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Going Under – Recensione di un coloratissimo dungeon crawler satirico

Annunciato in uscita questo mese già nel Nintendo Indie World di agosto scorso, Going Under è pronto a fare la sua comparsa su Nintendo Switch il 24 settembre. Debuttato in via ufficiosa tramite una demo uscita qualche mese fa (ovvero in occasione del Summer Game Festival di Steam), il titolo si presenta come un dungeon crawler satirico, estremamente colorato e molto divertente. Invece di catapultarci nell’ennesimo sotterraneo ammuffito, pieno di goblin e scheletri resuscitati, Going Under ci accompagna infatti in un regno “infernale e maledetto” di stampo contemporaneo, fatto cioè di bibite gassate, colleghi caffeinomani, datori di lavoro improbabili e diverse startup tecnologiche fallite. Insomma, le premesse per l’originalità ci sono davvero tutte.

Il difficilissimo mondo dei tirocini 

I sotterranei di Going Under sono pieni di nemici, trappole e riferimenti alla cultura delle startup americane (la storiella delle grandi aziende nate dal garage di casa vi dice qualcosa?). Il titolo realizzato dal team di Aggro Crab si costruisce come una palese e divertente satira di quel mondo felice che viene tanto pubblicizzato dalle aziende, ma che in realtà nasconde tutta una serie di “fregature” e lati oscuri. Non a caso, in questo geniale indie siamo chiamati ad esplorare delle rovine maledette che non sono altro che il risultato di tante startup finite in miseria, i cui dipendenti si sono trasformati in mostri condannati a vagare nelle sale in rovina per l’eternità. E lo facciamo vestendo i panni di una povera stagista al reparto Marketing, Jackie Fiasco, che viene pagata a suon di visibilità e pacche sulle spalle (uno “stipendio” che ricorda senz’altro molte realtà contemporanee). Uno stage, il nostro, che chiaramente nulla ha a che vedere con il reparto marketing della compagnia.

Il nostro compito, in effetti, sarà quello di liberare i poveri mostri (detti anche “Joblins”) dalle loro sofferenze, restituirgli i propri beni, ed entrare così nelle grazie del nostro enigmatico capo, interessato a metter le mani su alcune reliquie. Catapultati nella coloratissima città distopica di Neo-Cascadia, siamo perciò stati assunti dalla Fizzle, compagnia intenta a lanciare nel mercato una particolare bevanda gassata, e che ha dalla sua anche una fabbrica di scatole che sfrutta un esercito di droni per le consegne. E saranno proprio i “piani alti” della Fittlze a funzionare come porta d’accesso principale per i pericolosissimi sotterranei, nei quali saremo costretti a scendere gratis e controvoglia. Mica possiamo dire di no al capo, giusto?

going under recensione 3

Il posto di lavoro peggiore di tutti

Scendendo giù per uno scivolo, esploreremo i vari piani dei sotterranei, facendoci strada tra zone relax, uffici, magazzini, mense altro ancora. Addentrandoci nei livelli infestati da nemici e boss di tutto rispetto, tutto ciò sui cui potremo fare affidamento per uccidere i mostri saranno i materiali da ufficio. Penne, matite, cactus, laptop, scope, spillatrici o addirittura cuscini: armandoci di tutto ciò che troveremo via via sottomano, riusciremo ad avanzare di livello e a sopravvivere al difficilissimo mondo dei tirocini.  Ogni tanto avremo anche la fortuna di trovare armi vere (come spade, lance o pistole ad acqua) o persino dei veicoli (come le macchine giocattolo), con i quali potremo far ancora più danno ai Joblins disperati che si aggirano per le rovine.

In questo senso, Going Under metterà a dura prova la nostra capacità di “problem solving”, dato che saranno tante le occasioni in cui saremo chiamati a prendere decisioni in una frazione di secondo, a scegliere cioé quali armi tenere (lo spazio nell’inventario è infatti limitato a soli 3 strumenti alla volta), a valutare quando e quali lanciare, a pensare alla strategia di attacco migliore. Una mossa sbagliata, azzardata o mancata, e verremo riportati, esausti e con tanto di nota negativa sulla nostra valutazione, nel “quartier generale” degli uffici della Fizzle. È qui che potremo trovare i nostri colleghi, che spesso ci chiederanno di portare a termine qualche compito o missione al posto loro (anche in questo caso gratis, naturalmente).

In effetti, nonostante le apparenze, non è così facile districarsi tra i livelli di Going Under. Oltre all’ostacolo rappresentato dai boss (con alcuni di loro che odiano le “lunghe” pause in bagno da parte dei loro dipendenti, e altri che somigliano a Jeff Bezos o Elon Musk), a lasciarci con l’acqua alla gola saranno anche quelle stanze inaspettatamente piene di nemici. Per questo diventerà fondamentale ricorrere ad equipaggiamenti, cure e potenziamenti. Similmente ad altri titoli roguelike, esplorando le varie stanze di ogni piano potremo infatti scovare negozi (come le caffetterie) e power-up in grado di farci aumentare salute, forza, velocità e alcune abilità. Perché, ricordiamo, in Going Under la fisica di gioco è spesso imprevedibile, e risponde egregiamente ai colpi delle nostre decisioni.

Come si comporta su Switch?

Fluido, leggero e veloce. Per quanto riguarda il comparto tecnico, Going Under sorprende per la sua semplicità d’effetto. Il team di Aggro Crab è riuscito a rendere il titolo per Switch sicuramente ben ottimizzato – ricordiamo infatti che si tratta di un’uscita multipiattaforma. Al di là di qualche caricamento un po’ più lungo, non sono stati riscontrati criticità, bug o cali di frame eventuali né in modalità docked né in modalità portatile.

Data la natura del gioco, Going Under si presta forse ad essere affrontato più che altro nella handheld mode, ma data la complessità di alcuni boss un Pro Controller potrebbe risolvere gran parte dei nostri problemi. Anche dal fronte della durata della batteria nulla da segnalare, anche se per essere un gioco leggero consuma forse un po’ più del previsto. Ad ogni modo, è possibile farsi tranquillamente un viaggio tipico da pendolare per un totale di circa 3 ore, prima che la console necessiti effettivamente di una nuova ricarica.

Going Under

8.2

Going Under è un titolo estremamente piacevole, sia dal lato tecnico e visivo, che dal punto di vista dell'originalità. Ci è piaciuta molto la vena satirica con la quale il team è riuscito a dar vita al titolo, unendo la classica esperienza di un dungeon crawler a quello che è il mondo del lavoro contemporaneo - assieme anche alla cultura delle startup americane di riferimento. Il titolo, nonostante i personaggi buffi e il mondo colorato, in realtà è anche piuttosto impegnativo, e riesce a tenere incollato il giocatore a lungo. Se non si è particolarmente amanti del genere, però, segnaliamo che potrebbe risultare un po' ripetitivo.

Valeria Girardi
Amante della musica, della scrittura e della lettura, ha una gatta nera che le fa compagnia. Tra i suoi hobby, videogames e fumetti, con i quali evade dal mondo sintetico e monotono della quotidianità.

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