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Final Fantasy VII Remake Intergrade: quando il fanservice ha un nome

Pochi giorni fa era stato il turno di Final Fantasy XVI, oggi invece al centro dell’ennesima polemica sterile troviamo Final Fantasy VII Remake Intergrade, ancora più nello specifico il DLC a pagamento dedicato a Yuffie, esclusiva per PlayStation 5 mostrato allo State of Play tenutosi recentemente. Le questioni che hanno mosso i fan sono state molte, ma la verità è che la maggior parte di loro, purtroppo, ancora non ha ben chiara l’intera visione del progetto. Non scambiatemi come uno che si definisce portatore della verità assoluta, con questo articolo non pretendo di far cambiare idea a nessuno, cerco solamente di dare un diverso punto di vista, uno in cui non bisogna per forza criticare qualunque cosa solo perché non rispecchia i nostri gusti o speranze.

Cosa sta succedendo 

Partiamo da un dato di fatto, Square Enix sta “educando” la sua fan base alle nuove console, questo lo abbiamo visto con l’annuncio dell’espansione dedicata a Final Fantasy XIV, con l’esclusività PS5 del XVI e, adesso, com’era prevedibile, è arrivato anche il turno del VII Remake Intergrade. Era chiaro fin da subito che il seguito del Remake sarebbe stato dedicato ai nuovi hardware, cosa che inevitabilmente già dal principio escludeva chi non era disposto a fare il cambio generazionale. La mancanza di scorte ha sicuramente rallentato i tempi, ma i piani generali sono rimasti quelli. Cosa ha fatto quindi Square Enix? Semplice, per incentivare ancora di più il passaggio dell’utenza ha pensato di mettere, oltre all’aggiornamento gratuito per PS5, un DLC acquistabile separatamente dedicato a Yuffie. L’uscita del contenuto aggiuntivo a distanza di un anno era abbastanza plausibile, soprattutto considerando che Square Enix ha usato la stessa strategia anche in passato con Kingdom Hearts III e Final Fantasy XV. L’esperienza dedicata alla ragazza di Wutai non toglie e aggiunge niente al gioco base, ma racconta una storia parallela che doveva essere presente nella versione di Final Fantasy VII del 1997.

Qui però arriva la prima chiave di lettura sbagliata da parte degli utenti rimasti maggiormente scottati: stanno vendendo il DLC di un Remake incompleto. Mi dispiace dover smontare questo pensiero, ma definire Final fantasy VII Remake incompleto sarebbe come dire la stessa cosa di un Horizon: Zero Dawn o di un God of War. Questo nuovo corso del Remake serve per ampliare la storia come non era stato possibile fare in passato, avvicinando anche i nuovi giocatori per farli godere di uno dei titoli che hanno segnato la storia del nostro medium preferito. Detto questo, l’intera produzione è stata pensata per essere una storia completa, giocabile dall’inizio alla fine, chiudendo una piccola parte di trama ma aprendo una porta al futuro. Questa struttura è usata da qualsiasi gioco abbia un sequel, ma dato che questo primo capitolo dei Remake è solo una parte di un gioco disponibile già completo, è stato recepito come qualcosa di parziale, ma non lo è assolutamente.

Ma quindi questo DLC? Final Fantasy VII Remake cosa sta diventando? 

Parliamo un attimo dei DLC in generale; inizialmente s’identificavano come pezzi di gioco estrapolati in fase di sviluppo e venduti separatamente dal titolo base. Questi contenuti aggiuntivi, tuttavia, nel corso del tempo si sono rivelati centrali anche nella campagna marketing di determinati prodotti, diventando variegati e di diverse carature. Ci sono DLC dedicati ad armi, skin e missioni aggiuntive, poi però ce ne sono altri ben più ricchi, come quelli di The Witcher 3 o del primo The Last of Us. Questi tipi di contenuti hanno smesso di essere il male principale dell’industria ormai da tempo, ma semplicemente ci sono utenti che non hanno chiaro questo concetto. Quello che state pagando, nel caso di Final Fantasy VII Remake Intergrade, è un’aggiunta che potete tranquillamente rifiutare di comprare, slegata dal gioco base e che non mina in nessun modo l’esperienza della storia principale. Questo contenuto aggiuntivo ha ricevuto uno sviluppo separato, dunque è assolutamente legittimo che vada pagato a parte.

In tutto questo discorso posso entrare maggiormente in empatia con chi crede, anche giustamente direi, che questo nuovo corso iniziato con il Remake stia “tradendo” la sua reale natura. Pensiero lecito ma, detto da chi non ha minimamente apprezzato il Capitolo 18, è ancora da sviluppare in maniera più approfondita. Quello che succede nel finale è caos, ma allo stato attuale non è stato ancora contestualizzato nel modo giusto. Proprio per questo motivo dobbiamo avere fiducia e pazienza, visto anche il team che sta dietro allo sviluppo totale del progetto. Per i più maliziosi, l’allontanamento di Nomura dal ruolo di Director dovrebbe già tranquillizzare gli animi, ma i risultati di questa scelta li vedremo soltanto in futuro.

Posate i forconi e accettate il cambio di direzione del franchise

Prima di concludere voglio portare un esempio di come ragionano i giapponesi quando si tratta di opere considerate “sacre”. Musashi, uno dei libri più importanti per il Giappone; scritto da Eiji Yoshikawa, narra la storia del miglior spadaccino al mondo. Tanto è elevata l’importanza storica del racconto che mai nessuno si è avvicinato in modo concreto alla rivisitazione del progetto, tranne Vagabond, un manga scritto e disegnato da Takehiko Inoue, ovvero uno dei più grandi, se non il migliore, disegnatore del Giappone. Dopo un grandioso inizio, il progetto del manga è stato interrotto perché per certi versi Inoue si stava allontanando dalla vera natura di Musashi. Attualmente il manga è in pausa “forzata”, e non è neanche tanto scontato il suo ritorno finché non capiranno bene la direzione da prendere. Lo stesso principio si può tranquillamente applicare a Final Fantasy VII Remake perché nessuno, soprattutto i creatori originali che stanno lavorando all’opera, ha voglia di rovinare un capolavoro come l’originale.

la verità è che i fan non riescono a sopportare la nuova direzione del franchise, l’abbandono della componente a turni per molti nostalgici ha rappresentato lo snaturamento di un brand storico che per anni aveva accompagnato gli utenti in modo “classico”. Purtroppo per loro i tempi cambiano e, ad ora, i nuovi Final Fantasy sono gli stessi giochi che sarebbero usciti negli anni ’90 se avessero avuto le attuali tecnologie. I filmati sono espliciti in tal proposito, ma certe battaglie erano davvero improponibili per gli hardware dell’epoca. Ragazzi, tutto quello che sta succedendo è perfettamente nella norma, non condivisibile per certi versi ma comunque inevitabile. Chiunque abbia giocato all’originale si goda questo nuovo viaggio e lasci la scoperta ai nuovi fan, non sarà mai questo DLC a segnare la qualità di tutto il progetto.

Patrizio Coccia
Patrizio non era ancora nato quando entrarono in casa la Super Nintendo e Super Mario Bros. Pochissimi anni dopo, insieme a lui, arrivò anche la Play Station, e fu tutta un'altra storia. Aveva 4 anni quando a malapena riusciva a tenere il controller tra le mani, ma non mollò più la presa, imparando a giocare a tutti i generi. Appassionato di musica rap, film fantasy, e con un passato da writer, predilige indiscutibilmente i giochi di ruolo, fortemente affezionato alla serie di Kingdom Hearts di cui conserva l'intera collezione, spin-off inclusi.

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