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Final Fantasy XV – Recensione

Questa recensione ha dell’eroico: Final Fantasy XIII Versus, o come poi è stato rinominato Final Fantasy XV, era un progetto appartenente alla Fabula Nova Crystalis, mega insieme di videogiochi dedicati allo stesso universo (andando contro i classici principi che invece, fino a poco prima, avevano mostrato al massimo due/tre capitoli collegati fra loro, creando invece ad ogni episodio un’ambientazione diversa). Dopo anni di inattività, e dopo aver visto FF XIII-2 e Lightning Returns, avviene la trasformazione: nasce Final Fantasy XV, che solo dopo scopriremo invece comprendere un piccolo romanzo (scaricabile online), cinque episodi di un anime (Brotherhood), un film (Kingslaive), ma soprattutto, un videogioco diverso, un titolo che stravolge i canoni dei JRPG, creando un prodotto fusion a metà tra l’occidentale e l’orientale. Se pensiamo che da noi hanno successo titoli come Call of Duty o The Witcher 3, mentre in Giappone vanno per la meglio titoli come un Bravely Second o un Tales of Zestiria, capiamo che la mossa è una delle più audaci degli ultimi tempi. Un titolo del genere quindi, un nuovo Final Fantasy, non poteva non meritarsi una recensione dettagliata, scrupolosa e specifica, che mi ha visto costretto (nel termine buono della parola) a dover vedere ogni singolo media relativo a questo episodio, per poi giocare più di 30 ore, scorporare i meccanismi delle missioni secondarie e gli aspetti opzionali, e infine completare il filone principale, chiudendo l’avventura di Noctis e dei suoi amici. Ma andiamo con ordine.

Final Fantasy XV

DALLA LUCE ALLE TENEBRE

La storia, complice il nome che porta sulla copertina, narra le vicende di Noctis Lucis Caelum, principe di un regno governato dal padre Regis: dovrà intraprendere, insieme ai suoi tre amici e compagni di viaggio Gladio Amicitia, Ignis Scientia e Prompto Argentum, un’avventura per raggiungere la sua vecchia conoscenza e fiamma Lunafreya Nox Fleuret, sciamana del regno. Ma nulla è come sembra, e soprattutto niente andrà per il verso giusto, catapultando i nostri quattro eroi alla ricerca di una soluzione per la salvezza sia del regno di Lucis, sia del mondo intero. Ad accompagnarli lungo il tragitto una compagna inseparabile, affidabile e, soprattutto, modificabile, la macchina Regalia, lussuosa autovettura che permetterà ai nostri protagonisti di muoversi per le varie location.

Se c’è un particolare marcato fin dal principio, è la grande amicizia che lega i quattro combattenti: sebbene a prima vista sembrino delle incarnazioni degli stereotipi giapponesi, solo giocando potrete capire invece quanto siano ben caratterizzati, ma soprattutto la loro profondità dal punto di vista caratteriale. Ma non saranno solo loro a risaltare per merito del character design: personaggi comprimari, secondari e antagonisti avranno ognuno le proprie ragioni, la propria storia e, quindi, ogni azione svolta da loro andrà ad influire attivamente all’interno della trama. Purtroppo, vuoi forse per semplici problemi di stesura della storia, vuoi per il voler farlo uscire ormai entro quest’anno, alcuni buchi di trama sono presenti (e non sono nemmeno così piccoli): nulla di inspiegabile, soltanto che alcune volte sarete voi a dover collegare dei puntini che, sebbene siano molto vicini, sarebbero dovuti essere collegati dal gioco, e non dalla mente del giocatore.

DOVE SONO I MIEI TURNI?

Grande assente di questo capitolo, sono i famosi combattimenti a turni, simbolo dei giochi di ruolo giapponesi, stavolta omessi probabilmente per venire incontro alla maggioranza dell’utenza. Sebbene a prima vista, quindi, possa sembrare un action game, in realtà è tutt’altro: i combattimenti si baseranno sulla semplice pressione continua mantenuta del tasto cerchio, bloccando come target i nemici utilizzando il tasto R1 (su PS4): una modalità, la wait mode, vi permetterà di poter giocare, se attivata, “freezando” il tempo all’uccisione di un nemico, creando un sistema di gioco ibrido ma molto strategico. Questo non vuol dire, però, che l’altro sistema, quello più dinamico, sia esente da tattiche: scegliere il nemico da attaccare, l’equipaggiamento da indossare, le abilità dei tre amici da allenare, e quali oggetti portare con sé, potrebbe determinare il risultato finale di un combattimento. C’è da dire che difficilmente vi troverete a morire, vista la possibilità di recuperare vita se appesi con la spada ad una sporgenza: anche se fosse, una proiezione di Noctis verso l’esterno vi salverebbe da morte certa.

Le proiezioni, siano esse offensive o tattiche, sono uno degli effetti speciali più pubblicizzati durante tutta la campagna marketing: lanciando la sua spada, il nostro eroe si dissolve per comparire di nuovo in prossimità di essa. Dai nomi, potete capire come possa essere usata sia per attaccare il nemico, sia per fuggirne. L’unico altro modo che avrete per difendervi sarà il tener premuto il tasto quadrato, utile per schivare gli attacchi nemici (non tutti saranno evitabili). Dal lato offensivo, una grande componente tattica la daranno gli attacchi combinati, le già citate proiezioni offensive (che moltiplicheranno il danno) e gli aggiramenti, schivate vicine al nemico che permetteranno di fiancheggiarlo (se avete giocato almeno una volta a Dungeons & Dragons, sapete di cosa parlo).

Con il suo sistema dinamico ma tattico, nuovo ma vecchio, il titolo mostra come l’ibrido non sia sempre da condannare, ma che spesso esso possa rivelarsi un qualcosa di nuovo, unico ed emozionante (imparando dagli errori di Final Fantasy XII). Per poter sopravvivere però a lungo, avrete bisogno di spendere i vostri punti abilità in una sorta di sferografia: abbandonata la divisione delle abilità per personaggio, questa volta le varie branche delle abilità riguarderanno più o meno tutti e quattro gli avventurieri, limitandosi solo in alcuni casi a riguardare uno dei combattenti: questo sistema, volto allo sviluppo del party in sincronia, permette di avere sempre tutti e quattro i personaggi più o meno allo stesso livello, cosa che nei precedenti Final Fantasy invece non sempre succedeva. Non sono invece gestite molto bene le invocazioni: senza spoilerarvi nulla sulla lista o sulle animazioni, vi basta sapere che avranno dei requisiti di richiamo, necessari per poter invocarli. Ma il numero di invocazioni (almeno durante la mia sessione) si conteranno sulle dita delle mani, comparendo di rado e spesso servendo più da plot device che da vero e proprio attacco scelto dal giocatore.

SCATTA UNA FOTOGRAFIA

Ad accompagnare la missione principale ci saranno innumerevoli missioni secondarie di varie tipologie: trovare potenziamenti per la Regalia, cacciare dei mostri, recuperare piante o animali, e tante altre ancora, vi porteranno a trovare “svago” in quella che si mostra come il viaggio di una vita (qui, imparando dagli errori di Final Fantasy XIII). Ad aggiungere inoltre altri dettagli e sfaccettature a Final Fantasy XV ci saranno le abilità dei personaggi: ognuno di loro avrà una sua passione (così come ogni essere umano), che varieranno dalla pesca di Noctis all’esplorazione di Gladio, dalla cucina di Ignis alla fotografia di Prompto. Queste abilità, rispettivamente vi permetteranno di poter pescare cibo da cucinare, trovare tesori più facilmente, preparare cibi che potenzieranno momentaneamente il party ed avere immagini (più o meno buffe) della combriccola all’opera. La maestria, però, sta nel modo in cui queste quattro abilità verranno mostrate al giocatore, per poi essere inserite come parte fondamentale, ed infine cambiate, stravolte, cancellate e riutilizzate: una su tutte, la fotografia di Prompto sarà davvero ciò che vi accompagnerà lungo tutto il viaggio.

Ma con il titolo del paragrafo non parliamo nello specifico delle fotografie del personaggio, bensì della scelta stilistica dei fondali, delle ambientazioni e degli scenari: il gioco vi accompagnerà, anche grazie a questi, alla scoperta di una terra ricca di sfaccettature, diversa in ogni città, ma soprattutto stupenda da guardare. Peccato che tutto questo splendore sia minato dalla scelta di inserire davvero pochi NPC, spesso ripetuti, che daranno un senso di vuoto (e di post apocalittico) al mondo abitato.

LA PERFEZIONE DELL’IMPERFEZIONE

Final Fantasy XV non è esente da imperfezioni, anzi: è ricco di glitch, bug, alcune texture e alcuni poligoni solo realizzati malissimo e non è impossibile sentire in giro di “rotture” del gioco per colpa di bug che, in un modo o nell’altro, costringono a riprendere il gioco da un salvataggio più vecchio. Ma se mettiamo questi problemi sul piatto della bilancia, tutte le rifiniture tecniche e il complesso della trama, portano il gioco a superare le piccole imperfezioni a testa alta, sorvolando su problemi che in rari casi minano il divertimento nel gioco. Non serve nascondersi dietro ad un dito, il titolo è certamente vuoto sotto alcuni aspetti, e scelte stilistiche probabilmente non troppo giuste miste al poco tempo per modificare il gioco prima del rilascio, hanno portato ad un gioco che parte come un grandissimo open world, ma che poi diventa lineare e diretto: ciò succede dal capitolo 9, momento che però segna l’incalzare della trama, l’attimo che evidenzia come il gruppo sia finalmente pronto a raggiungere il suo obiettivo finale.

(UN CHOCOBO) A BRIGLIA SCIOLTA

Vi starete sicuramente domandando (se siete arrivati a leggere fino a qui) se questo Final Fantasy XV vale l’acquisto, o forse non ve lo starete domandando, vista la data di uscita di questa recensione. Di certo, se avete avuto modo di giocare uno dei titoli Final Fantasy durante la vostra infanzia o adolescenza, capirete come questo titolo, un misto di due mentalità completamente opposte, riesca ad accomunare quanti più fan, siano essi di vecchia data o nuovi arrivati, portandoli in un mondo unico, magico, ricco di pathos, cosa ormai scarseggiante all’interno dei videogiochi. Per questo mi sento di dire, senza ombra di dubbio, che il titolo non deve essere giocato aspettandosi un nuovo capitolo della saga, imitante magari un Final Fantasy VII: dovete prendere in mano il vostro pad, inserire il disco all’interno della vostra console, e lanciarvi in questo viaggio dove valori umani e sentimenti la fanno da padroni.

L’avventura di Noctis e compagnia ha scene mancanti (vi basta vedere i vecchi trailer), ha imperfezioni, ha un sistema di gioco molto ibrido e particolare, ma ha anche una storia emozionante, una profondità rara ai giorni d’oggi, una dinamica incalzante. Ma soprattutto, questo gioco ha un nome: Final Fantasy XV. E se lo merita pienamente, al di fuori di ogni tecnicismo legato al genere che cerca di riportare in auge dopo un periodo molto magro. Final Fantasy XV è un JRPG, ed è un Final Fantasy, perché come i precedenti riesce ad emozionarti, a farti empatizzare con i personaggi, a farteli conoscere, e a farti diventare un quinto compagno di questa avventura.

Modus Operandi: la recensione che avete appena letto è stata redatta basandosi sulla versione PlayStation 4 del gioco, dopo aver completato per intero la storia ed 80 delle sidequest disponibili.

Final Fantasy XV

9

Final Fantasy XV ha percorso una strada lunga 10 anni, per arrivare finalmente nelle nostre case: come un tifone è arrivato portando una trama ben elaborata e profonda, un gameplay unico, una completezza e una longevità fuori dalla media odierna. Nuovi aggiornamenti daranno la possibilità a questo gioiello grezzo di brillare, segnando l'inizio della ribalta grazie ad un'innovazione senza precedenti: i JRPG stanno tornando, diversi da come li conoscevate, ma sicuramente più attuali di prima.

Simone Lelli
Amante dei videogiochi, non si fa però sfuggire cinema e serie tv, fumetti e tutto ciò che riguarda la cultura pop e nerd. Collezionista con seri problemi di spazio, videogioca da quando ha memoria, anche se ha capito di amarli su quell'isola di Shadow Moses.

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