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Gear Club Unlimited 2 – Recensione di un porting riuscito a metà

Il mondo dei racing game di oggi è, per fare una similitudine a tema, esattamente come un campionato automobilistico, dove vi sono diversi e agguerritissimi concorrenti a contendersi i primi posti in nel grandissimo mercato videoludico. Gear Club Unlimited 2, come leggerete nella recensione, si pone quindi come uno dei contendenti a questa gara senza quiete e con sempre nuovi vincitori, ma arrivando fino al traguardo senza troppi elogi. Questo perché purtroppo allo stato attuale non è decisamente né uno dei contendenti più veloci, e nemmeno uno di quelli con l’estetica più sfavillante.

Eppure a nostro modo di vedere, il gioco ha comunque qualcosa da dire nel suo genere d’appartenenza. La versione che abbiamo testato questa volta è il porting su Xbox Series X del gioco, uscito originariamente su Nintendo Switch nel 2018 e che a sua volta è un la rivisitazione di un prodotto mobile.

Come è quindi possibile immaginare, già soltanto questi continui passaggi dello stesso codice di ben 3 anni fa aggiornato ancora e poi ancora, non sono un punto di partenza eccezionale per quanto allo stesso tempo non confermino l’assoluto fallimento del prodotto. Certo, una prova a sfavore è il fatto che i miglioramenti del titolo siano soprattutto sul lato prettamente contenutistico, ma tolto ciò, in questa recensione analizzeremo soprattutto la versione attuale di Gear Club Unlimited 2, tenendo conto dell’eredità del prodotto originale, ma cercando soprattutto di valutare pregi e difetti del porting.

Arcade con sorpresa?

Lo diremo senza mezzi termini, le nostre primissime impressioni per Gear Club Unlimited 2 sono state pessime, anche se con il tempo ci siamo dovuti parzialmente ricredere. Infatti, durante i nostri test iniziali sembrava di star giocando una versione ammaccata e low cost di altri e ben noti racing game, come il recentissimo ed eccellente Forza Harizon 5. Questo probabilmente a causa dell’abusatissima meccanica del rewind temporale ripresentata anche in Gear Club, delle ambientazioni e le piste che avevano veramente poco da dire, e ancora delle musiche estremamente similari a quelle dell’esclusiva Microsoft.

Eppure già dopo qualche ora è possibile vedere del discreto potenziale sotto quella scocca che a prima vista pareva totalmente ammaccata. Il buono del titolo è relativamente godibile anche grazie a un sistema di guida e strategia di gara piacevole, che lo fanno somigliare più a un vecchio gioco della serie Gran Turismo che a un moderno Forza Motosport, (salvo per il quantitativo di vetture risicatissimo in Gear Club). Il gioco ha quindi lo scopo ultimo di farci creare il nostro Club automobilistico, con tanto di strutture e officine per i potenziamenti di vario tipo sulle vetture.

Ad esempio, ci sarà persino la possibilità di costruire una galleria del vento per testare e migliorare l’aerodinamica dei bolidi. Ecco quindi che il titolo si avvale di una doppia lettura, da un lato quella di un videogioco di guida simil arcade, dall’altro una sorta di gestionale abbozzato. In questa seconda sezione saremo chiamati a migliorare sempre di più la nostra struttura e a rendere il nostro personale sempre maggiormente preparato e professionale, con relativi miglioramenti nei tempi passati al pitstop. La somma fra le due componenti ludiche, per quanto non faccia assolutamente brillare il prodotto in nessuna delle due parti prese singolarmente, rende comunque il tutto godibile sul lungo periodo, a patto che si riconoscano gli enormi limiti alla base del sistema.

gear club unlimited

L’ibrido che va di moda

Il gioco utilizza un modello di guida tendenzialmente arcade con le auto che generalmente tengono bene la strada anche senza particolari interventi da parte del giocatore. Tale stabilità è presente anche nei casi di sbavature, come saltuari viaggetti non voluti fra la ghiaia. Tuttavia, è anche vero che alcuni modelli di super sportive, soprattutto quelle a trazione posteriore, non sono semplicissime da tenere sul tracciato se si disattivano tutti gli aiuti, proprio perché il sistema di guida cerca di differenziare molto ogni tipo di veicolo che avremo sottomano.

A questo proposito, il gioco garantisce una certa versatilità sul lato dei supporti informatici e meccanici alla guida, ma noi vi consigliamo comunque di disattivarli tutti o di ridurre il loro effetto al minimo possibile. Questo perché l’aiuto offerto diventa spesso troppo invadente e perché va ben oltre la presenza del controllo di trazione o quello di stabilità (che fanno sempre bene se non si è degli esperti di giochi di corse), parliamo infatti dell’assistenza alla frenata automatica e all’accelerazione autonoma. Per intenderci sono degli strumenti computerizzati che diminuiscono o limitano la velocità in caso di curve strette per evitare di commettere errori.

Anche se sulla carta sembrano degli aiuti fantastici, chi conosce abbastanza i racing game saprà anche che sono dei limiti “tremendi” per il pilota, che non può osare manovre rischiose ma vincenti durante la gara. Parliamo ad esempio delle staccate in curva all’ultimo momento, o il bilanciamento dell’acceleratore nei tornanti veloci. Insomma, anche se il modello professionista risulta più che giustamente complesso da gestire per i super bolidi, noi vi consigliamo comunque di sceglierlo, anche se avete poca esperienza con i racing game.

In questo modo Gear Club Unlimited 2 diventa a tratti interessante e per lo meno godibile, per quanto ovviamente non raggiunga minimamente i fasti simulativi di Assetto corsa o del primo Project cars (qui la recensione), e nemmeno il divertimento degli Arcade puri come la serie Need For Speed.

Passata quindi la sezione sul modello di guida e i suoi relativi pregi, dobbiamo purtroppo discutere dei lati che ci hanno convinto meno. Cominciamo dal modello di fisica degli impatti che nonostante i miglioramenti rispetto alla versione originale, resta comunque fortemente datato e quasi “arbitrario”. Attenzione, non ci stiamo riferendo soltanto ai semplici effetti particellari della resa grafica degli impatti, con le scintille degli scontri veramente poco credibili, il problema è la fisica che vi sta dietro. Dare sportellate per guadagnare un vantaggio sugli avversari è infatti una pratica scorretta, ma “non punita” in Gear Club 2 Unlimited (almeno nella campagna), che produce spesso scontri fuori parametro a volte vantaggiosi… altre meno.

Infatti gli impatti possono portare le vetture a schizzare in maniera spesso imprevista e incomprensibile anche a bassa velocità, con la possibile conseguenza di perdita di controllo per entrambi, senza una reazione credibile e corretta. Fortunatamente nel multiplayer del titolo è possibile disattivare le collisioni, risolvendo questo deleterio e immenso problema, ma per la modalità Carriera è una variabile negativa da tenere sempre in considerazione. Dal lato contenutistico, nonostante i numerosi aggiornamenti e i tantissimi DLC inclusi nella versione Ultimate, non ci troviamo purtroppo dinanzi un parco macchine mastodontico come quello di tantissimi altri competitor.

La situazione non è un totale disastro e si piazza a metà fra l’offerta contenutistica delle recenti produzioni, con la licenza ufficiale Porsche e diversi altri marchi come Mercedes e le mitiche Alfa Romeo, ma si poteva fare decisamente molto di più.

Passando invece al lato grafico il gioco ci ha lasciato piuttosto contraddetti. Questo a causa di un comparto tecnico nel complesso fortemente datato, ma con saltuari piccoli pregi, soprattutto nella cura della realizzazione dei modelli delle poche vetture disponibili. I bolidi che ci troveremo a pilotare sono infatti ben realizzati, e anche se gli interni non fanno gridare al miracolo, tutto ciò che riguarda prettamente i bolidi è accettabile.

Peccato quindi che tutta l’ambientazione che circonda le vetture sia stata riportata con la stessa poca cura di tutte le versioni precedenti. I fondali sono poco definiti, la piste sono poco ispirate esteticamente, la realizzazione degli effetti visivi, compresi gli eventi atmosferici sono discutibili. Inoltre, in alcune circostanze gli effetti di luce sono totalmente sbilanciati e fuori contesto in un racing game. La conseguenza? Ad esempio vedrete improvvisamente lo schermo trasformarsi in un immagine bianca quando si esce a velocità da un tornante buio, verso un’area molto illuminata. Certo, può essere relativamente credibile il fatto di poter essere abbagliati dal Sole, ma in un videogioco simile nel quale i centesimi di secondo possono essere fondamentali per la vittoria o per la sconfitta – con tanto di preparazione della squadra di meccanici e del pitstop – questi fastidiosi effetti di luce hanno veramente poco senso, perché estremamente invadenti.

Gear Club Unlimited 2

6

Gear Club Unlimited 2 è un gioco di corsa appena sufficiente, a causa di un modello di guida si interessante, ma gravato da vari e numerosi problemi di gameplay e tecnici. Il multiplayer del titolo è interessante, ma solo per gruppi di amici, visto il sistema di Club che permette a piccoli gruppi di player di giocare fra loro, scoraggiando però le interazioni fra sconosciuti e player casuali che vogliono semplicemente farsi qualche partita casuale. Resta inoltre pesantemente sotto tono il lato tecnico del titolo che risulta sufficiente esclusivamente sul lato delle vetture, ma che soffre moltissimo in tutto il resto. Il prodotto allo stato attuale resta valido principalmente per la componente da simil gestionale, nonostante ciò non esiste un vero motivo per dedicarsi a questo titolo su Xbox, quando sulla stessa piattaforma si può fruire di un titolo del calibro di Forza Horizon 5.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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