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Golden Force – Recensione, quando la sfida è un po’ (troppo) ingiusta

Golden force è un actionplatoform a scorrimento orizzontale che abbiamo testato in sede di recensione e si è contraddistinto soprattutto per l’elevatissimo grado di sfida tanto da risultare a nostro parere come quasi artificioso, e per la sostenuta velocità dell’azione. Urge però fare una doverosa premessa: siamo infatti coscienti che il livello di difficoltà di un videogioco, può talvolta essere una variabile estremamente delicata da affrontare quando si analizza un prodotto. Giochi come Cuphead, Sekiro Shadow Die Twice o il più recente Returnal hanno costruito parte della loro fama anche grazie alla capacità di trovare un equilibrio fra la brutalità di alcune sezioni di gioco, e un senso di progressione veramente appagante, che riesce a premiare il giocatore se si dovesse dimostrare abbastanza abile e costante, nonostante le numerose sconfitte e morti… e questo non è purtroppo il caso di Golden Force.

Un semplice pretesto per l’azione

La storia di Golden Force è probabilmente la componente più secondaria della produzione, che si mostra sin dalle sue premesse narrative come un semplice pretesto per dare il via all’azione. Infatti, la trama del titolo si focalizza su un gruppo mercenari, impegnati nella razzia di alcune isole nell’oceano. Le vicende però, per quanto raccontate con una certa ironia, non scaturiscono in un ritmo narrativo sufficiente a tenere incollato il giocatore per tutto il corso dell’avventura. Vi segnaliamo inoltre l’assenza al supporto per la lingua italiana, ma visto che i dialoghi saranno relativamente pochi, non la reputiamo una così grave mancanza.

Golden ForceQuando il troppo stroppia

Il gameplay dovrebbe quindi essere la componente chiave del titolo, capace da solo di trainare l’intera produzione. Nella stesura della recensione di questo Golden Force, siamo stati di conseguenza molto esigenti su questo singolo aspetto, perché ci aspettavamo un’esperienza divertente e accattivante, oltre che impegnativa, ma purtroppo siamo rimasti in gran parte delusi.

Il gioco si compone di 22 livelli, a intervalli di 4 sarà disponibile una boss fight e successivamente anche un livello aggiuntivo. Cinque livelli formano un’isola, che i nostri eroi dovranno depredare e razziare, seguendo pedissequamente le basi di moltissimi altri esponenti del genere. Peccato però che pad o tastiera alla mano, alcune meccaniche di gioco punitive e mal bilanciate ci porteranno più volte quasi sull’orlo dell’esasperazione, oltre alla presenza quasi spasmodica di sezioni trial and error.

Tuttavia dato il tema delicato, vogliamo essere nuovamente chiari, il concetto di voler mettere alla prova i giocatori con un progetto estremamente elitario è un’iniziativa degna di nota da parte di Storybird Studio, perché abbastanza controtendenza e soprattutto perché lo scopo dovrebbe essere quello di offrire un prodotto di qualità piuttosto che un titolo di facile fruizione e semplice da vendere.

Peccato quindi che messi da parte i buoni propositi, e una volta scelto uno dei quattro personaggi principali (la cui selezione ha una mera funzionalità estetica) le cose comincino ad andare per il verso sbagliato. Infatti, a causa di innumerevoli sessioni di gioco basate sulle sopracitate meccaniche trial and error e grazie a un sistema di potenziamenti di dubbissima utilità, il titolo risulta spesso ingiusto nei confronti del player.

Il livello di sfida in Golden Force, è quindi decisamente sopra le righe è alto sin dalle primissime battute di gioco, con il personaggio principale a bordo del nostro vascello e un Kraken sbucato fuori dall’oceano. Dovremo quindi lottare saltando fra piattaforme mobili e schivando al contempo attacchi abbastanza diversificati. Un nemico che, esattamente come tutti i boss del gioco si distingue principalmente per l’interminabile barra vitale che ci costringerà a una lunga sfida di logoramento.

Attenzione, non vogliamo criticare la scelta di inserire come primo reale avversario un boss impegnativo a titolo di tutorial (vi ricordate ad esempio il Demone del rifugio del primo Dark Souls? ndr), quello che non apprezziamo di Golden force, tracciando un parallelismo che i fan dei soul comprenderanno subito, è il tentativo del titolo di farci scontrare il primo boss con una barra vitale tanto coriacea da far sembrare che la nostra spada sia “spezzata” e incapace di fare danni consistenti.

Golden ForceOvviamente questo è solo l’inizio, e con un poco di calma e di riflessi pronti si potrà venirne fuori dalla battaglia, dopo numerosi tentativi. Discorso simile ma con una dose di ulteriore frustrazione si riporterà purtroppo anche con le successive boss fight, alcune anche piuttosto intriganti nelle meccaniche di base, ma gravate sempre dalla costante presenza di barra della vita infinita e talvolta dall’incrocio di alcuni moveset casuali poco prevedibili, che puniscono in modo esagerato il positioning del player. Una volta perse le 5 vite del personaggio, che sembrano tante solo a parole, saremo costretti a ripartite dall’inizio del livello o da uno dei pochissimi punti di salvataggio prima citati e nel rinascere perderemo interamente tutto il denaro ottenuto nello stage fino a quel momento, compresi i rarissimi oggetti speciali.

Nella nostra recensione vogliamo quindi evidenziare come in Golden Force manchi a più riprese di un equilibrio fra il livello di sfida proposto e una giusta ricompensa ottenuta che possa gratificare dopo un’estenuante lotta. Dobbiamo infatti discutere del sistema economico e delle ricompense alla base del titolo. I quattro eroi che saranno chiamati a razziare le isole dai tesori nascosti e durante le scorribande, potranno ottenere vari tipi di valuta, dalle semplici monete d’oro, molto comuni nei livelli, ai grandi gettoni molto più rari e persino delle conchiglie preziose, assolutamente vitali nelle fasi avanzate.

Una volta concluso ogni livello sarà possibile passare al negozio per acquistare vari oggetti, fra potenziamenti permanenti e piccoli buff, e anche qui che Golden Force si dimostra veramente ingiusto. Infatti, per acquistare i power up definitivi sono richiesti una considerevole quantità di gettoni e conchiglie, inizialmente non ottenibili neanche per i giocatori più attenti al completismo, e per i potenziamenti momentanei saranno richieste migliaia di monete, a fronte di un vantaggio fugace di appena qualche decina di secondi.

Detto in poche parole, significa che per riuscire a guadagnare un semplice buff di 30 secondi come la spada congelante, sarà necessaria la valuta del completamento di tre livelli! Anche se questo fattore va a ridursi progressivamente con il maggiore carico di ricompense ottenute nel corso delle isole successive, la barriera resta comunque altissima e il quantitativo di sforzi da compiere al fronte di vantaggi così fugaci è a dir poco eccessivo.

Golden Force

Sul lato poi della strutturazione del level design, il titolo si pone come un platoform brutale, con stage relativamente lunghi, intervallati da rarissimi checkpoint dai quali dover percorrere distanze considerevoli pullulanti di ogni pericolo di sorta su percorsi abbastanza lineari. Esiste spazio per qualche piccola digressione e la ricerca di qualche oggetto segreto protetto da sfide ambientali e avversari, ma sono solo piccole deviazioni.

A complicare il già costante senso di frustrante, si aggiungono poi la presenza di situazioni da trial and error invalidanti per il ritmo di gioco, con salti nel buio da eseguire con la vana speranza che forse sotto i piede del player, potrebbe esserci una qualche pedana per poter atterrare in sicurezza, invece che come spesso accade, finire nel buio infinito degli abissi. Compiere dash laterali in volo con precisione metodica e millimetrica si presenta quindi come una sfida ardua al pari dell’affrontare i vari nemici sparsi per il livello. Abbiamo potuto riscontrare una certa varietà e diversificazione della tipologia di avversari con pattern abbastanza vari. Peccato che gli avversari tendano spesso a rinascere anche in punti poco desiderabili… come proprio sulla posizione dello sprite del protagonista, assicurandoci un danno aggiuntivo assolutamente ingiustificabile.

Componente teoricamente secondaria nel genere di riferimento, ma comunque degna di nota, è il comparto tecnico di Golden Force che si è mostrato in sede di recensione come piuttosto pregevole per PC. La grafica in pixel art 2D è infatti ben realizzata e definita. Ci è capitato di assistere anche a qualche calo di frame rate nelle situazioni più concitate ma nulla da invalidare eccessivamente la qualità del prodotto sul lungo periodo. Piacevoli inizialmente le musiche, ma talvolta risultano troppo ripetitive nelle fasi più avanzate.

Golden Force

4.7

Golden Force è un videogioco cattivo e brutale, sa di esserlo e non lo nasconde neanche per un secondo. Un prodotto che strizza prepotentemente l’occhio ai fan di giochi difficili e che vogliono mettersi alla prova al massimo delle proprie potenzialità. Peccato però che dietro le buone intenzioni si nasconda un livello di sfida gonfiato in modo artificioso, con un costante abuso a meccaniche trial and error e la presenza abbastanza discutibile di piccoli oggetti di potenziamento che non riescono neanche lontanamente a compensare la fatica e le ore necessarie per ottenerli. Un gioco che nel volersi mostrare ostile e complesso, forse lo è stato troppo. Crediamo che il titolo di Storybird Games abbia ampi margini per un miglioramento, e del potenziale di fondo interessante, ma allo stato attuale non possiamo fare altro che costatarne l’insufficienza.

Samuel Raciti
Videogiocatore incallito, lavora anche come Amministratore condominiale in real life. Questa professione gli ha insegnato, fra le altre cose, l’arte della pazienza e della mediazione, così scarsamente presenti nel mondo di Internet come in quello delle riunioni condominiali. Mal sopporta gli hater seriali, ma apprezza chi in buona fede si impegna per far valere il proprio pensiero e la propria visione del mondo dei videogiochi.

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