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Filament – Anteprima del promettente puzzle game targato Beard Envy

Nato dal team indipendente formato da solamente 3 persone, che prende il nome di Beard Envy, Filament è un progetto senza alcun dubbio interessante. Dopo l’annuncio che prevede un arrivo posizionato all’inizio del prossimo anno, il titolo è purtroppo rapidamente passato in sordina. Il publisher Kasedo Games, anch’esso non economicamente poderoso, non è ancora riuscito a diffondere al meglio il verbo su quest’avventura, che tuttavia merita un occhio di riguardo.

Abbiamo tra le mani un titolo puzzle, ma allo stesso tempo investigativo. L’esperienza prende la sua essenza a piene mani in quello che potremmo definire un mix tra i famosissimi tripla I The Witness e Firewatch, riuscendo ad amalgamare il tutto fino a creare una sua fortissima identità (pienamente indiscutibile considerando quanto mostrato). Abbiamo avuto la possibilità di provare Filament in anteprima, attraverso la piattaforma di Steam su PC, vediamo com’è andata.

Filament

La misteriosa Alabaster ed il suo equipaggio

Catapultati nell’avventura, ci si ritrova immediatamente su quella che si mostra in modo palese come un’astronave, anche se non si sa dove quest’ultima sia situata, il perché, e tantomeno chi sia il protagonista. Ad accoglierci in quest’esperienza troviamo pressoché immediatamente la voce di uno dei membri dell’equipaggio. Con un doppiaggio estremamente di qualità, anche se purtroppo relegato alla lingua inglese così come i sottotitoli, Juniper ci introdurrà alla situazione attuale… con il contagocce.

Ogni nuova informazione verrà infatti narrata successivamente al completamento dei livelli, ognuno dei quali però sarà seguito da pochissime linee di dialogo. Quello che possiamo anticiparvi è che l’intero equipaggio ha lasciato la nave, fatta esclusione per la donna con cui stiamo appunto comunicando. Non abbiamo avuto accesso all’intera storia ed abbiamo potuto esclusivamente assaggiarne l’introduzione, ma possiamo assicurarvi che questa si rivela particolarmente interessante sin dalle prime battute. Lo spirito della narrazione brevettata dal walking simulator Firewatch si fa sentire, ma per fortuna l’intero comparto narrativo è riadattato all’esperienza e non scopiazzato, anche se visibilmente rallentato.

Filament

L’esplorazione condita dagli enigmi di Filament

Per poter fruire della storia è necessario percorrere in lungo e in largo la gigantesca astronave. Non si tratta di camminare a vuoto in cerca di qualcosa, perché le fasi di gameplay sono posizionate in modo ben visibile e risultano essere piuttosto costanti. Impossibile non notare l’ispirazione a The Witness, titolo che ha fatto scuola su come amalgamare al meglio un’open map e degli enigmi che possono essere risolti – nella loro quasi totalità – nell’ordine in cui il giocatore preferisce.

I veri pezzi forti dell’avventura sono però i filamenti, che appaiono in grande stile non appena intrapreso un livello. Una volta avvicinati a delle piccole torri – presenti davvero in grandi quantità all’interno dell’astronave – si verrà catapultati in degli scenari, dove la vera esperienza ha finalmente inizio. Ci si trova innanzi ad un gameplay all’inizio nettamente semplice ed intuitivo, ma nonostante la caratteristica appena citata rimarrà costante nel corso dell’esperienza, non possiamo dire lo stesso della prima: sopratutto nelle fasi iniziali è necessario solamente collegare diversi monoliti ed uscire dalla porta principale, anche se possiamo assicurarvi che questo si rivelerà con il tempo ben più complicato di quanto potrebbe risultare a primo acchito.

FilamentL’estrema varietà dei livelli rimane infatti facilmente comprensibile, almeno nella parte di esperienza che abbiamo avuto la possibilità di provare, ma la difficoltà è sicuramente crescente e ben calibrata. Il giocatore viene accompagnato nella scoperta delle nuove meccaniche prima che queste vengano infittite. Nonostante ad un certo punto superare un singolo scenario sarà dispendioso di tempo, è sempre sufficiente spremersi le meningi per venire a capo del problema, imparando ogni volta qualche nuova chicca che sarà poi necessaria per risolvere il puzzle successivo.

 

Tecnicamente sorprendente… ed altalenante

Oltre che di un gameplay del tutto originale, Filament può vantarsi di un comparto tecnico all’apparenza estremamente ben riuscito. L’input lag è inesistente e l’estrema responsività dei comandi lascia letteralmente a bocca aperta già all’inizio dell’avventura; sarà di conseguenza naturale desiderare l’implementazione di questa caratteristica in tutti i videogiochi esistenti. Ciononostante le impostazioni grafiche sono davvero risicate e senza dubbio da rivedere, specialmente per alcuni glitch presenti nel menù legati alla scelta della risoluzione.

Inoltre, nel corso dell’esplorazione ci si renderà conto del fatto che questa è in alcuni tratti eccessivamente lenta, forse per una scelta estremamente personale dello studio di sviluppo, forse per una mappa eccessivamente grande rispetto a quanto sia all’effettivo necessario. I bug sono poi molto spesso presenti, specialmente nei livelli puzzle, che alcune volte bisognerà ricominciare per dei filamenti che si staccano o per il personaggio che talvolta tende a bloccarsi.

Graficamente non c’è per fortuna molto di cui lamentarsi. Lo stile per certi versi low-poly è davvero gradevole – una volta persa la testa per riuscire ad impostare la giusta risoluzione – e questo riesce ad evolversi nel corso dell’esperienza. Sia nei livelli che all’interno dell’astronave una maggior quantità di colore e vivacità viene man mano sprigionata, riuscendo a dare il giusto impatto su schermo. La colonna sonora d’accompagnamento è sicuramente ben realizzata ma alla lunga troppo ripetitiva, aggiungere qualche altra OST dovrebbe essere una prerogativa del team di sviluppo.

Quello che abbiamo potuto assaporare dall’anteprima di Filament è sicuramente promosso. Il gioco ha mostrato come portare in grande stile una formula fresca e nuova, seppur non particolarmente innovativa poiché ispirata ad altre opere più famose. Con una miglior campagna pubblicitaria e qualche rifinitura tecnica l’esperienza potrà sicuramente diventare una pietra miliare di tutti i futuri titoli incentrati sul concetto di puzzle.

Andrea Pellicane
Nasce nel 2000 già possessore di una Playstation 1 e già appassionato di videogiochi. In tenera età scopre il mondo dell’informatica ed inizia la sua inutile corsa verso la bramatissima Master Race. Nonostante la potenza di calcolo sia la sua linfa vitale è alla perenne ricerca della varietà e di titoli indie che piacciono solo a lui, incurante del fatto che potrebbero funzionare agevolmente anche su un tostapane. Viene spesso avvistato mentre effettua incomprensibili ragionamenti (soprattutto per lui) legati all'economia. Eccelle particolarmente nel trovare i momenti meno opportuni per iniziare e divorare intere serie TV.

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