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Gloom of Kilforth – Recensione dell’ameritrash di PandaGM

Gloom of Kilforth: A Fantasy Quest Game è un titolo pubblicato da PandaGM, dopo una campagna Kickstarter che ha raccolto 75.000 sterline inglesi. Il successo del titolo ha indotto l’editore a produrre una ristampa, sempre finanziata su KS nel 2017 con 200.000£, oltre al seguito “Shadows of Kilforth“, che ha raccolto 158.000£ nel 2018 e vedrà la luce nel 2019, ad opera dello stesso autore, Tristan Hall.

Standee eroe su location card

Ambientazione e componenti di Gloom of Kilforth

L’azione si svolge nelle terre gothic-fantasy di Kilforth, che stanno lentamente cadendo nelle tenebre a causa di un’entità chiamata “L’Antico”. Ogni luogo e personaggio è riprodotto in una carta splendidamente rappresentata: le illustrazioni di Ania Kryczkowska sono il grande (e unico) punto di forza del gioco. I numerosi flavour texts presenti sulle carte contribuiscono a rendere l’ambientazione, la quale permea il titolo in maniera profonda ma che allo stesso tempo risulta estremamente banale e senza alcuno spunto di interesse. Si fa sentire, in un titolo del genere, la mancanza delle miniature (sostituite dagli odiati standees), mentre i segalini di legno sono funzionali e di media qualità.

Meccaniche del gioco

E’ possibile giocare Gloom of Kilforth  in modalità cooperativa, competitiva o in solitario.
La mappa del gioco è formata da una griglia 5 x 5 di carte luogo, al cui centro si trova la città di partenza. Ogni turno, i giocatori potranno effettuare un’azione fra le nove disponibili, come spostarsi (e rivelare una carta incontro nel luogo di arrivo), riposare, interagire con luoghi e personaggi.
Ogni interazione comporta un test tramite il lancio di D6: le nostre caratteristiche determinano il numero di dadi, ogni risultato di 5 o 6 costituisce un successo. I nemici rivelati durante lo spostamento ci attaccheranno automaticamente (se non siamo nascosti): ciò potrebbe causare la morte istantanea del nostro personaggio, anche nel primo turno di gioco. La morte in Gloom of Kilforth non è definitiva ma penalizza pesantemente chi la subisce, costringendolo a ripartire dalla città, perdere l’oro accumulato, una carta a sua scelta e saltare non solo il resto del suo turno ma l’intero round del gioco e generalmente anche l’intero round successivo (che verrà speso per recuperare salute). Gli incontri risolti con successo (sconfiggendo un nemico, persuadendo un personaggio, completando una quest ecc.) ci ricompenseranno con monete e a nostra scelta, una carta “ricompensa” o una parola chiave da utilizzare per salire di livello. Le ricompense andranno pescate dai mazzi alleati, oggetti, magie e titoli, mentre un aumento di livello ci ricompenserà con un HP aggiuntivo ed una abilità di classe.Illustrazioni di Ania Kryczkowska

Considerazioni

Chiariamo subito che Gloom of Kilforth è stata la peggiore esperienza ludica degli ultimi mesi. La lettura del regolamento, inutilmente complicato e che lascia trasparire l’eccessiva componente aleatoria, ci aveva lasciato molto perplessi: tuttavia ci siamo fatti convincere dalle belle illustrazioni e dal punteggio medio di 7,6 che il titolo ha raccolto su boardgamegeek al momento in cui scriviamo. La partita si è rivelata lenta e noiosa, con momenti di frustrazione e con giocatori che, rimasti indietro a causa di alcuni lanci sfortunati, non hanno più avuto la possibilità di recuperare. Le catch-up mechanics in Gloom of Kilforth seppur non completamente assenti sono sicuramente inadeguate. L’interazione è ai minimi livelli, soprattutto considerato il tipo di gioco. Anche gli incontri gestiti dalle carte sono estremamente casuali, possono andare dal ritrovamento del forziere pieno d’oro al nemico che vi uccide con il primo attacco. Tutto l’impianto regolistico, macchinoso e senza una singola dinamica che lo renda interessante, sembra scritto da un bambino che ha appena finito la sua prima partita a Talisman, senza nessuna cognizione del panorama moderno dei boardgames. Se cercate un buon titolo di esplorazione su mappa e combattimenti, vi consigliamo di rivolgervi a Vindication (di cui vi abbiamo già parlato in questo articolo) o ad Eldritch Horror se preferite l’ameritrash. Per un ameritrash fantasy, Runebound rimane sempre un’alternativa migliore. Gloom of Kilforth è invece un titolo che non ci sentiamo di consigliare in nessun caso a nessun tipo di giocatore.

Gloom of Kilforth

2

Il gioco purtroppo non ci ha soddisfatto: casuale, lento e senza spunti originali. Non ci sentiamo di consigliarlo neppure agli amanti del genere Ameritrash.

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