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Gato Roboto – Recensione del peloso metroidvania pubblicato da Devolver Digital

Un segnale di soccorso non molto chiaro, un imprevisto molto imprevisto, una deviazione dalla rotta principale e un “atterraggio di fortuna”. Veramente breve ma chiara la premessa – alquanto comica – che ci proietta all’interno di Gato Roboto, titolo sviluppato da Doinksoft ed edito dalle sapienti mani di Devolver Digital, publisher che si dedica anima e corpo al valorizzare piccole (e grandi) gemme del panorama videoludico indipendente. Affermatosi alle porte dell’estate dello scorso anno su PC e Nintendo Switch, il felinico titolo bicolore si è mostrato valido tecnicamente e assai apprezzabile sul piano della fruibilità. Ponendosi sullo scaffale dei metroidvania contemporanei, presenta molte delle succose caratteristiche del genere, senza però strafare o tentare di rivoluzionarle.

Gatto spaziale… ma non azzurro

Nel tentativo di scoprire il motivo del segnale di soccorso, Gary si dirige fuori dalla rotta della sua pattuglia, tuttavia un “accidentale” malfunzionamento provoca l’inceppamento dei comandi e il conseguente incastro dell’astronave in una zona non meglio definita di una stazione. Per sua fortuna, Kiki, il suo gattino, è riuscito a divincolarsi e a fuggirne indenne… ma starà a lui ora cercare di salvare il suo padrone. Ma come può un piccolo gattino compiere una missione di tale portata? Semplice, usufruendo di tutta la tecnologia ed i gadget che questo misterioso posto possiede al suo interno.

Tuttavia tra il dire e il fare di acqua (in tutti i sensi) ne passa davvero molta, e quindi a porsi fra Kiki e il suo obiettivo arrivano stanze di varie dimensioni, cunicoli stretti, blocchi di vario genere a impedirci il passaggio sulle prime, e decine di trappole e creature pronte a spazzarci via. Un labirinto pieno di insidie che metterà a dura prova il nostro peloso avatar, che per spuntarla dovrà fare affidamento non solo sul suo piccolo e agile corpicino, ma anche su degli esoscheletri robotici che gli calzano a pennello! Armi da fuoco a non finire, e tanta abilità e riflessi. Il fato ha pestato le zampe al gatto sbagliato.

It’s a long way to the top

Anche se la strada che percorreremo in-game è molto lunga, tra attivazione di shortcut, esplorazione e backtracking, il tempo richiesto per completare il titolo nella sua totalità non è elevatissimo, e nella peggiore delle ipotesi si aggira tra le 5 e le 6 ore. Tuttavia questo lasso di tempo sarà un tripudio ipnotico di puzzle ambientali, trappole e avversari da sconfiggere, entrando in un loop dal quale è praticamente impossibile uscire. Anche se la trama è spicciola e funge nient’altro che da pretesto narrativo, essa riesce a intrigare quanto basta il giocatore per spingerlo a proseguire… ma mai quanto il gameplay. Il punto forte di Gato Roboto è infatti la semplicità con cui i comandi vengono appresi, e soprattutto come questi siano disposti in modo sapiente, conferendo una struttura più che intuitiva e che appagherà ogni tipo di giocatore.

Infatti un ulteriore pregio del titolo risiede nella sua grande fruibilità, che tuttavia potrebbe faticare a mettere davvero alla prova, in termini di difficoltà, i giocatori più navigati del genere metroidvania, soprattutto se abituati alle grandi sfide offerte da titoli storici. Per coloro che invece si comportano da bravi giocatori nella media, sarà importante orientarsi e soprattutto gestire al meglio i punti di salvataggio, indispensabili prima di affrontare nuove sfide che potrebbero nascondere spiacevoli sorprese.

Tecnicamente parlando ci troviamo davanti a un titolo che mostra decisamente gli artigli, che senza una particolare complessità riesce ad accatastare scenari geniali e/o semplici con ottima alternanza, con un particolare occhio al level design. Apprezzabilissima la direzione artistica per il comparto audiovisivo, che pur sfruttando una pixel art in bianco e nero non fa assolutamente rimpiangere la mancanza di colori, che a conti fatti sarebbero quasi risultati superflui. Data la natura del titolo, Gato Roboto si presta decisamente bene alla modalità portatile offerta dall’ibrida di Nintendo, senza disdegnare comunque la modalità docked, che anche se meno consona non rende eccessivamente “spalmati” i quadri di gioco.

Gato Roboto

8

Senza stravolgere o rivoluzionare il genere metroidvania, Gato Roboto nella sua semplicità pecca solamente di una longevità non proprio all'altezza degli standard. Tuttavia un gameplay veloce e fresco, un simpatico pretesto narrativo ed una intuitività dei comandi come pochi titoli del suo genere, possono tranquillamente collocare l'indie game di Doinksoft e Devolver Digital tra le più gradite esperienze del suo genere negli ultimi anni. Un plauso va fatto inoltre per un ispirato level design e un comparto audiovisivo più che apprezzabile.

Gianluigi Crescenzi
Classe 90, invecchia bene tanto quanto il vino, anche se preferisce un buon Whisky. Ama l'introspezione, l'interpretazione e l'investigazione, e a volte tende a scavare molto più del necessario. Inguaribile romantico, amante della musica e cantante in erba, si destreggia tra hack n'slash, soulslike, punta e clicca e... praticamente qualsiasi altro tipo di gioco.

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