GameScope #14: Two Worlds 2
E’ con immenso piacere che, in questo quattordicesimo episodio di GameScope, mi ritrovo a parlare di un grande RPG occidentale, una graditissima sorpresa che purtroppo non ha ricevuto il meritato successo dall’utenza videoludica mondiale: sto parlando di Two Worlds 2, gioco di ruolo di stampo statunitense che, sulla falsa riga dei successi dei vari Dragon Age, The Witcher e The Elder Scrolls, tenta di riportare in auge un genere che solo ultimamente, con l’attuale (ormai scorsa) generazione, sta spopolando su console.
Two Worlds 2 riprende esattamente dal finale dello (sfortunato) capostipite: terminato il video iniziale, con tanto di decimazione del popolo orchesco, ci ritroveremo nei panni di un mercenario con un dono molto particolare, tenuto segregato dall’Imperatore Gandohar. Presto verremo liberati dalla profetessa Dar Pha e dalla sua squadra di orchi ed è da qui che inizia la nostra avventura in un mondo gigantesco e pulsante; un’avventura che saprĂ emozionare e farci riflettere, specie per i temi trattati che risultano piuttosto crudi e riusciti.
A differenza dei giochi Bethesda, Two Worlds 2 risulta un’esperienza molto piĂą lineare: la storia è fondamentale e tale scelta ha permesso di crearne una credibile, piena di intrighi e con ampio risalto ai personaggi principali, sulla falsa riga di Dragon Age: Origins. A differenza di quest’ultimo, il combat system è piĂą incentrato sull’azione, un po come in Risen: sono possibili vari approcci, tra cui lo stealth (consigliato vista l’alta difficoltĂ del titolo), l’approccio con armi da mischia o il lungo raggio per arceri e maghi. Questi ultimi meritano un doveroso approfondimento, visto l’originalissimo sistema di spell ideato dai creatori: al posto di incantesimi pre-impostati, il giocatore sarĂ libero di abbinare i diversi elementi di una magia come meglio crede. Ogni caratteristica sarĂ definita da una speciale carta: un incanto di base sarĂ formato da una carta degli effetti ed una seconda che ne definirĂ la forma, come proiettile, trappola o incantesimo; una volta definita la base potremo poi applicare dei modificatori per aumentarne il danno o la durata dell’effetto. Come potete ben immaginare, avanzando nel gioco, potremo creare numerosissimi e diversi mix letali, rendendo il mago la classe piĂą divertente e appagante da giocare.
Il comparto tecnico, grazie al motore GRACE, era veramente di alto livello per il periodo: il mondo, piuttosto vasto e vivo, è godibilissimo, credibile e vario. Si va da cittĂ medievali a savane, da inospitali paludi a lussureggianti foreste. Il sonoro è anch’esso molto riuscito, con musiche originali e un doppiaggio (inglese, francese, tedesco e polacco) che stupiscono. In italiano solo sottotitoli, ma fortunatamente ben tradotti e privi di errori, che come sappiamo fin troppo bene sono canonici in titoli del genere. Nel gioco è presente anche un comparto multiplayer fino a 8 giocatori, molto vario e sia competitivo che cooperativo: si passa dal classico duello 1vs1 o un classico deathmatch a squadre fino ad arrivare alla modalitĂ avventura, vera essenza di questo multy, sempre fino a un massimo di 8 giocatori che potranno giocare una campagna alternativa di 7 capitoli veramente divertente, varia, e con un netcode eccelso. La longevitĂ , grazie anche alla appena citata modalitĂ online, è stellare, con una campagna che può raggiungere facilmente le 30-40 ore. Two Worlds 2 è un magistrale gioco di ruolo occidentale, che tutti gli amanti di questo storico genere dovrebbero testare; riesce infatti nell’intento di portare avanti una personalitĂ tutta sua, differenziandosi da mostri sacri del genere firmati Bethesda e BioWare.