Inoltre, è impossibile non parlare di The Witcher 3 senza citare il maestoso mondo ludico che ci viene offerto, enormi terre in cui muoversi liberamente restando stupiti a ogni angolo.

PlayStation Vita/PSP

Crisis Core Final Fantasy VII

Ancora una volta torna in auge l’universo di Final Fantasy VII, ed è clamoroso come qualsiasi racconto narrato sia rimasto coerente con tutta la trama generale. Crisis Core per molti è stata una doccia fredda, soprattutto perché chiariva alcuni importanti aspetti della storia principale. Infatti, vedere come le vicende di Zack si intrecciano perfettamente con quelle di Cloud fa accapponare la pelle, per non parlare del finale capace di far scendere lacrime virili sul volto di tutti i giocatori.

Kingdom Hearts Birth By Sleep

Altro pezzo da novanta, altro franchise che siamo sicuri avrete già sentito nominare. Per molti Birth By Sleep è il capitolo più cupo della saga, il punto di rottura fulcro di tutti gli avvenimenti futuri. La storia di Aqua, Terra e Ventus è ricca di dolore, paura e voglia di redenzione, il confine tra luce e oscurità in questo titolo diventa ancora più labile, mettendo in chiaro che nell’universo narrativo anche la luce più forte rischia di spegnersi. Kingdom Hearts: Birth By Sleep è certamente uno dei capolavori assoluti di questa stagione videoludica per PlayStation Portable, ma anche uno dei migliori giochi di sempre dell’intera saga Square Enix. Decine e decine le cose da fare, dalle missioni ai mini giochi in singolo o multigiocatore, tante le cose da sbloccare, collezionare, sperimentare, soprattutto per quanto concerne i comandi e le relative azioni.

Metal Gear Solid Peace Walker

Metal Gear Solid lo si ama o lo si odia, e bisogna dire che questo nuovo episodio per PSP non cerca in alcun modo di rendere il gameplay classico della serie per certi versi moderno, oppure di limarne i ben noti difetti in favore di un’esperienza meno macchinosa. Anzi, ci troviamo davanti a un prodotto strettamente hardcore e rivolto agli appassionati più fanatici. Oltre ad essere un titolo canonico con una narrazione di grande impatto, Peace Walker fu un gioco immancabile per qualsiasi possessore di una PSP.

Persona 3 Portable

Persona 3 Portable è senza dubbio un buon rifacimento di un grande gioco di ruolo. I possessori di PSP e gli amanti del genere non dovrebbero farselo sfuggire. Non è un gioco per tutti, vista la complessità del gameplay e la durata per alcuni forse eccessiva, ma sicuramente rappresenta uno di quei titoli perfetti per gli appassionati del genere. Profondo, longevo, completo, una vera e propria perla da incastonare alla console portatile di casa Sony.

Tekken: Dark Resurection

Tekken: Dark Resurrection, analizzato unicamente nella sua veste di gioco per PSP, è un prodotto eccellente sotto praticamente ogni aspetto. Tecnicamente superbo, poggia su una meccanica rodata e perfezionata che lo rende senza dubbio il miglior esponente della serie.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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